Strage nel gotha della grande finanza di Marco Zatterin

Strage nel gotha della grande finanza Strage nel gotha della grande finanza La «MorganStanley» ha perso il venti per cento dei manager Marco Zatterin La Morgan Stanley occupava fino a martedì pomeriggio 21 piani nella seconda delle Torri gemelle, era a metà strada fra il piazzale di pietra e il cielo. Quando il primo aereo si è schiantato contro il grattacielo, l'orario di lavoro era appena scattato per un numero immenso ma ancora imprecisato di funzionari, analisti, operatori, economisti e manager. Sulla carta, gli uomini della banca d'affari americana impiegati nei due giganti d'acciaio di Manhattan erano 3.500. Secondo le prime informazioni, all'appello ne manca il 20 per cento, settecento scomparsi fiamme e macerie. Dal quartier generale di Times Square i vertici della società contano le perdite, ma alla carneficina si aggiunge anche il danno economico. Questa vecchia regina di Wall Street, colosso da 500 miliardi di dollari, era proprietaria di un quinto del complesso crollato. E' stato un doppio colpo al cuore. Adesso nulla sarà più come era prima. L'attacco a New York ha inflitto una tragica ferita alle corazzate della finanza internazionale. La Usta degli ospiti del World Trade Centre che non c'è più assomiglia alla rubrica telefonica di un operatore finanziario. Banche, assicurazioni, società telefoniche, servizi d'investimento, studi legali: tutto quello che fa girare gh affari e il commercio. Nella zona del primo impatto c'erano i tre piani della Fuji Bank. Più in basso Sun Microsystems, alcuni servizi della Borsa di New York, la telefonica Verizon. AU'86-87 c'era la sede del Dipartimento Tasse e Finanza dello Stato di New York: difficile che qualcuno si sia salvato. La Fiduciary Trust Company International, gestore di fondi personali dal 1885 con 10 rniliardi di dollari di patrimonio, era fra il novantesimo e il novantasettesimo piano. Persino più lunga la lista della torre numero uno, la seconda colpita, quella dove sembra che il numero delle vittime sia inferiore. Compagnie chiesi, Lehman Brothers, Nikko Securities, Bank of America (su tre piani, tutti alti), Bank of Taiwan. Sul tetto del mondo, al livello 110, una serie stazioni televisive con relative antenne, Cnn compresa. Nel vicino World Financial Center altre firme importanti. Gli uffici sono diventati macerie, anche se il bilancio delle fuori dalle Twin Towers è meno drammatico. La Merryl Lynch ha evacuato i novemila i dipendenti dai vari uffici di Lower Manhattan. Un bel colpo, ma ieri tutte le sedi americane sono rimaste chiuse, cosa che non era mai successo. «Rassicuriamo i nostri clienti statunitensi e no - hanno detto in un comunicato congiunto i due numeri uno della società, David H. Komansky e E. Stanley O'Neal - i loro patrimoni sono al sicuro e continueremo ad offrire una gamma completa diservizi». Salvi anche i trecento delTAUianz. «Una tragedia terrible - ha affermato Herbert Hansmeyer, membro del consiglio della compagnia assicurativa - ma almeno sappiamo che i nostri uomini sono stati salvati in tempo». Non è andata altrettanto bene al Crédit Agricole Indosuez che nella tragedia ha perso 86 dipendenti su 153: sono definiti «ufficialmente scomparsi» tutti quelli che lavoravano al novantunesimo piano. Marsh e McLennan, il più grande broker assicurativo del mondo, ha affermato di essere riuscito a contattare solo 500 dei 1700 dipendenti. Royal and Sun Alliance, compagnia britannica, si è limitata a dire che parte del suo staff risulta scomparso. Alla Deutsche Bank il conto dei morti sfiora la decina. Morgan Stanley è il simbolo della tragedia, ma anche della voglia di non arrendersi. «Voghamo che i nostri clienti sappiano ha detto ieri il presidente Philip Purcell - che, nonostante la tragedia. Tutti i nostri business sono operativi e continueranno ad es¬ serlo». Con 700 uffici e in 28 paesi, Italia compresa, la Morgan Stanley - come la maggior parte delle finanziarie colpite dal disastro - ha avviato ieri il suo piano per il «disaster recovery», attivando strutture di emergenza parallele in modo da garantire una normale operatività non appena riapriranno i mercati americani. Così hanno fatto anche gh altri. Come Salomon Smith Barney - «Abbiamo messo in salvo tutti i nostri dipendenti dal palazzo 7 prima del crollo» -, Citigroup e la tedesca Hannover Re. Le notizie si inseguono, fra speranza e orrore. La perdita di «cervelli» per la finanza internazionajBo,npn ha precedenti.. Per usare un tonnine caro agh, economisti, il rogo del Wohd Trade Center non ha solo bruciato delle vite ma anche del «capita» umano» di prim'ordine. Sparisce esperienza, contatti e capacità di reazione agh" eventi. E', uno shock che potrebbe avere gravissime conseguenze, anche se un'idea delle vere conseguenze della tragedia si avranno solo alla riapertura dei mercati (forse già oggi), quando la campana di Wall Street farà ripartire le contrattazioni e il mondo degli affari cercherà di riprendersi anche da questa ultima, terribile e sanguinosa crisi. I ruderi del World Trade Center, a New York

Luoghi citati: Italia, Manhattan, New York, Taiwan