Senna, dura condanna di Paolo Poletti

Senna, dura condanna Fia: sì alla squalifica, 100.000 dollari di multa (guida pericolosa) Senna, dura condanna Stop per 6 mesi, con la condizionale PARIGI NOSTRO SERVIZIO Alain Prost è definitivamente campione del mondo, Ayrton Senna inizia un periodo difficile della sua carriera (da sorvegliato speciale), Jean-Marie Balestre, padre-padrone della Formula 1, minaccia Ron Dennis e la McLaren di esclusione dal prossimo campionato. Un finale pirotecnico di carte bollate per un duello che poteva essere splendido e che invece si è concluso male, a tavolino anziché in pista. E per questo Balestre è adirato con Senna. «Ha spezzato il nostro sogno di una fine stagione magnifica, di una lotta serrata tra due grandi piloti, lui e Prost. Col comportamento di Suzuka il brasiliano ha rovinato tutto». La sentenza dei quattro giudici del tribunale d'appello della Fia (la Federazione internazionale dell'automobile della quale il francese è presidente) era pronta da due giorni ma per renderla pubblica si è atteso il rientro del presidentissimo da Tokyo. I giudici (il presidente olandese Van Rosmalen, il greco Remvikos, il belga De Winghie e il portoghese MacedoCunha) hanno non solo confermato il verdetto dei commissari di Suzuka e quindi la squalifica di Senna, ma hanno ulteriormente calcato la mano accogliendo in parte la richiesta (ex art. 189) della Fisa: sei mesi di sospensione della licenza, con condizionale, a partire da oggi. Ciò vuol dire che se nei due prossimi Grandi Premi, domenica ad Adelaide (ultimo '89) e in marzo a Phoenix negli Usa (primo del '90), Senna commetterà la minima infrazione ai regolamenti sarà appiedato per il semestre successivo. In più dovrà pagare 100.000 dollari di ammenda. E tutto ciò a causa della sua «guida pericolosa recidiva». Come dimostra l'elenco di quattro collisioni in corsa (Schlesser, Berger, Mansell, Prost) e 10 violazioni gravi negli ultimi 14 mesi. Ron Dennis minaccia di rivolgersi al tribunale civile di Parigi per far annullare la sentenza? La controminaccia, velata ma non troppo, di Balestre è pesante. «Suggerisco al signor Dennis, che ha tentato un ricatto nei confronti della Fia facendo circolare nella conferenza stampa londinese un nostro rapporto riservato su Senna, di rileggersi l'articolo 58 del regolamento: un tesserato Fisa deve accettare, in ultima istanza, le decisioni del tribunale d'appello Fia. Se non lo fa, ad esempio opponendosi in altra giurisdizione, può essere escluso dai campionati». A questo punto è evidente che il mondiale '89 si conclude con la vittoria di Prost. Ron Dennis e la McLaren non possono certo assumersi il rischio di essere esclusi dalle piste solo per difendere Senna. «E non mi accusino — ha sot¬ tolineato Balestre — di essere sciovinista, come fanno i giornali britannici. Sono amico di Prost così come lo sono di Mansell o di Berger. Quando avevo qualcosa da ridire sul comportamento di Alain l'ho detto. A me interessa solo che finiscano le scorrettezze in pista. Se lo volete sapere, il momento più bello di quest'anno è stato quando ho ricevuto un telegramma del presidente della Ferrari, Fusaro, in cui si diceva: «Basta con i tribunali in F. 1». Fusaro aveva perfettamente ragióne, faccio mie le sue parole. Peccato che Senna abbia continuato a sbagliare». Per tornare al caso-Suzuka c'è da osservare che i giudici Fia hanno condannato Senna non solo per il taglio della chicane ma anche per lo scontro con Prost, giudicando azzardata e pericolosa (con mezza macchina sull'erba e «a velocità eccessiva») la manovra del brasiliano. E come tale meritevole da sola della squalifica. Tre giri dopo Senna l'ha ripetuta ai danni di Nannini. «D'altra parte — ha precisato Balestre — il direttore di corsa era talmente furioso contro Senna che voleva mostrargli la bandiera nera subito dopo lo scontro con Prost. Non lo ha fatto solo perché ci siamo opposti noi della Fisa. Non volevamo far finire il mondiale, in pista, con una bandiera nera». Paolo Poletti Prost, campione del mondo 1989

Luoghi citati: Alain, Parigi, Phoenix, Tokyo, Usa