Arrestato il prete degli immigrati

Arrestato il prete degli immigrati LECCE, ACCUSATO DI SEQUESTRO DI PERSONA Arrestato il prete degli immigrati Tonio Attino LECCE Per la Chiesa, un difensore degli ultimi, il direttore di un centro di accoglienza al servizio dei poveri e degli oppressi. Per molti volontari laici, per Rifondazione comunista e i ((no global», più semplicemente il direttore di un lager in cui gh immigrati sono stati sempre trattati da reclusi. Fino a venerdì sera don Cesare Lodeserto veniva descritto così, a seconda delle angolazioni. Nessuno aveva detto ancora che meritasse l'arresto. E' stato arrestato, venerdì sera. Accusato da quattro immigrate moldave, il sacerdote che dirige il centro di accoglienza della Curia di Lecce è finito in carcere per sequestro di persona, abuso dei mezzi di correzione, induzione a delinquere e calunnia. In breve, avrebbe impedito alle immigrate di lasciare il centro di accoghenza salentino sottraendo loro il permesso di soggiorno e - altra accusa - avrebbe indotto un testimone in un processo a suo carico a dichiarare il falso. Già coinvolto in altre inchieste aperte dalla magistratura sul centro di accoglienza Regina Pacis di San Foca (Melendugno, Lecce), don Cesare Lodeserto è, oltre che il braccio destro dell'arcivescovo di Lecce, monsignor Cosmo Francesco Ruppi, l'uomo che ha rappresentato la Chiesa leccese in prima linea neh' accoghenza dei profughi arrivati a migliaia negh anni novanta in Salente. Don Cesare, 45 anni, è stato arrestato a Quistello (Mantova), dove era in visita a un centro di accoghenza della Fondazione Regina Pacis che il sacerdote ha fondato e dirige. Un altro centro è stato aperto in Moldavia con l'obiettivo di salvare dalla strada centinaia di ragazze nel Paese che alimenta in Europa il mercato della prostituzione. D sacerdote è rinchiuso nel carcere di Verona, dove martedì verrà interrogato per rogato¬ ria dal giudice per le indagini preliminari Paola Vacca, a meno che nelle prossime ore non se ne disponga il trasferimento in Puglia. L'indagine viene condotta a Lecce dal sostituto procuratore Carolina Elia e s'incastra in un'altra inchiesta già arrivata al processo. Un processo in cui Lodeserto, con altre 18 persone tra volontari, carabinieri e medici, è accusato di lesioni, abuso di mezzi di disciplina e falso, cioè di maltrattamenti ai danni di diciassette maghrebini che il 23 novembre del 2002 tentarono di fuggire dal Regina Pacis di Melendugno per evitare il rimpatrio. Indagando su quella vicenda, la magistratura si è imbattuta nel racconto di quattro ragazze moldave secondo le quali Lodeserto le avrebbe tenute rinchiuse nel centro di accoghenza. Per di più, il sacerdote - secondo le accuse avrebbe indutto 'in testimone chiave a dichiarare il falso nel processo che si sta celebrando dinanzi alla seconda sezione penale del tribunale di Lecce. In passato residenza estiva del vescovo e colonia per bambini, nel pieno dell'emergenza immigrazione il Regina Pacis fu trasformato dalla Curia in centro di accoghenza e nel 1998 destinato a ospitare gh immigrati. Divenuto Cpt, ossia centro di permanenza temporanea - status al quale ha rinunciato nel dicembre 2004 restando centro di accoghenza '- il Regina Pacis fu avamposto della solidarietà. Si calcola che fino ad oggi siano passati dal Regina Pacis 50inila persone, in gran parte albanesi, kosovari, serbi, curdi, moldavi. Nel '99 il centro fu visitato dal presidente della Repubblica Ciampi. Con l'accusa di peculato don Cesare è coinvolto anche in un'inchiesta sulla gestione finanziaria del Regina Pacis. I magistrati leccesi sospettano una doppia contabilità e la distrazione dei fondi destinati dallo Stato all'accoglienza degli immigrati. Accusa dalla quale è stato invece scagionato l'arcivescovo Ruppi

Persone citate: Carolina Elia, Cesare Lodeserto, Ciampi, Foca, Francesco Ruppi, Lodeserto, Paola Vacca, Tonio Attino