A Venezia l'Unione non ricuce, Cacciari contro Casson

A Venezia l'Unione non ricuce, Cacciari contro Casson CI SARANNO UNDICI CANDIDATI SINDACO CON 24 LISTE TRA PARTITI E MOVIMENTI A Venezia l'Unione non ricuce, Cacciari contro Casson E Prodi attacca: «Siete voi l'anomalia in Italia» VENEZIA Nonostante un tentativo in extremis da parte di emissari della Quercia, non si è sanata la frattura tra De e Margherita per il Comune di Venezia: alla chiusura del termine per le candidature, ieri a mezzogiorno, si è saputo che saranno undici gh aspiranti sindaco, appoggiati da 24 liste tra partiti e movimenti civici. Con i Ds si presenta il magistrato Febee Casson, con la Margherita il filosofo Massimo Cacciari. Considerando il sistema elettorale per le comunah, a doppio turno, qualcuno le considera «primarie» nel centrosinistra. Ma ieri Romano Prodi non ha affatto gradito gh attacchi di Cacciari, rispondendogli che «il problema non è frenare l'anarchia nel centrosinistra, ma a Venezia. Quello è il caso anomalo nel Paese. In 14 Regioni, con fatica e sacrificio abbiamo raggiunto l'unità». Assieme all'ex sindaco e al magistrato in aspettativa ci sono in lizza altri nove candidati, di cui quattro riconducibili al centrodestra, con Forza Italia, Lega e An che vanno anche loro ognuno per la propria strada. Nella città lagu- nare emerge un panorama quanto mai frammentato. L'attenzione è rimasta puntata fino all'ultimo su cosa succedeva in casa Ds. n nome di Cacciari aveva trovato consensi anche tra i diessini locali, anche se il partito aveva già espresso l'indicazione dell'appoggio a Casson, assieme ad altre . componenti, tra cui il polo rossoverde. Alla fine, nelle prime ore di ieri dall'incontro è emersa la conferma del via libera al giudice. «Abbiamo deciso come Ds - ha detto Delia Murer, segretaria provinciale - di proseguire con la candidatura di Casson». Un nome, secondo la Murer, che può rappresentare il volano per un nuovo rapporto con la società. Su Cacciari sembra pesare il «niet» che aveva opposto a tutta la coalizione solo domenica scorsa, quando gh era stato proposto il «sacrifìcio» di candidarsi. La Margherita ha affidato il suo disappunto ad una secca nota. «Siamo noi a trovarci di fronte ad un gravissimo ostracismo contro gh impegni e gh accordi che sono alla base di una federazione dell' Ulivo e di una alleanza di centrosinistra improntate a lealtà e imita». Non sono contenti i Ds, ma invitano a non drammatizzare. «Forse a Venezia era megho fare le primarie - ha detto da Cortina Massimo D'Alema -, certamente sarebbe stato megho fare diversamente da come si è fatto». D'Alema ha parlato di una speranza non avverata: «Avevo sperato che attorno al nome di Cacciari si trovasse l'unità del centrosinistra. Purtroppo era tardi e non è stato possibile». Piero Fassino ha però puntato il dito sulle «responsabilità» che porta anche Cacciari: quando si era parlato di Alessio Vianello (candidato della Margherita voluto anche da Cacciari), «il sindaco della Margherita della città ha annunciato che avrebbe presentato una Usta civica a sostegno di un altro candidato». E se non si sono rassegnati Bertinotti e Pecoraro, che hanno invitato i dieUe a ripensarci e a ricucire lo strappo. Franco Marini ha spiegato che il problema non è solo Venezia. «Dobbiamo parlarci fuori dai denti dice il responsabile organizzativo della Margherita -. Se la Fed si inceppa, non sarà il motore dell' Unione, ma solo il rimorchio». Con Cacciari e contro Casson si è confermato anche lo Sdi. «I giudici facciano i giudici», ha taghato corto Ugo Intini. Ir. i.] Marini: «Se la Fed si inceppa, non sarà il motore dell'alleanza ma soltanto il rimorchio» Fassino: «Anche l'ex sindaco responsabile di questa frattura» Massimo Cacciari, Margherita Felice Casson, Ds

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