Ma Erbakan non è Khomeini
Ma Erbakan non è Khomeini Ma Erbakan non è Khomeini // suo sogno è economico, non religioso ROMA. Marco Lorenzetti, l'agronomo italiano rapito la scorsa settimana in Somalia, è stato liberato. Ieri sera era già arrivato in volo a Nairobi ed era atteso il suo rientro in Italia. Lorenzetti, 35 anni, originario di Ferrara, era stato rapito lunedì della scorsa settimana in un villaggio a Nord Est di Mogadiscio. Giovedì era stato trasferito a Baidoa, 250 km a Nord Ovest della capitale somala, dopo che il generale Aidid, autoproclamatosi presidente della Somalia, aveva imposto ai sequestratori, appartenenti al suo stesso clan, di consegnargli l'ostaggio. Aidid aveva parzialmente giustificato il rapimento affermando che l'italiano era entrato in Somalia illegalmente (ma nel Paese non esiste da anni alcun governo in grado di autorizzare un ingresso legale). Nella mattinata di ieri Aidid ha incontrato a Baidoa il presidente del Consorzio europeo di ne vissuto in una dimensione totalmente opposta: non soltanto perché la Turchia ha l'orgoglio di una storia che non ha mai subito dominazioni, e non soffre le rabbie vendicatrici dei secoli di colonialismo patiti dal mondo arabo; ma anche perché la contraddizione di una maggioranza relativa della società che ora sceglie il partito del fondamentalismo religioso convive senza gravi contrasti (almeno finora è stato possibile) CORNO D'AFRICA Per il signore della guerra «era entrato nel Paese illegalmente». Roma nega qualunque concessione con una dottrina rigorosamente laica dello Stato e con una forte propensione «occidentalista» delle istituzioni. Di questa dottrina laica, e di questa propensione culturale verso l'Europa, fu severo padre fondatore Kemal Pasha «Atatùrk», l'uomo che inventò la Turchia sulle ceneri dell'Impero Ottomano; e alla morte, il generale Kemal lasciò questo suo legato come dovere fondamentale delle forze armate turche. L'ammonimen¬ to che il capo di Stato Maggiore ha lanciato venerdì ai suoi concittadini («Attenti, l'esercito vigila»), più che la minaccia su un'intenzione di voto era dunque il richiamo alla fedeltà di valori costituzionali che nessun partito può pensare di abbattere. In una vera democrazia «europea», parole simili avrebbero comunque liberato un canaio giustamente ringhiante per l'indebita intrusione dei milita¬ ri; la Turchia è però una democrazia un po' speciale, un po' com'è la sua geografia, che è fatta allo stesso tempo di un lembo d'Europa - l'ultimo verso Oriente - e del largo pianoro dell'Asia che si distende sull'altra sponda dei Dardanelli. E' questa concezione un po' speciale della democrazia che ha fatto della Turchia, prima ancora della Spagna alla morte di Franco, il primo Stato dell'era moderna dove una dittatura
Persone citate: Aidid, Erbakan, Kemal Pasha, Khomeini, Lorenzetti, Marco Lorenzetti
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