Domenica a Gaza rincontro fra Peres e Arafat di Aldo Baquis

Domenica a Gaza rincontro fra Peres e Arafat Domenica a Gaza rincontro fra Peres e Arafat Sharon: «Il capo dell'Anp sogna di distruggere Israele, è il nostro Osama» Aldo Baquis TEL AVIV Sull'onda di shock provocata dagli attentati negli Stati Uniti il ministro israeliano degli Esteri Shimon Peres ha rinnovato gli sforzi per organizzare a giorni l'atteso vertice con il presidente palestinese Yasser Arafat. «Per Arafat sostiene Peres - è giunto il momento della verità. Deve decidere se ripudiare e combattere il terrorismo, oppure schierarsi con il radicalismo islamico», mettendosi dunque in posizione di scontro con gli Stati Uniti. Dal punto di vista simbolico, il presidente palestinese non ha esitato. Ha messo rapidamente a tacere le prime manifestazioni di giubilo popolare nei Territori, ha pubbbcamente donato il sangue per le vittime degli attentati, ha ordinato cinque minuti di raccoglimento nazionale in segno di lutto e ha promesso alle autorità statunitensi la propria cooperazione nella ricerca dei responsabili degli attacchi. Convinto che sia necessario battere il ferro finché è caldo, Peres vuole adesso ottenere da Arafat l'impegno a lottare con decisione contro i fomentatori di terrorismo contro Israele. «Esiste un accordo di massima per un incontro, ma restano ancora alcuni dettagli da definire», ha detto ieri Peres. Secondo radio Gerusalemme, il vertice potrebbe avvenire domenica all'aeroporto palestinese di Dahanye, nel settore meridionale della striscia di Gaza. Una zona infuocata, dove spesso infuriano i combattimenti israelo-palestinesi. Ma in una conversazione telefonica con il segretario di Stato Colin Powell, il cui contenuto è stato convenientemente fatto pervenire a radio Gerusalemme, il premier Ariel Sharon ha sostenuto che «ciascuno ha il suo Osama Bin Laden. Quello di Israele - ha aggiunto - si chiama Arafat». Il presidente palestinese rappresenta dunque una minaccia strategica per lo stato ebraico equivalente a quella attribuita al leader del gruppo integralista al-Qaeda nei confronti degb Stati Uniti. «Come Bin Laden sogna di distruggere gli Stati Uniti, così Arafat sogna di distruggere Israele», ha confermato l'ex premier Benyamin Netanyahu, che è autore di testi teorici sulla lotta al terrorismo: «Per ora né uno né l'altro sono in grado di realizzare le proprie aspirazioni e si limitano dunque a colpire con quanta più forza possono». L'inziativa di Peres ha subito sollevato una levata di scudi fra i ministri nazionalisti del governo Sharon, sette dei quali hanno emesso ieri comunicati sdegnati per la prospettiva di un incontro di Peres «con il Bin Laden locale». Il leader politico di Shas, EU Yishai, ha invocato un voto in seno al governo prima del vertice con Arafat. «Sono certo - ha aggiunto - che la maggioranza dei ministri voterà contro». Ancora nei giorni scorsi il ministro delle Finanze Silvan Shalom (Likud) aveva proposto di discutere se - a otto anni esatti dalla firma degli accordi di Oslo - sia ancora il caso di «tollerare la presenza di Arafat nei Territori». Da parte palestinese è stata mantenuta ieri la massima cautela. Portavo¬ ce ufficiali hanno assicurato che Arafat è disposto a dare ascolto alla pressioni di Powell, affinché l'incontro avvenga al più presto, e ha rinunciato alla richiesta che esso avvenga in territorio egiziano. I portavoce hanno fatto notare d'altra parte che la forte escalation militare israeliana complica la situazione. Ieri, secondo l'agenzia di stampa Wafa, forze terrestri israeliane hanno attaccato obiettivi palestinesi in Cisgiordania (a Jenin, Salfit, Hebron, Kalkilya, Gerico, Ramallah) e a Gaza, nella località di Beit Hannun. Il bilancio di due giorni di offensiva, ha aggiunto la Wafa, è di circa 15 palestinesi uccisi. Il più anziano aveva 76 anni, la più giovane otto appena. Fra i caduti, tre esponenti della Jihad islamica e un alto ufficiale della sicurezza palestinese. I feriti sarebbero oltre un centinaio. Se si attendeva il sostegno del ministro della Difesa (laburista) Benyamin Ben Eliezer, Peres per ora non lo ha avuto. Un altro dirigente laburista, l'ex ministro degli Esteri Shlomo Ben Ami (una «colomba»), ha aggiunto nuovi dubbi circa la strategia di Arafat verso Israele rilasciando una pessimistica intervista che Haaretz pubblicherà oggi. Ben Ami sostiene che nel gennaio 2001 Israele gii offrì invano il 95 per cento della Cisgiordania, una porzione del Neghev, i rioni arabi di Gerusalemme Est e la Spianata delle Moschee. Non fu raggiunto un accordo, spiega Ben Ami, «perchè Arafat non ha i piedi per terra, è un uomo religioso che vive di miti, si considera un nuovo Saladino». Secondo Ben Ami, il presidente palestinese non intende puntare alla conclusione del conflitto con Israele. Il ministro degli Esteri «E' il momento della verità, deve decidere se ripudiare e combattere il terrorismo oppure schierarsi con il radicalismo islamico» Il ministro degli Esteri israeliano Shimon Peres. In alto, due immagini di giovani combattenti di Osama Bin Laden impegnati in addestramento