Una pillola per sconfiggere la leucemia di D. Dan.

Una pillola per sconfiggere la leucemia IL FARMACO E'«MIRATO», IN GRADO DI BLOCCARE LA CAUSA MOLECOLARE Una pillola per sconfiggere la leucemia Sperimentato su 5 mila malati, fra un anno sarà in farmacia ROMA Sarà nelle farmacie italiane all'inizio del 2002 il farmaco che sembra sia in grado di bloccare, selettivamente, la causa molecolare della leucemia mieloide cronica. Lo ha annunciato, durante un convegno medico che si è tenuto a Firenze, l'amministratore delegato della casa farmaceutica che produce il medicinale, Giacomo Di Nepi, parlando di STI 571 come del «primo prodotto anti cancro della ricerca farmacogenomica». STI 571 è stato approvato, lo scorso maggio, dalla Food and Drag Administration americana, dopo es¬ sere stato sperimentato su 5 mila pazienti, in tutto il mondo. «Con risultati sorprendenti contro una malattia che conta 100 mila nuovi casi l'anno, tra Stati Uniti ed Europa», ha aggiunto Michele Eaccarani, responsabile dell'Istituto di Ematologia e Oncologia medica dell'Università di Bologna. Lo specialista ha coordinato uno studio condotto in 70 centri su un totale di 900 malati italiani. «Si tratta, infatti ha precisato -, di una molecola che ha come bersaglio un enzima chiave nello sviluppo della leucemia mieloide cronica». Baccarani ha ricordato che il farmaco ha dato, nel 90 per cento dei pazienti in fase cronica, una risposta ematologica. E, grazie a una collaborazione con il Gruppo cooperatore italiano per lo studio della malattia, è stato somministrato, ancora in fase di studio, «alla maggior parte dei pazienti italiani che potevano trarne beneficio dalla cura di questa patologia che registra circa mille nuovi casi l'anno». Per gli addetti ai lavori, ormai, STI 571 non è più una novità. Lo conferma il professor Giuseppe Leone, ordinario di Ematologia all'Università Cattolica di Roma: «Il farmaco viene, da due anni, somministrato a tutti i pazienti che ne abbiano bisogno e che si trovino nei maggio¬ ri centri ematologici del Paese». La novità, dunque, sta solo nel fatto che dal prossimo anno potrebbe essere gestito anche in via ambulatoriale. Ma la sua efficacia è davvero provata? «Senza dubbio - risponde Leone -, è stato fatto un grande passo avanti nella ricerca della terapia per questa malattia rara, la cui incidenza è di 1-2 casi ogni 100 mila abitanti l'anno. Si tratterà, ora, di verificare se sia in grado di prevenire la fase acuta che è, perlopiù, mortale». Nella prima parte, la sperimentazione del ritrovato era stata fatta proprio sui pazienti in fase acuta. «E' risultato attivo spiega l'ematologo -, ma soltanto per 3 mesi, dopo i quali se non si tenta un trapianto di midollo, non risono più chances. La speranza è riposta nella capacità del farmaco, meno tossico di altri, di far durare il proprio effetto a lungo, evitando l'aggravamento dell'ultimo stadio della malattia. [d. dan.]

Persone citate: Baccarani, Giacomo Di Nepi, Giuseppe Leone, Michele Eaccarani

Luoghi citati: Europa, Firenze, Roma, Stati Uniti