A Betlemme il grido di Arafat «Fratelli sulla stessa terra»

A Betlemme il grido di Arafat «Fratelli sulla stessa terra» A Betlemme il grido di Arafat «Fratelli sulla stessa terra» che, i candidi chador. Arrampicati a venti metri d'altezza su un terrazzino mobile, «dono dello Stato italiano», alcuni militanti cristiani non smettono di addobbare con fili rossi e lucenti un gigantesco albero di Natale. «Speriamo bene». Un'impiegata del Comune, musulmana, sospira: «In questi giorni la polizia tiene sotto controllo tanta gente, ma è difficile sorvegliare tutti i pazzi estremisti che ci sono in giro». «Da Betlemme, città della pace - dice Arafat - vi dico che è importantissimo partecipare alle elezioni prossime venture. Si tratta di creare il Parlamento palestinese per la prima volta, è un dovere per tutti noi...». A Betlemme sono previsti quattro candidati eletti: due musulmani e due cristiani, nonostante la terribile espulsione che ha ridotto i credenti in Gesù da 60 mila negli Anni Cinquanta a 11 mila soltanto. «Sono sicuro - commenta padre George, il parroco della chiesa della Natività che organizza la grande Messa di stanotte - che il fatto che Arafat sia qui con noi darà un segnale molto opportuno ai musulmani, un segnale di pace. Forse d'ora in avanti noi cristiani potremo vivere un po' più tranquilli». Sospira, padre George, ma Arafat finisce con molte benedizioni per tutti, con il ricordo reiterato dei martiri dell'Intifada, con incitamenti a cristiani e musulmani ad andare d'accordo. Ma soprattutto spande sulla piazza l'energia del suo carisma indiscusso, e trova una risposta imme- diata in canti, in balli, in movimenti a ondate della folla. I militi imbracciano i mitra con grande convinzione. Si improvvisano balli che somigliano alle nostre danze sarde, vecchi scuri e bellissimi sembrano ubriachi di gioia guerriera, saltano come bambini. Ogni volta che uno di loro si muove, si vede come la so¬ cietà palestinese sia fatta a chiazze: chiazze di abbigliamento, di colore, di carattere. Ogni famiglia, enorme, segue il suo capo. Quando Arafat se ne va dal tetto della chiesa che sotto di lui, silenziosa, ospita l'oscurità e il raccoglimento delle ore precedenti alla nascita di Gesù, Betlemme prosegue questo Natale dice a una donna cristiana la moglie di Arafat Suha, giunta la sera prima, ha evitato la folla ed è andata a inginocchiarsi dentro la chiesa della Natività sulla mangiatoia tenendo in braccio ' la bambina nata dal matrimonio col capo palestinese. Per la prima volta la minoranza cristiana in città andrebbe a Messa stanotte nella chiesa della Natività: «Finora - ci racconta padre Peter Madros, un pastore amatissimo a Beit Zahur, il sobborgo più cristiano di Betlemme, dove tutti gli baciano la mano ricordando la sua forza di patriota durante l'Intifada, ma anche la sua severità con gli studenti che preferivano stare per strada a tirare pietre piuttosto che studiare - mi sono sempre rifiutato di andare alla Messa di Natale. Non volevo che la mia concentrazione per la nascita di Gesù Cristo fosse spezzata da un soldato israeliano, magari un ragazzino di 18 anni che non sapeva quel che faceva, che mi fermava per strada, con voce e gesti aggressivi, sulla strada della mia chiesa, della mia casa. Non volevo neppure rischiare gli sberleffi dei miei fratelli musulmani. Non c'è posto, di Natale, per i sentimenti di rabbia, di dolore e tanto meno di odio. Così, magari, ho sempre preferito guardare alla tv la Messa del Papa e lasciare che i turisti divorassero la mia chiesa, la mia Grotta della Natività». Per tanti, quasi per tutti i cristiani di Betlemme, finora il Natale è stato cosi: restarsene a casa, senza cenone, senza regali, in segno di lutto e di tristezza per i molti che erano all'estero, in Giordania, in Egitto, e che in infinito di festeggiamenti: si accendono l'estoni di luci per tutta la collina. La coincidenza della data della Liberazione con quella che la cristianità ritiene il suo Messia abbia portato al mondo, rende questi giorni i più pregni di simboli per i palestinesi, e per il mondo intero. Silenziosa e composta ma emancipata come si ad- V O G ......... ............ ......

Persone citate: Arafat, Arafat Suha, Gesù, Messia

Luoghi citati: Betlemme, Egitto, Giordania