Battaglia sull'avorio

Battaglia sull'avorio Artigiani e commercianti fanno lo sciopero della fame Battaglia sull'avorio Hong Kong si ribella al bando e chiede una seria regolamentazione La colonia britannica è uno dei maggiori centri di lavorazione HONG KONG NOSTRO SERVIZIO Nonostante la confisca da parte della dogana di Hong Kong di 700 chilogrammi di avorio, sbarcati ai primi di ottobre nel porto di Kwai Chung da una nave proveniente da Singapore, la colonia britannica intende opporsi al bando del commercio internazionale di animali e piante minacciati di estinzione, proposto da numerosi Paesi firmatari della convenzione dibattuta in Svizzera qualche giorno addietro. Hong Kong è stata criticata per il suo ruolo nel commercio internazionale di avorio, ma la colonia ribatte che un bando totale danneggerebbe gli artigiani e i commercianti locali (dall'altro ieri una dozzina di loro fa lo sciopero della fame) che acquistano legalmente gli stock di avorio. Il governo si preoccupa per gli stock di avorio nella colonia che ammontano ad oltre 670 tonnellate ed hanno un valore di mercato di un miliardo di dollari. A Hong Kong ci sono tremila persone che dipendono da questo commercio, dai piccoli artigiani fino ai venditori internazionali. Secondo Lawrence Lee, direttore del dipartimento per l'agricoltura e la pesca di Hong Kong, garantire il commercio degli stock esistenti significa consentire a queste persone un'attività sicura per alcuni anni, prima che si esauriscano gli stock già legalmente acquistati. Lee contesta anche le informazioni secondo cui i commercianti hanno fatto incetta di avorio, prevedendo l'imminente bando internazionale: «Non c'è alcun fondamento in queste affermazioni, dal momento che gli stock esistenti, circa 670 tonnellate, rappresentano le importazioni legali di oltre dieci anni». Hong Kong ha annunciato la sual'adesione ai Paesi che hanno temporaneamente proibito le importazioni di avorio in attesa di regole precise. Ma le importazioni illegali di avorio a Hong Kong continuano. Il governo sostiene di voler rispettare le disposizioni per un futuro bando del commercio dell'avorio, anche se questo significherebbe il graduale smantellamento delle attività che ne dipendono. In alternativa, chiede però che il commercio continui, anche se con controlli più rigidi, ma si tratta di una posizione in conflitto con quella della Gran Bretagna. Nonostante le dichiarazioni secondo cui le autorità di Hong Kong «si impegnano per la tutela delle specie in estinzione», Lee ha confermato che la colonia vorrebbe che il commercio dell'avorio fosse regolamentato da una commissione internazionale che applichi normative severe e una politica di tutela per gli elefanti africani. E ha aggiunto che un bando totale del commercio dell'avorio finirebbe per creare un fiorente mercato nero. Michael Marray Copyright «Financial Times» e per l'Italia «La Stampa¬

Persone citate: Lawrence Lee, Michael Marray