Vite da profughi nella Manhattan spaccata a metà di Glauco Maggi

Vite da profughi nella Manhattan spaccata a metà Vite da profughi nella Manhattan spaccata a metà Corsa contro il tempo per salvare i sopravvissuti: speranze al lumicino Trovati due pompieri nella camionetta che per 48 ore è riuscita a reggere il peso terribile delle macerie del World Trade Center reportage Glauco Maggi NEWYORK Et umano e doveroso. Prima salvare più vite possibili, dopo pensare al resto. Lo dimostra il miracoloso salvataggio delle ultime ore, quando non ci credeva più nessuno, dei due pompieri trovati vivi nella camionetta che ha incredibil- - mente tenuto per 48 ore il peso delle macerie.. Ma, per., i medici degli ospedali, come il Bellevue e il Saint Vincent che sono nell'epicentro delle zone di soccorso, o per quelli volontari nei centri d'aiuto della Croce Rossa, la tensione delle prime ore drammatiche si sta trasformando nella frustrazione del più lungo dei day after. Le speranze sono quelle della disperazione, che si esprime nelle centinaia di fogli e pagine di quaderno, molte con le foto degli scomparsi e il telefono da chiamare, che sono affissi un po' ovunque nelle zone attorno alle cliniche. Al Bellevue ne ho contati più di 150, solo sulla palizzata di legno che costeggia la pensilina delTmgresso dell'ospedale, sotto la scritta «Wall of prayers», il muro delle preghiere. «Siamo pronti ed attrezzati per ogni intervento necessario ai superstiti - mi ha detto un medicò senza nome davanti ai cartelli della disperazione sul marciapiede tra la 23a e la 27astradasùllaPrima Avenué - ma purtroppo rie sono stati trovati poco più di una decina finora, eadesso ' temperanze di salvarne ancora sono quasi nutté»; Dopol'ondata delle vittimedelle prime óre, queUe intossicate, ferite nelle operazioni di soccorso o colpite dalle terribili ondate d'urto della polvere e dei detriti, fino alla caduta a terra dei grattacieli, il flusso dei bisognosi d'aiuto s'è praticamente fermato. «Oggi preghiamo i donatori di sangue di astenersi dal fare la coda da noi - dice il professor Bob Manheimer del Bellevue -, ma raccomandiamo a tutti di tornare da lunedi prossimo perché l'emergenza nel medio-lungo termine proseguirà». Dopo le vite in pericolo, la seconda preoccupazione sono i cadaveri, n sindaco Rudolph Giuliani ha comunicato in due riprese il numero delle speciali sacche destinate a raccogliere le spoglie che finiscono negli obitori e nei camion frigoriferi: prima 6 mila, poi quasi il doppio, 11 mila. Assieme ha dato pure le tremende cifre dei dispersi accertati: prima 4763, poi oltre 5 mila. Sui sopravvissuti sani, ma che vivevano nella zona investita dall'uragano di fumo, le attenzioni sono state immediate solo per la prima notte. Chi non aveva parenti o amici in grado di ospitarlo è stato accolto in qualche locale di fortuna approntato dal Municipio, oppure dirottato in pensioni e alberghi, soprattutto nell'isola di Staten Island. Ma una volta assicurato il letto è cominciata l'odissea. Io sono testimone diretto del disagio, per-! che la mia casa è nella zona rossa, come anche la scuola elementare di mia figlia Francesca in Warren Street. Guardando la cartina della zpna di Sud di Manhattan, la cintura di sicurezza che divide l'isola è lungo la 14a strada, dove un blocco di poliziotti, coordinati da rinforzi arrivati da-ogni-parte, 500'persino;dal Michigan, impedisce a qualunque mezzo privato' ed anche ai bus óV, , ,passaxe»Manhattan è un reticolo di L strade perpendicolari èdògni incrocio delle vie verticali con la 14a, orizzontale, è presidiato. In realtà, il filtro non è stato posto all^nizio della zona che è in vero pericolo, ma molto più a Nord, allo scopo di tenere sgombre più strade possibili ai mezzi di lavoro e di soccorso. Il risultato è di avere ampliato il disagio di cittadini che vivono dalla 14a in giù, verso Sud, fino al blocco che era stato eretto originariamente all'altezza di Houston Street, orizzontalmente, fino al Pier 40 sull'Hudson. E' la mia situazione, trovandomi ospite di una famiglia che vive in Le Roy-St. Luke Place, poco più a Nord di Houston Street, che è stata quindi risucchiata in un limbo dal quale si può uscire ma dove è molto difficile rientrare. Ieri sera, tornando da Midtown dopo aver intervistato il professorWobbekind sulle prospettive economiche del paese dopo il disastro, ho preso un taxi per tornare nella mia casa «di fortuna». H tassista è apparso subito scettico, maio confidavodipoterragionevol mente convincere le guardie a la sciarmi accompagnare con un'auto maio confidavodipoterragionevol- mente convincere le guardie a la- sciarmi accompagnare con un'auto pubblica. Invece non sono riuscito, non solo a far passare il taxi, ma neppure a passare io a piedi. L'estrema drammaticità della situazione generale, unita alla naturale ijurocrazia americana, ha generato una schiera di funzionari gentilissimi ma inflessibili. E anche un po' ottusi. «No way, no way», niente da fare, mi ripeteva il caposquadra. simi ma mflessibih. E anche un po ottusi. «No way, no way», niente da fare, mi ripeteva il caposquadra, a pretendendo che chiamassi i miei ospiti e che loro, a mezzanotte, mi venissero fisicamente a prendere portando un documento che comprovasse la loro legittima residenza nel limbo. Così, mi avrebbero poi potuto scortare a casa. Quando ho chiamato l'amico, lui ha detto semplicemente: «Prendi la metropolitana». Io non volevo credere che un chiamato 1 amico, lui ha detto sem- a plicemente: «Prendi la metropolita- na». Io non volevo credere die un blocco di superficie tanto rigido potesse essere ridicolizzato con il dollaro e mezzo del biglietto della Mta, ma invece è stato proprio così. Raggiunta la stazione della linea A, sulla 6a Avenue, ho percorso in carrozza la lunga fermata sino a Houston e sono arrivato a destinazione. La città, oggi, a Midtown e Uptown, appariva trafficata del nor¬ sono arrivato a destinazione. La città, oggi, a Midtown e Up- town, appariva trafficata del nor- male traffico commerciale, aggravato dalla presènza di centinaia di macchine dei pompieri, degli ospedali e della polizia. Ma l'immagine non è la solita che si vede dei mezzi rossi della Nyfd o bianchi e blu della Nypd: le polizie e i pompieri delle contee attorno hanno mandato rinforzi, io ho incontrato le auto degli agenti della contea di Suffolk e di Cornig lungo la 5a strada. Spettrale lo scenario nella zona del limbo: forse solo domani sarà riaperto alla circolazione dei camion, che riprenderanno così a portare la merce nei supermercati e i giornali, che oggi qui non sono arrivati. Le scuole sono l'altro grave problema degli sfollati. Se abitano a Sud, avevano i figli in quelle che sono ancora chiuse e, anche se sane, ancora inaccessibili perché nella zona più rossa. La volontà del sindaco e dei newyorkesi di riprendere la vita normale dopo la tragedia è riuscita a far riaprire già oggi i cancelli degli istituti pubblici e privati dalla 14a strada andando a Nord. Sotto, l'idea che sembra prevalere è quella di distribuire classi e ragazzi ancora a casa nelle altre scuole, senza aspettare il ritomo alla piena agibilità di quelle chiuse. altre scuole, senza aspettare il ritorno alla piena agibilità di quelle chiuse. Il sindaco Giuliani ■hàNdbn*jnicatò" in due riprése il numero dell£ speciali sacche mortuarie destinate a raccogliere le spoglie che finiscono negli obitori e nei camion frigoriferi. Prima 6 mila poi 11 mila «Mi sono rifugiato in una zona dalla quale si può uscire, ma in cui è molto difficile rientrare I poliziotti hanno preteso che venisse a prendermi chi mi ospita. Alla fine sono tornato con la subway» - Un'soldato : della Guardia nazionale davanti alle rovine del World Trade Center Un camion con la scritta «vendetta», nelle strade di New York. A sinistra il primo aereo (dell'Air Portugal) partito dall'aeroporto Kennedy, riaperto ieri pomeriggio

Persone citate: Giuliani, Kennedy, Luke Place, Manheimer, Rudolph Giuliani, Saint Vincent, Street, Warren Street

Luoghi citati: Houston, Manhattan, Michigan, New York