Anche la Moldova volta le spalle al Cremlino di Anna Zafesova

Anche la Moldova volta le spalle al Cremlino GLI OSSERVATORI DELLA DUMA VENGONO RESPINTI ALLA FRONTIERA PERCHE' CONSIDERATI «AGITATORI» Anche la Moldova volta le spalle al Cremlino Alle elezioni vince il pc filoeuropeo, l'opposizione accetta il risultato Anna Zafesova MOSCA Nessuna rivoluzione di piazza in Moldova, ma una vittoria largamente annunciata del partito comunista che alle elezioni legislative di domenica ha ottenuto, stando ai primi exit polis, il 42 per cento dei voti. L'opposizione della lista centrista «Moldova Democratica» ha raggiunto, sempre secondo le proiezioni preliminari, il 28 per cento, mentre il partito democristiano di Juri Rosea, l'oppositore che aveva promesso una rivolta popolare sul modello di quella ucraina, ha preso circa il 14 per cento. Eppure la rivoluzione si compie lo stesso, dopo che quasi il 60 per cento degh 2,3 mihoni di elettori moldavi si è presentato ieri alle urne nonostante il maltempo e la pioggia gelida, per quello che viene visto come un voto di svolta nello spazio postsovietico, un'altra rottura con Mosca che passa attraverso le urne. E il risultato del Pc è un'ennesima sconfitta per il Cremlino: dopo l'uscita dai ranghi di Kiev e Tbilisi anche Chisinau punta verso l'Europa. Ma stavolta per paradosso non è un'opposizione filoccidentale a operare la svolta a U, bensì proprio quel partito comunista che nel 2001 sostituì al potere i nazionalisti fllorumeni per riportare la Moldova all'ovile russo. Vladimir Voronin, il presidente rosso che a questo punto quasi sicuramente si vedrà rinnovare il mandato dal parlamento neoeletto, in pochi mesi da uomo di Putin è diventato più antirusso dei suoi oppositori nazionalisti.^ Alla vigilia del voto aveva accu-' sato il Cremlino di «ingerenza» nella campagna elettorale, e un centinaio di osservatori russi che volevano monitorare il voto sono stati fermati alla frontiera oppure addirittura espulsi dal territorio moldavo. La spiegazio- ne ufficiale è che potrebbero essere «agitatori» che. - come già accaduto in Ucraina - fanno il gioco dei candidati sostenuti da Mosca. Che in questo Paese dei paradossi sono proprio gh oppositori della «Moldova democratica», i quali spingono verso ima maggiore integrazione con la madre Russia mentre il pc brandendo falce e martello invoca l'adesione alla Nato e all'UE. E infatti l'unico osservatore russo, entrato in Moldova con la delegazione del Consiglio d'Europa, ha denunciato «irregolarità che mettono in dubbio il voto». Ma - nonostante il predominio del partito di governo nei media e la scontata collaborazione delle amministrazioni locali - gli osservatori europei non hanno rilevato violazioni gravi. Il voto dal quale emergeranno parlamento, presidente e governo è stato compatto e di 11 liste in lizza probabilmente soltanto tre si spartiranno l'emiciclo di Chisinau. Dove comunque il pc vede ridotta la sua presenza: alle elezioni del 2001 conquistò 71 seggi su 101. Ma la rielezione di Voronin appare scontata grazia alla svolta geopolitica che gh ha permesso di conservare il potere ed evitare il rischio di ima «rivoluzione color vino» sognata dai suoi nemici. La tecnica di far cadere il regime denunciando brogh in questo caso sembra non funzionare e lo stesso SerafimUrechean, sindaco della capitale e leader di quella «Moldova democratica» che il Cremlino avrebbe voluto veder vincere, ha dichiarato ieri sconsolato di «non vedere ragioni per una rivoluzione». Il governo di Putin ha reagito al cambiamento di rotta di Chisinau con la consueta durezza applicando al Paese più povero d'Europa il ricatto delle sue forniture energetiche. Alla vigilia deUe elezioni la Duma ha anche chiesto sanzioni economiche contro i moldavi e la tv russa - trasmessa in Moldova - ha fatto pesanti insinuazioni su Voronin. Dandogli ulteriori giustificazioni per la sua rottura con Mosca: «Abbiamo superato il livello delle relazioni stabilite 15 anni fa», ha dichiarato il presidente che prima delle elezioni ha stretto un'alleanza con gli «antirussi» Viktor Yushenko e Mikhail Saakashvili. Putin ha applicato contro Chisinau il ricatto delle forniture di energia minacciando anche sanzioni economiche Un'anziana abitante di un villaggio delia campagna moldava vota a domicilio infilando la scheda in un'urna mobile

Persone citate: Juri Rosea, Mikhail Saakashvili, Putin, Viktor Yushenko, Vladimir Voronin, Voronin