Le ricerche sulla «pillola» maschile

Le ricerche sulla «pillola» maschile CONTRACCEZIONE Le ricerche sulla «pillola» maschile Renzo Pellati SINO ad oggi, gli studi per il controllo delle nascite hanno avuto co- • me obiettivo soltanto l'organismo femminile. Per i prossimi anni, invece, i ricercatori indirizzeranno i loro studi nell'apparato genitale maschile, seguendo due filoni: un approccio ormonale e uno non ormonale. Per il primo, similmente a quanto avviene per la pillola femminile, la terapia agirà sui meccanismi che controllano la produzione di ormoni (ghiandola pituitaria), in modo tale da non stimolare la produzione di sperma da parte dei testicoli. L'attività fisiologica del testosterone sarà garantita da un'iniezione mensile. Il trattamento non ha nessuna influenza sulla libido, né sulla potenza sessuale. Per l'approccio non ormonale l'obiettivo è rappresentato dall'inattivazione dello sperma. La ricerca è basata sulle funzioni fisiologiche dell'epididimo (il primo tratto delle vie seminali): lo sperma, appena uscito dal testicolo, non è in grado di fertilizzare l'ovulo. Per esserlo deve passare 'dall'epididimo e qui deve «maturare». Mancano ancora nuove informazioni sui processi molecolari che avvengono nell'ovulo e nello spermatozoo al momento della fecondazione. Sino ad oggi la contraccezione maschile non è stata realizzata per ragioni scientifiche e culturali: l'uomo era poco interessato al problema e psicologicamente poco affidabile. Ci sono dati però che indicano un cambiamento di mentalità e possibilità di applicazione clinica. In Europa, l'Università di Bologna, con la clinica ostetrica di Meriggiola, è all'avanguardia. Per la contraccezione femminile le realizzazioni sono numerose, ad esempio, piccoli computer per individuare i giorni fertili, la sterilizzazione irreversibile (chiusura delle tube di Falloppio), il sistema intrauterino che rilascia progesterone per tempi protratti, la spirale per impedire la risalita degli spermatozoi, il diaframma, le sostanze spermicide. Il metodo contraccettivo più studiato e più collaudato per salvaguardare la salute della donna è senz'altro quello ormonale, che ha ormai 40 anni di vita. I progressi ottenuti in questa direzione sono evidenti. Nel tempo si è avuta una progressiva riduzione dei 2 componenti fondamentali: l'estrogeno è passato dai 100-150 microgrammi ai 15 microgrammi attuah di etinilestradiolo. La molecola del progestinico è totalmente diversa, grazie alla realizzazione da parte del Centro Studi Schering (leader mondiale con oltre 2000 addetti alla ricerca) del gestòdene che è presente in soli 60 microgrammi. Grazie a questa nuova formulazione, dotata di pari efficacia e minori effetti collaterali, oggi la pillola è prescritta anche per i suoi effetti positivi: irsutismo di origine ovarica, acne dovuta a iperandrogenismo, endometriosi (proliferazione della mucosa uterina in zone diverse dalla sede naturale), dismenorrea, sindrome dolorosa premestruale, ma soprattutto protezione contro due neoplasie importanti come il carcinoma dell'endometrio e quello ovarico. In questi ultimi decenni si sono verificati molti cambiamenti non solo negli studi di farmacologia, ma anche nella situazione sociale e culturale femminile: la donna oggi va incontro ad un menarca più precoce, è sempre più coinvolta nel mondo del lavoro, pospone la gravidanza a momenti ritenuti idonei, limita il numero dei figh, di conseguenza l'ovulazione è molto più protratta rispetto al passato. Le statistiche inoltre dicono che il graduale passaggio a metodi contraccettivi più razionali rispetto al passato ha portato ad una diminuzione delle interruzioni volontarie di gravidanza (aborto). Per l'immediato futuro sarà disponibile un nuovo progestinico: il drosp ir enone (molto simile al progesterone naturale), che riduce la ritenzione idrica indotta dall'estrogeno, per cui scompare la grande paura dell'aumento di peso.

Persone citate: Meriggiola, Renzo Pellati

Luoghi citati: Bologna, Europa