Il buonumore fa sbagliare di Fabio Galvano

Il buonumore fa sbagliare Il buonumore fa sbagliare CLONDRA UOR contento, dice il proverbio, il Ciel l'aiuta; ma lo fa anche sbagliare, postillano i ricercatori dell'Università inglese di Warwick. Hanno scoperto che il buon umore è cattivo consigliere; che quando si tratta di prendere decisioni importanti - negli affari, in famiglia o nei rapporti con il prossimo - è meglio non essere tanto su di giri. L'allegria, insomma, danneggia il cervello. Lo manda, provvisoriamente, in tilt. Siamo destinati a un mondo di musoni? Forse no, perché anche il cattivo umore in talune occasioni dà sgradevoli risultati. La miglior condizione, insomma, è quella che Mike Oaksford, 5 1 23 0> 771122"176003 umori rispettivamente buono, neutro e cattivo. Quando è stato chiesto loro di risolvere un complicato problema, solo il gruppo di umore neutro ha superato la prova a gonfie vele. Di fronte a un altro problema, consistente questa volta nel disporre alcuni cubetti in posizione tale da ottenere certi risultati, tutti hanno azzeccato la prima mossa; ma alla seconda i cuorcontenti si sono trovati nei guai. Significa allora che, per fare carriera e per vincere la partita della vita, occorre tenersi al largo dall'allegria? Significa che non bisogna più divertirsi perché il buon umore ti fa sbagliare? Questo pericolo, dice il professor Oaksford, non esiste; perché altri meccanismi governano il gusto di vita e l'atteggiamento verso il mondo. La sua, dice, vuol essere solo una spiegazione: del fatto che successo e humour non sempre vanno a braccetto. professore di psicologia, indica come «umore neutro». La sua spiegazione scientifica - è specialista dei processi legati al ragionamento - è che l'individuo ama ricordare i pensieri allegri, e con quelli occupa la «memoria lavorativa» del cervello (quella che in un computer si chiama Ram) togliendo spazio ai processi relativi alle decisioni da prendere. «Immaginiamo una lavagna con i disegnini dei pensieri allegri», dice: «Dove c'è spazio per le cose serie e noiose?». Bando al buon umore, quindi, quando si devono affrontare operazioni mentali che richiedono molta logica e metodo, sgradite al cervello. Gruppi di studenti dell'università sono stati sottoposti a vari test e le teorie del professor Oaksford sono state regolarmente dimostrate. Divisi in tre gruppi, hanno assistito in sale separate a un filmetto comico, a un documentario sulla natura e a un programma sullo stress mentale: destinati, appunto, a provocare Fabio Galvano

Persone citate: Mike Oaksford