Una donna sola sfida l'Amazzonia di Angela Bianchini

Una donna sola sfida l'Amazzonia Una donna sola sfida l'Amazzonia Angela Bianchini OGGI il villaggio ecuadoriano di Cajabamba, a circa 110 chilometri a Sud di Quito, è un posto come un altro. Il villaggio andino si estende per un chilometro o poco più lungo la Pan American Highway, e la maggior parte dell'attività cittadina ruota intomo alla fermata dell'autobus. I turisti di passaggio potrebbero fermarsi lo stretto necessario per scrutare il pendio di una collina a Nord del villaggio, in cerca di una cicatrice lasciata dal grande terremoto del 1797, che gettò un fiume di fango sulle sottostanti case di mattoni cotti al sole, uccidendo migliaia di persone. A quei tempi, era un posto completamente diverso. Ci vivevano più di sedicimila persone, e Riobamba - come allora veniva chiamata - era una delle più graziose cittadine coloniali del Perù, abitata da musicisti, artisti e ricchi proprietari terrieri». Comincia così, con questa andatura tranquilla. La moglie del cartografo, dal sottotitolo significativo «Una storia vera di amore, morte e sopravvivenza in Amazzonia», autore il giornalista e divulgatore scientifico inglese Robert Whitaker. Prende spunto, tutta la vicenda, da una testimonianza del passato e segno di antico splendore, che sopravvive nella cittadina ecuadoriana: il busto dorato di una donna. Il busto è in rovina, la maggior parte dei cittadini non saprebbe indicarne l'identità, e, tuttavia, ai suoi tempi, la signora del busto era celebre e la sua storia incantò lEuropa. Si trattava di Isabel Godin che, la mattina-del 1 ottobre 1769 partì per un viaggio che ancora oggi suona incredibile. Di tutto il libro, il viaggio della Godin è certamente la parte, più breve, ma più interessan¬ te e drammatica, quella che più cattura l'interesse del lettore. Tuttavia non avrebbe mai avuto luogo se, a precederla non ci fossero stati grandi eventi, che, mutando totalmente le conoscenze scientifiche, aprirono prospettive interamente nuove. E', insomma, anch'essa, in certo senso, come microstoria, parte di una più vasta rivoluzione. L'Europa intellettuale del XVIH secolo era divisa su un dilemma fondamentale, vale a dire che fonna avesse la terra: cioè se fosse schiacciata ai poh oppure all'equatore, opponendosi e contrastandosi allora le teorie newtoniane, sostenute daUlnghilteira e da illuministi quale Voltaire e quelle cartesiane. Queste ultime, anche per motivi patriottici, erano invece dogma per l'Accademia deUe scienze francese. E proprio per sostenere la dottrina dì Cartesio, ormai attaccata anche in Francia, l'Accademia inviò nel 1735 in Sudamerica ima spedizione che aveva per scopo la misurazione, più precisa possibile, della lunghezza di un grado di longitudine lungo l'equatore. Era guidata da uno scienziato famoso Charles-Marie de la Condamine e riuscì a fame parte anche un giovane di nome Jean Godin: proprio colui che, dopo sette anni di viaggi, esplorazioni, misurazioni e traversie di tutti i generi, conosciuta la giovanissima, appena tredicenne, Isabel de Gramesón di origine francese, si fidanzò con lei e poi, con il consenso generale, la sposò. E la storia avrebbe potuto concludersi qui, con un happy ending tra due mondi. Accadde invece che Godin non trovò né soldi né riconoscimenti e per riuscire a tornare in Francia si spostò nella Guyana francese. A questo punto, Isabel rimane sola, perde l'unica figlia che non ha mai più rivisto il padre, e dopo aver atteso il marito per circa vent'anni, decide di andare lei, lei donna inerme, a andare a cercarlo. E la sua traversata della selva amazzonica in mezzo a pericoli innominabili, perdite umane e materiali di tutti i generi (bclhssima la scena in cui gli indios esterrefatti la vedono indossare un paio di pantaloni) è davvero un pezzo da antologia come lo è il ricongiungimento con il marito. Delle due vicende, quella della spedizione Condamine, con tutti le possibili complicazioni diplomatiche di un mondo diviso tra le sovranità conflittuali della Spagna, della Francia e del Portogallo, e difficili problemi scientifici da affrontare ogni giomo e l'altra, più veloce e personale, di Isabel, è la seconda, naturalmente, a avere la meglio. E il tutto è riscattato dal congiungimento, questa volta definitivo, tra Jean e Isabel: perché lei, invecchiata, incanutita, il viso segnato dalle cicatrici dei morsi degli insetti, orbata di figli e fratelli, ricompare davvero, a bordo di una goletta, davanti agh occhi del marito, che non sperava più di rivederla. E riescono a finire la loro vita tormentata proprio in Francia, in campagna, in compagnia del padre di lei, allevando come un figlio un nipote arrivato da Riobamba. Chi volesse curarsi di tutte le ansie della nostra epoca, potrebbe andare a ritrovare Isabel nel cimitero di Saint Amand, dove fu sepolta all'età di sessantacinque anni oppure nel Perry dove vivono ancora i suoi discendenti. «La moglie del cartografo» di Robert Whitaker: Isabel Godin alla ricerca del marito, scomparso nella Guyana francese dopo aver partecipato a una spedizione scientifica Isabel de Gramesón, di origine francese, è «La moglie del cartografo» Robert Whitaker La moglie del cartografo trad. di Barbara Gagliano Garzanti, pp. 319,2.18 SAGGIO

Persone citate: Gagliano, Godin, Isabel Godin, Jean Godin, Robert Whitaker

Luoghi citati: Europa, Francia, Perù, Portogallo, Quito, Spagna, Sudamerica