Reintegrato don Ciccio di Enzo Laganà

Reintegrato don Ciccio Taurianova, Francesco Macrì può tornare a dirigere l'Usi Reintegrato don Ciccio // Consiglio di Stato ha annullato la sospensione decisa da Cossiga «Non ha violato là legge e non c'è turbativa dell'ordine pubblico» REGGIO CALABRIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Questa sentenza è la prova che sono stato vittima di una persecuzione politica»: Francesco Macrì ha vinto l'ennesima battaglia davanti ai giudici amministrativi. Il Consiglio di Stato lunedì ha annullato il decreto con cui il discusso presidente dell'Usi di Taurianova era stato mandato a casa per la seconda volta in due anni per presunte gravi irregolarità commesse dagli organi amministrativi dell'ente da lui presieduto, e quindi per motivi di ordine pubblico. Ma «don Ciccio Mazzetta» — come viene chiamato Macrì dai suoi avversari politici — non si accontenta della semplice vittoria e proclama con distacco: «Non tornerò ad occupare la poltrona di presidente fino a quando i giudici di Palmi non avranno riconosciuto la mia innocenza sul piano penale». Le vicende giudiziarie di Francesco Macrì, 57 anni, docente di lingue e da decenni «padrone» incontrastato con la sua famiglia di Taurianova (la sorella Olga è sindaco, la sorella Ada consigliere provinciale, i parenti più stretti occupano molti posti chiave nelle strutture locali) sono ormai una sorta di «enciclopedia», tanti e tali sono i casi in cui è stato coinvolto, tante sono le volte che è dovuto comparire davanti ai giudici «mai però — tiene a sottolineare — per fatti di mafia, ma per i metodi di gestione oggetto di invidia soltanto dai miei avversari». Proprio per questo sistema di gestione, dopo una dozzina di processi, tutti conclusi però a favore di Macrì, il presidente Cossiga il 17 marzo di due anni fa aveva sciolto una prima volta l'Usi di Taurianova ma il Tar di Reggio e poi il Consiglio di Stato avevano reintegrato Macrì. All'inizio di dicembre '88, il giorno dopo che la lista de — capolista Macrì — aveva stravinto le elezioni comunali a Taurianova, i giudici di Palmi avevano emesso un provvedimento restrittivo nei confronti dell'uomo politico imputandogli una cinquantina di reati congiuntamente ad altri 47 tra amministratori, medici e personale dell'ente. E per la prima volta Macrì era finito in carcere per alcune settimane. «Ora spero — dichiara — che il processo si concluda entro Natale. Fino a quella data mi autosospendo da qualsiasi incarico». Per queste vicende il prefetto a febbraio aveva nominato un commissario all'Usi e, su proposta del ministro dell'Interno Gava, il presidente Cossiga aveva firmato per la seconda volta il decreto di scioglimento. Macrì aveva portato avanti la sua battaglia attraverso amici che hanno impugnato il provvedimento e non si sono arresi neppure dopo che il Tar ha dato loro torto. Ora il Consiglio di Stato, presidente Paleologo, ha riconosciuto che non ci sono motivi di turbativa dell'ordine pubblico e che anzi dalle carte processuali emerge che non esistono violazioni di leggi. Enzo Laganà

Luoghi citati: Palmi, Reggio, Reggio Calabria, Taurianova