Identificati i banditi delle ville
Identificati i banditi delle ville Identificati i banditi delle ville Vertice a Padova per combattere gli assalti Maria Grazia Raffele PADOVA Parola d'ordine: terra bruciata. Nessuno sforzo deve essere risparmiato per sgominare le bande di rapinatori delle ville che stanno terrorizzando il Lombardo-Veneto. Il ministero degli Interni ha riunito a Padova una trentina di investigatori scelti per una conferenza interforze. Accanto al direttore del servizio centrale operativo della polizia, Francesco Gratteri, c'erano i vertici delle divisioni anticrimine il colonnello Mauro Obinu del Ros (carabinieri) e il tenente-colonnello Gilberto Santoni dello Scico (Finanza) -, poi il colonnello Angelo Carano della Direzione antimafia e i capi delle squadre mobili di Padova e Venezia, Alessandro Giuliano e Vittorio Rizzi. Tre pre, come ha detto Gratteri, per «confrontare in- formazioni, analisi e materiale probatorio legati alle svariate inchieste in corso sul territorio nazionale». L'identikit dei rapinatori che stanno seminando il panico nelle province di Brescia, Bergamo, Vicenza e Padova dipinge un'organizzazione costituita da una quarantina di stranieri, per lo più albanesi, divisi in quattro o cinque bande. I covi sarebbero nell'hinterland milanese e in Emilia, per muoversi le bande utilizzano l'autostrada Serenissima. Molti i clandestini, assieme però a pregiudicati ben noti alle forze dell'ordine. Di loro gli investigatori dicono di avere nomi e foto, ma si spostano in continuazione e cambiano di frequente identi¬ tà: catturarli non è così semplice. E' stato confermato il legame tra le bande straniere e una mala locale rapida nel fornire appoggi e informazioni, nonché a ricettare la refurtiva. «Siamo in una fase di indagine significativa che potrebbe portare a risultati concreti a breve termine», assicura Gratteri, quindi, memore dell'invito dell'esecutivo a concentrare le risorse sulla caccia ai banditi evitando ogni tipo di rivalità, precisa che «il lavoro investigativo procede secondo il piano stabilito dal ministero degli Interni in regime di stretta collaborazione tra le forze dell'ordine». Nel pomeriggio, sempre a Padova, riunione dei capi delle squadre mobili venete in questura. In primo piano l'azione repressiva, forte dei rinforzi (300 uomini tra agenti e carabinieri) giunti dalle caserme del Sud. Controlli, pattuglie sulle strade, posti di blocco: uno sforzo di contrasto che comincia a dare i primi frutti. Nel Bresciano, infatti, due albanesi sono stati fermati e denunciati dai carabinieri nell'ambito dei controlli antirapina. A Bussolengo (Vero¬ na) la polizia ha bloccato due giostrai sorpresi a bordo di un'auto nella vicinanza di alcune villette: uno di essi, ricercato per furto ed estorsione, è stato arrestato. In carcere sono finiti anche otto nomadi sinti accusati di decine di colpi in villa soprattutto nella provincia di Piacenza. Sono stati catturati nel corso di un blitz notturno diretto dalla Procura di Asti che ha impegnato centinaia di uomini e due elicotteri. Piccoli successi, ma l'emergenza rimane. Gli investigatori: «I malviventi sono 40 tutti stranieri divisi in cinque bande I loro covi sono nell'hinterland milanese e in Emilia» «Siamo a una svolta i loro nomi sono noti Continueremo con i controlli Le pattuglie sulle strade e i posti di blocco danno i primi risultati» Un'operazione congiunta di polizia e carabinieri contro le rapine nelle ville
Persone citate: Alessandro Giuliano, Angelo Carano, Francesco Gratteri, Gilberto Santoni, Gratteri, Maria Grazia, Mauro Obinu, Vittorio Rizzi
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