Alessandro eredità infinita di Sabatino Moscati
La grande mostra sul Macedone La grande mostra sul Macedone Alessandro eredità infinita f*l ROMA I ' HI visiti la grande mostra I su Alessandro Magno, apI i pena aperta in Palazzo RuSA1 spoli, si chiederà via via che procede di stanza in stanza, attraverso la spettacolarità e la grandiosità delle opere presentate: v'è in queste opere, per cui la Grecia ha dato un contributo di concessioni determinante, solo l'immagine della straordinaria avventura storica di cui il Macedone fu il protagonista, o v'è qualcosa di più, come una chiave di lettura che illumini di luce nuova e originale quella vicenda? Quest'ultimo è certamente il caso, quando si osservi che la vicenda di Alessandro viene presentata (certo per scelta del Comitato scientifico coordinato dal direttore della Scuola archeologica italiana in Atene, Antonino Di Vita) lungo due direttrici e linee maestre: la prima è l'ampio e approfondito inquadramento negli ambienti e tra i popoli in cui si svolse l'avventura del Macedone; la seconda è il formarsi, l'affermarsi e il trionfare della leggenda che ne fece un personaggio sovrumano, destinato a rimanere segno e simbolo oltre il suo tempo. Dalla storia al mito, dunque. Ed ecco in primo luogo la nascita in Macedonia, un'aspra terra nel Nord della Grecia, dove il padre Filippo dice secondo Plutarco: «Figlio mio, cercati un altro regno che sia pari a te: perché la Macedonia non può più contenerti». E lo stesso Plutarco crede alle origini divine, affermando che Alessandro discendeva per parte di padre da Eracle e per parte di madre da Achille. Le eccezionali scoperte delle tombe regie di Verghina, che ci hanno restituito le anni e le immagini dei sovrani macedoni, coronano questa parte della mostra. Ma ecco, procedendo, la costante e preminente ambientazione delle conquiste nel quadro delle conoscenze sui popoli che Alessandro soggiogò: primi fra tutti i Persiani, le cui creazioni di cultura e d'arte hanno gran parte nella ricostruzione dell'avventura verso l'Oriente. Né mancano notazioni curiose sulla differenza tra i rozzi Macedoni e i raffinati Persiani, narrataci dal solito Plutarco: Alessandro «dopo la battaglia andò a detergersi nel bagno del vinto Dario. Quando vide bacinelle, brocche, vasche, vasi tutti in oro, e il luogo soavissimo di aromi e unguenti... rivolto agli amici esclamò: questo, a quanto sembra, è l'essere re!». Il mito di Alessandro, si osservi, nasce quand'egli è ancora vivo: non a caso le popolazioni vinte cominciano a considerarlo un dio, in particolare come figlio dell'egiziano Amon. Ma è subito dopo la morte, immatura e misteriosa (una malattia contratta in Oriente? un avvelenamento per opera di nemici macedoni?), che il mito si afferma e dilaga, inducendo a cercare in più luoghi del mondo quella tomba che invece la storia ci documenta ad Alessandria. E' recente il clamore suscitato da un'archeologa greca, che afferma di aver trovato la tomba nell'oasi di Siwa in Egitto; ma senza dare prove adeguate, almeno finora. E qui le due linee maestre dell'esposizione convergono e si unificano, seguendo e documentando il mito di Alessandro quale si afferma e si diffonde nel tempo e nello spazio. Lo riflettono le stoffe, i monili, gli arredi del Medioevo cristiano e dell'Islam. Lo raccontano le tradizioni letterarie più ricche e varie tra l'Occidente e l'Oriente, arricchite da miniature preziose. La mostra si chiude, emblematicamente, con uno splendido piatto smaltato di produzione orientale che raffigura l'ascesa di Alessandro al cielo su un carro tirato da due grifoni. Il mito non è mai senza fondamento. E certo la figura di Alessandro, per la prima volta ricostruita e ambientata con tanta efficacia, ne dà la dimostrazione. La storia ha conosciuto altri grandi condottieri: ma per lo più la loro avventura (si pensi a Annibale, o a Napoleone) finì con loro, e essi stessi ne videro la fine. Alessandro no: Alessandro lasciò un impero che si sarebbe ancor più diffuso e affermato pur nell'inevitabile frantumazione, una cultura (quella ellenistica) che avrebbe dominato il mondo fino a essere assorbita, ma non certo annullata, nel nuovo impero di Roma. Sabatino Moscati
Persone citate: Alessandro Magno, Antonino Di Vita, Persiani
Luoghi citati: Alessandria, Atene, Egitto, Grecia, Macedonia, Roma
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