E' lite su Sarajevo

E' lite su Sarajevo E' lite su Sarajevo / bosniaci: americani Vaccordo non si tocca mente sconsigliati», anche con il profilattico, i rapporti sessuali occasionali. Istruzioni sul comportamento da adottare durante il trasferimento da Ploce a Sarajevo erano state impartite dal maggiore Carancini. Sarà formato un convoglio frazionato in aliquote ognuna delle quali avrà in dotazione dei veicoli Vm 90 protetti ed armati: «Compito dei guastatori è dare sicurezza al convoglio. Nessuno, a parte gli uomini designati per la sicurezza del veicolo, dovrà scendere dal mezzo, neanche per fare la pipì». Andrea di Robilant Malgrado queste prime tensioni tra le autorità bosniache e il comando dell'Ifor, il portavoce delle unità dislocate a Sarajevo ha dichiarato ieri che il ritiro delle truppe dalle prime linee nella capitale bosniaca si sta svolgendo senza difficoltà. I miliziani di Karadzic hanno lasciato le loro postazioni sul monte Trebevic, a ridosso della città da dove hanno bombardato per più di tre anni il centro di Sarajevo. I soldati francesi dell'Ifor hanno preso il controllo di una quarantina di posti di blocco precedentemente in mano ai serbi o ai bosniaci. «Il piano di pace di Dayton non avrà un futuro finché non verrà trovata una soluzione per i serbi di Sarajevo», ha riaffermato ieri il presidente del «Parlamento» serbo-bosniaco Momcilo Krajisnik. «I serbi vogliono rimanere a Sarajevo, ma non vogliono vivere sotto le autorità musulmane. Noi non chiediamo la modifica dell'accordo di Dayton, ma il rinvio della questione di Sarajevo, altrimenti c'è il rischio di gesti incontrollati», ha spiegato il braccio destro di Karadzic che, dal momento della firma dell'accordo, ha preso di fatto il posto del leader serbo-bosniaco. Karadzic sembra infatti essere svanito nel nulla, soprattutto inseguito alle dichiarazioni dell'ammiraglio Smith riguardo a un suo possibile faccia a faccia con il capo dei serbi. «Se Karadzic si fosse presentato all'incontro, avrei dovuto farlo arrestare dai miei uomini», ha dichiarato il comandante in capo dell'Ifor dopo la sua riunione con i dirigenti serbo-bosniaci. A Belgrado, dove ieri sono atterrati quattro aerei americani con i soldati diretti in Bosnia, è arrivato il comandante della Nato generale Joulwan che ha incontrato il presidente serbo Milosevic. «Abbiamo parlato del dispiegamento delle forze dell'Ifor in Bosnia», ha detto il generale americano al termine dell'incontro, ma non ha voluto precisare se è stata toccata la questione di Sarajevo. ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Il governo bosniaco è «profondamente deluso» da alcune dichiarazioni del comandante in capo dell'Ifor, l'ammiraglio americano Leighton Smith, riguardo alla proroga di sei mesi richiesta dai serbi per la riunificazione di Sarajevo. Lo ha scritto in una lettera di protesta all'ammiraglio Smith il presidente bosniaco Alija Izetbegovic. «Il piano di pace non può essere cambiato in nessun modo. L'ammiraglio Smith può rinviare soltanto alcuni aspetti militari del piano nel caso ci fossero dei problemi tecnici. In ogni caso può trattarsi di un rinvio di pochi giorni» ha precisato il presidente Izetbegovic in una conferenza stampa. Molto più duro è stato il ministro bosniaco Hasan Muratovic, incaricato dei rapporti con la Nato. «Speriamo che l'ammiraglio Smith non lavori come Yasushi Akashi». A Sarajevo l'ex inviato speciale del segretario generale dell'Onu è stato considerato il miglior «alleato» dei serbi. «Se l'Ifor dovesse veramente concedere ai serbi la proroga della scadenza per la cessione dei quartieri di Sarajevo alle autorità federali, il governo bosniaco pretenderà la sostituzione degli ufficiali al comando dell'operazione», ha annunciato Muratovic, aggiungendo che in Bosnia devono venire quei soldati della Nato che sanno fare il loro lavoro. Ingrid Badurina