Fazio più forte, così cambia il risiko di Francesco Manacorda

Fazio più forte, così cambia il risiko LE STRATEGIE DEL MONDO BANCARIO DOPO IL VIA UBERA ALLA LEGGE SULRIS^ Fazio più forte, così cambia il risiko Àbn pronta allo scontro con Lodi. Bbva più fredda su Roma analisi Francesco Manacorda MILANO GLI olandesi di Abn Amro che tattica o strategia? - tengono calde le braci di una possibile Opa suAntonveneta, soffiandoci sopra di quando in quando e portando il titolo a sfiorare ormai i 23 euro. Gli spagnoli del Bbva i quali, viceversa, lasciano intendere che potrebbero anche decidere un passo indietro dalla Bnl e da quest'Italia bancaria così fredda nei loro confronti. Dopo che una compatta maggioranza parlamentare ha eliminato in un sol colpo il mandato a termine del Governatore della Banca d'Italia e lo sfratto da via Nazionale delle competenze antitrust nel settore creditizio, Antonio Fazio risulta innegabilmente rafforzato, ma al tempo stesso sarà costretto ad esprimere in modo chiaro - se non altro perché la stagione delle assemblee societa¬ rie è alle porte - la sua posizione su alcune importanti partite, non sono transfrontaliere, del settore creditizio. Privi di fondamento sembrano essere invece i «boatos», tanto intensi in questi giorni quanto interessati, secondo cui una volta ottenuto l'assenso del parlamento all'assetto attuale di Banca d'Italia, Fazio potrebbe essere tentato dal bel gesto di varare autonomamente la riforma dello statuto della Banca in modo da porre un limite al mandato del Governatore. Se via Nazionale ha finora difeso strenuamente le proprie prerogative non si capisce perché, adesso che queste sono state riaffermate anche dal Parlamento, fare una marcia indietro che suonerebbe come un tardivo pentimento. Banche e banchieri in Italia e fuori stanno dunque misurando con i loro metri quali effetti avrà la posizione rafforzata del Governatore. La situazione più difficile sembra essere proprio quella degli olandesi di Abn-Amro, imballati da mesi in una guerrigha sorda su Antonveneta (di cui hanno il 12,720Zo) con la Popolare di Lodi, che punta ad aggregare la ben più grande banca padovana guida oggi da Piero Montani. All'Aja nulla è ufficialmente cambiato, il presidio e la valorizzazione degli investimenti - oltre ad Antonveneta c'è il 90Zo di Capitalia - continua ad essere la linea su cui ci si muove in Italia come nel resto d'Europa. E se le voci ricorrenti di una possibile Opa degli olandesi su Antonveneta trovano sostanziah smentite, quel che è certo è che Abn non vuole trovarsi all'assemblea del prossimo 14 maggio costretta a un faccia a faccia con la Lodi e i suoi alleati: la questione andrà risolta prima senza escludere nemmeno il ricorso alla tanto evocata Opa ostile. Sul fronte Bnl, invece, gh spagnoli della Bbva si troveranno con ogni probabilità di fronte a un allargamento del patto di sindacato cui partecipano, dopo essere stati fermati proprio da Fazio sulla strada di un aumento della loro partecipazione oltre il 14,720Zo che già hanno. Ma a un Governatore rafforzato e a una linea spesso riaffermata dalla Banca d'Italia, che frena le operazioni transfrontahere - sostenendo che il sistema creditizio italiano è già controllato da operatori esteri più di quanto lo sia la media dei sistemi europei - e impedisce intanto grandi aggregazioni nazionah per gh effetti negativi che queste avrebbero sulla concorrenza, fa riscontro una posizione dei maggiori banchieri italiani che considerano probabili, se non inevitabili, operazioni anche intemazionali che potrebbero coinvolgere i loro istituti nei prossimi due o tre anni. Lo conferma Claudio Scardovi, amministratore delegato della filiale italiana di Mercer Oliver Wyman, una delle multinazionali della consulenza bancaria che ha appena concluso uno studio assieme a Morgan Stanley dedicato proprio al «Consohdamento bancario europeo», rovesciando l'assunto secondo cui le fusioni trasfrontaliere generano scarso valore e sottolineando invece i vantaggi che verrebbero dalle sinergie, specie nel settore informatico, e la spinta alle operazioni che arriverà dal capitale liberato grazie all'applicazione di Basilea n. «Nelle interviste per lo studio che abbiamo fatto in Italia con i manager dei primi sei o sette gruppi bancari e in alcuni casi anche con i loro maggiori azionisti - spiega Scardovi - abbiamo rilevato con un certo stupore che c'è molta apertura sul tema delle operazioni cross-border,, ma anche la preoccupazione che, data la loro disponibilità finanziaria, poche banche ù aliane possano avere un ruolo acquisitivo in uno scenario europeo, mentre le altre di dovranno limitare a matrimoni tra eguali o a combinazioni che le vedranno in posizioni subalterne». E nel confermare che molti progetti sono allo studio nel mondo del credito «anche in singoli settori come il risparmio gestito o le assicurazioni vita, o ancora nel corporate e investment banking», Scardovi spiega anche che la logica che sta alla base di queste operazioni è che «ormai questi settori le economie di scala si raggiungono solo su volumi continentali» e che quindi anche in Italia si ragiona su «come mantenere un presidio distributivo che consenta di scaricare i costi a valle, ma allo stesso tempo di fare economie di scala a monte». Non è detto comunque che la congiuntura che ha portato a riaffermare il potere del Governatore venga per nuocere. «In fondo un maggior ruolo politico della Banca d'Italia in queste operazioni - commenta ancora Scardovi - può bilanciare la relativa debolezza delle banche italiane in termini di capitale e redditività. Il problema è che questa situazione non continui nel lungo termine». Il consulente Scardovi di Mercer Oliver Wyman: «Ma i grandi banchieri italiani sono favorevoli ad operazioni internazionali. Il problema è che pochi nostri gruppi avranno la capacità di fare acquisizioni» I governatore Antonio Fazio

Persone citate: Antonio Fazio, Mercer Oliver Wyman, Morgan Stanley, Piero Montani