Ratzinger: ho paura di morire, temo il Giudizio finale

Ratzinger: ho paura di morire, temo il Giudizio finale IL CARDINALE, BRACCIO DESTROfjDEL PONTEFICE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, SI CONFESSA IN UNllBRO-INTERVlSTA Ratzinger: ho paura di morire, temo il Giudizio finale Marco Tosarti CITTÀ DEL VATICANO Joseph Ratzinger si confessa: un libro-intervista, «Dio e il Mondo», in cui il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il braccio destro dottrinale di Papa Wojtyla, affronta tanti temi, dà tante risposte, e offre di sé un'immagine molto meno «monolitica» di quanto si pensi abitualmente. «Accogliere, accettare di essere traversati dall'ango-i scia di ciò che oggi parla contro la fede e perseverare interiormente nella fede è una componente essenziale del mio compito», ammette; così come afferma di sentire Dio lontano. «Naturalmente mi capita talvolta di pensare: "Perché non mi sostiene, maggiormente?". Talvolta mi pare indecifrabile. Nelle situazioni che provocano la mia collera avverto in qualche modo anche il suo mistero, la sua estraneità. Ma prendersela direttamente con Dio significherebbe sminuir¬ lo». Ratzinger aggiunge: «Macon Dio non me la prendo mai». Ha paura della morte? «Certo - ha risposto il porporato - essendo consapevole della mia inadeguatezza ho sempre presente la prospettiva di un giudizio finale». Un sollievo viene dalla «certézza della grandezza di Dio, ben maggiore della mia debolezza». Ci pensa spesso? «Si, perché invecchiando questa prospettiva si fa sempre più vicina, sempre più . incombente». • Il «Grande Inquisitore» difende il suo ruolo: «I miei collaboratori ed io ci sforziamo di non perdere di vista la dignità dell'uomo che stiamo sanzionando e facciamo in modo tale che lui stesso possa riconoscere ciò che ci preme. Non vogliamo semplicemente colpirlo con una scomunica, ma porci al servizio della, comunità nel suo insieme: E ci sentiamo innanzitutto in obbligo di difendere la fede dei semplici». Ma il responsabile - per vent'anni - della poltrona più scomoda in Vaticano, difende il giudice di un processo storico, Caifa: «E' accecato, incapace di cogliere il mistero, la sua fede è prigioniera della formula che la descrive. Non dovremmo condannarlo con leggerezza perché è in qualche modo convinto di agire l suDabase della sua responsabilità religiosa». Tocca molti temi, il cardinale. Il Padre Nostro, per esempio, che qualcuno vorrebbe modificare così: «e non abbandonarci nelle tentazioni». «L'espressione "e non indurci in tentazione" è in effetti la traduzione letterale del testo... Mi pare che la soluzione migliore sia l'umiltà di rispettare la letteralità della traduzione». Quanto al «Limbo», che «una dottrina a mio parere poco illuminata» voleva popolato di innocenti non battezzati, dice che «il Papa ha impresso alla questione una svolta risolutiva, esprimendo la speranza che l'onnipotenza di Dio sia tale da consentirgli di trarre a sé anche coloro che non hanno potuto ricevere i sacramenti». Non crede che i Rotoli di Qumran potranno obbligarci a modificare passi del Vangelo: «Non ne conosco alcuno. Forse emergeranno nuovi accenti nell'interpretazione dei testi. Ma ciò che dicono i Vangeli è stato, fissato per iscritto a ridosso dello svolgimento dei fatti narrati e non può perciò essere rimesso in, discussione da nuove acquisizioni contemporanee». E' contrario, il cardinale, ad attribuire alla Madonna il ruolo di «corredentrice»: «Non credo che si darà seguito a questa richiesta, che nel frattempo si è guadagnata il consenso di parecchi milioni di persone, in tempi prevedibili». E, in maniera sorprendente per chi lo considera un «centralizzatore», Joseph Ratzinger è a favore di un decentramento nella Chiesa: «Sono necessari forum sovraregionali che si facciano anche carico di funzioni fino ad ora svolte da Roma». Anche perché il ruolo del Papa è «un compito oneroso, quasi aldilà delle forze umane». Infine una domanda sempre più ricorrente: Dio è uomo o donna? «E' il totalmente altro. Per la fede biblica è sempre stato chiaro che Dio non è né uomo né donna, ma appunto Dio, e che uomo e donna sono la sua immagine. Quando si parla della sua pietà, si ricorre a un termine gravido di corporei tà, "rachmanin", il "grembo ma terno" di Dio, che simboleggia appunto la pietà». Chiede a sorpresa il decentramento della Chiesa: «Il ruolo del Papa è quasi al di là della forza umana»

Persone citate: Joseph Ratzinger, Papa Wojtyla, Ratzinger

Luoghi citati: Roma