«Papà hai ucciso per amore ti perdoniamo»

Genova: dopo l'omicidio aveva tentato di togliersi la vita. Scarcerato dai giudici perché non punibile Genova: dopo l'omicidio aveva tentato di togliersi la vita. Scarcerato dai giudici perché non punibile «Papà hai ucciso per amore, ti perdoniamo» ■ Ammazzò la figlia handicappata, riaccolto in famiglia GENOVA. E' stato perdonato dai suoi familiari, e ha quindi potuto tornare a casa - giusto in tempo per festeggiare il Natale - Giuseppe Frediani, 70 anni, il pensionato di Riva Trigoso che nel gennaio dello scorso anno aveva ucciso con due colpi di pistola la figlia handicappata, Federica, di 39 anni. I giudici (e le perizie) lo avevano riconosciuto incapace di intendere e di volere al momento del delitto. Frediani era quindi stato dichiarato non punibile, e perciò è stato rimesso in libertà. Uscito dal manicomio giudiziario di Montelupo Fiorentino, l'uomo era stato ricoverato all'ospedale di Sestri Levante, dove però è stato dimesso nei giorni scorsi. Ha festeggiato il Natale a casa della figlia Maria Grazia. In questo periodo di festa il pensionato ha anche potuto riabbracciare la moglie Luisita e le altre due figlie, Giovanna e Albertina. Tutti avevano compreso lo stato di profonda depressione in cui si trovava l'uomo al momento del delitto, e hanno deciso di riaccoglierlo a casa. «Per la famiglia io e Federica eravamo un peso - ha spiegato Frediani -. Ho pensato che se ci toglievamo di mezzo sarebbe stata per loro, per gli altri componenti della famiglia, una liberazione. Credevo di poter decidere del mio destino e di quello di Federica. Invece sono stato costretto a fermarmi a metà strada: dopo i due colpi che hanno raggiunto mia figlia, la pistola si è inceppata. Durante questo lungo anno ci sono state notti che quasi impazzivo, pensando a ciò che avevo fatto». Frediani è tornato un uomo libero l'I 1 dicembre scorso. La corte d'assise di Genova lo aveva riconosciuto non puni¬ bile, e lo aveva dichiarato non socialmente pericoloso. Erano quindi scattate automaticamente le dimissioni dal manicomio giudiziario, dove era stato mandato su ordine del giudice per le indagini preliminari. L'omicidio di Federica Frediani era avvenuto il 12 gennaio scorso, nella casa di Riva Trigoso dove il padre (che tutti in paese chiamano Pinin) si era ritirato dopo la chiusura del bar che aveva gestito per anni. E soprattutto dopo che gli era stato diagnosticato un tumore all'intestino. Una notizia che aveva sconvolto la sua vita. E' la stessa figlia Maria Grazia a ricordare gli istanti che hanno preceduto la tragedia: «Gli avevo appena portato mio figlio - racconta - al quale è affezionatissimo. Lui però quel giorno era freddo, indifferente, sembrava quasi un altro Nella foto, Federica Frediani, uccisa dal padre lo scorso gennaio «lo e Federica eravamo diventati un peso per la nostra famiglia e allora ho deciso di ucciderci» uomo». L'avvocato difensore Piero Nicolini, dichiara: «Era depresso, soffocato da una profonda malinconia e dalla consapevolezza di essere diventato un uomo inutile». Frediani quel giorno aveva caricato la pistola, aveva chiamato la figlia nella camera, l'aveva fatta sedere sul lettone e aveva premuto due volte il grilletto. Poi aveva rivolto l'arma contro se stesso, ma la pistola si era inceppata. Spiega ancora l'avvocato Nicolini: «Aveva inglobato tra le sue malattie anche quella della figlia. Voleva che anche lei smettesse di soffrire. E' stato un atto d'amore». [r. cri.)

Luoghi citati: Genova, Montelupo Fiorentino