Cardini ecologista divide i Verdi

Cardini ecologista divide i Verdi Sponsor del congresso Lega Ambiente: «In fondo abbiamo gli stessi obbiettivi» Cardini ecologista divide i Verdi A Siena fischi e applausi per il re della chimica SIENA DAL NOSTRO INVIATO Silenzio, entra Gardini. Quattro mesi fa, quelli della Lega Ambiente arrivarono in 400 a casa sua, all'assemblea degli azionisti Montedison. Un'invasione. Adesso tocca a lui, da solo, restituire la cortesia. Lo accolgono nel silenzio, quasi nell'imbarazzo. Lo scrutano con sospet^ to, come si fa con un nemico. Poi gli mostrano i cartelli di protesta per l'Acna di Cengio, e comincia un putiferio. Polizia che interviene, scaramucce, dalla platea tutti in piedi: un po' di fischi e boati di incoraggiamento per gli uomini con i manifesti. Ma- alla fine Raul Gardini, il re della chimica, si prende pure qualche applauso nella sala degli ambientalisti. Questo convegno della Lega, a Siena — «Ecosviluppo. Dai nuovi limiti alle politiche ambientali» —, in fondo si fa pure con i soldi suoi. Particolare non indifferente. E poi, «onore al merito», ammette Chicco Testa, ministro del governo ombra pei: «Mi sento in dovere di chiedere scusa a Gardini per questa sorta di aggressività con cui è stato accolto qui da noi. Quella volta, alla Montedison, lui ci stette ad ascoltare per 12 ore». Ieri Gardini al convegno s'è presentato alle 16 ed è andato a sedersi in prima fila. Flash dei fotografi, nessun saluto. Stessa cerimonia anche per Giorgio Ruffolo, ministro dell'Ambien- te, che è arrivato quasi un'ora dopo. Stanno uno accanto all'altro, qualche bisbiglio e qualche sorriso, circondati dai paparazzi. In sala, girano due volantini. Uno dei Verdi di Siena: «Che ci fa Gardini al convegno della Lega ambiente?» L'altro, con un mucchio di firme, da Massa, la città della Farmoplant. Cesarina Cortellazzo viene invitata a leggerlo, prima di dare il via al dibattito. Come dire, una sorta di benvenuto. «La gente di Massa sa bene che Farmoplant, Agrimont, Ferruzzi o Montedison significano più o meno la stessa cosa. Esprimono gli stessi padroni, la stessa filosofia e la stessa pratica... E' proprio inaccettabile la sponsorizzazione di questo convegno da parte del gruppo Ferruzzi». A surriscaldare un po' il clima, entrano in tre con i cartelli: «Dal 27 ottobre siamo impiccati in piazza a Cengio. Ma questo non importa a nessuno». Si riferiscono, i manifesti, a tre fantocci — quelli di due sindaci della Val Bormida e di un ambientalista — che gli operai hanno appeso ai lampioni della piazza grande. Dopo le scaramucce, i tre passano davanti ai relatori: «Vergogna Ruffolo», gridano. Comincia il dibattito. Ermete Realacci, presidente della Lega ambiente: «Noi siamo qui per dire che l'Acna va chiusa. Inesorabilmente». Ruffolo, prima polemico: «E' un'abitudine un po' italiana quella di invitarti per una cosa e chiedertene un'altra. Il tema era: la politica ambientale». Poi: «Il 3 riferirò al Parlamento per la quinta volta sull'Acna. Non credo d'essere stato né transigente né intransigente. Sono grato a chi sa già quale sia la soluzione da dare al problema. Noi da due anni non la conosciamo». Ed ecco Gardini. Come si sta nella tana del lupo? «Io sono venuto qui perché non mi piace evitare i problemi. E sono venuto con l'intenzione di spiegare perché sto attento alla politica industriale e ai problemi ambientali». Racconta la sua ascesa, dalla terra all'industria, racconta d'aver vissuto un'epoca di grandi cambiamenti. Fino agli ultimi passaggi. «Io sono fi¬ nito nella chimica perché tutto sommato credo che la chimica sia servita allo sviluppo del mondo. Senza chimica, avreste avuto bisogno del doppio del territorio. Ho visto grandi cambiamenti nella mia vita. Sono qui, e voglio esserci, tutte le volte che ce n'è bisogno». Primi timidi applausi. Gad Lerner, il giornalista che fa da moderatore, gli chiede dell'Acna e della Farmoplant. Risponde Gardini: «Volete che non siano anche per me un'afflizione... Sono figlie del tempo. Potevano non esistere se non ci fossero stati problemi d'occupazione». E i pesticidi? «Io credo si possa razionalizzare l'uso di fitofarmaci e fertilizzanti e ridurlo della metà. Alcune mie aziende lo fanno già. Basta smettere con la monocoltura e introdurre la rotazione agraria». Altri applausi. E il referendum sui pesticidi voluto dai Verdi? «Ognuno farà le sue scelte. Io credo sia meglio non andare a soluzioni drastiche». Questa volta, silenzio di ghiaccio. Gardini si alza, accanto a Ruffolo. Tutto ritorna come prima. La Lega ambiente continua ad acquistare azioni. Fiat, Sip, Enimont. L'ultima volta, però, ha sbagliato giorno: ha scelto il venerdì nero di Wall Street. «Ci abbiamo rimesso un bel po' di soldi», annuncia Realacci. Pierangelo Sapegno Articolo di Edgar Morin A PAGINA 4 DEL FASCICOLO CULTURA

Luoghi citati: Cengio, Massa, Siena