Accanto al supermercato il negozietto non muore

Accanto al supermercato il negozietto non muore INCHIESTA SUI MAGAZZINI ALIMENTARI Accanto al supermercato il negozietto non muore Soprattutto in Italia: nel nostro Paese vi è ancora un negozio ogni 300 abitanti, mentre in Francia, Germania e Gran Bretagna il rapporto è ormai di uno a 500 - Le cifre sulle vendite medie annuali In questo articolo si tratta principalmente dei negozianti che vendono generi di drogheria, cioè alimentari di marca e altri prodotti confezionati. Un tempo la drogheria era un negozio ben definito che vendeva un preciso genere di prodotti. Ora tali negozi variano dalla piccola bottega dell'angolo ai giganteschi ipermercati, i generi venduti vanno molto al di là di quelli tradizionali delle drogherie, così come la cancelleria o le magliette da donna sono diventati prodotti confezionati, venduti in ogni genere di negozio. Un altro aspetto fondamentale dell'evoluzione è stata la costante eliminazione dei negozi più piccoli. Negli ultimi dieci anni, in Francia, Germania e Gran Bretagna il numero è diminuito di circa un terzo. La diminuzione è stata assai meno rapida in Italia, per cui oggi, mentre i primi tre Paesi hanno in media un negozio ogni 500 abitanti, in Italia la cifra è ancora di uno ogni 300. Come risultato logicamente conseguente le vendite per negozio in Italia, con una media di 30 mila sterline l'anno, sono molto più basse di quelle registrate negli altri Paesi d'Europa. La spesa media pro-capite della popolazione è maggiore in Francia e Germania che in Gran Bretagna, cosicché, anche se tali Paesi registrano un po' meno come media di abitanti per negozio, la spesa media per negozio è maggiore, circa 90 mila sterline all'anno, rispetto a 60 mila della Gran Bretagna. La combinazione di relativa povertà e i limiti dell'evoluzione in Italia hanno fatto sì che in quel Paese le drogherie abbiano conservato assai più quelle caratteristiche che in altri Paesi appartengono soltanto più ai ricordi sentimentali. Anche in Francia, i limiti dell'evoluzione, espressi dalla «legge Royer », hanno conti ibuito a salvare i piccoli negozi: come conseguenza, benché il due per cento dei negozi, rappresentato dai grandi magazzini, ora assorba oltre la metà del mercato dei generi di drogheria, rispetto a circa un quarto in Germania e in Gran Bretagna, il rimanente è suddiviso tra lo stesso numero di negozi (rispetto alla popolazione), che in Germania è in numero maggiore rispetto alla Gran Bretagna. Considerando altri dati, si rileva che il volume d'affari medio dell"80 per cento dei negozi, i più piccoli, nel 1974 in Francia è stato soltanto di 20 mila sterline, rispetto a 24 mila in Gran Bretagna e 42 mila in Germania. La cifra corrispondente per l'Italia è stata 15 mila sterline, non molto inferiore a quella francese. In Gran Bretagna, nel limitare l'evoluzione, ha giocato non tanto la volontà di salvare i piccoli negozi indipendenti, quanto di impedire una crescita eccessiva degli ipermercati. In tutta l'Inghilterra esistono soltanto quattro veri ipermercati e circa un centinaio di grandi magazzini. Le società e le cooperative controllano circa i due terzi del mercato in Francia, e •poco meno in Gran Bretagna. Comt si è già notato, in Italia c'è ancora uno schema relativamente tradizionale e i negozi indipen- denti continuano a predominare. In Germania, anche grazie all'intervento di grossi gruppi associativi di acquirenti, come Edeka e Rewe, i negozi indipendenti sono riusciti a mantenere la proprietà tradizionale. Secondo una ricerca della Nielsen in Germania i gruppi e le catene ad associazione volontaria organizzano circa 1*80 per cento delle drogherie indipendenti, rispetto ad appena il 48 per cento in Francia, al 28 in Gran Bretagna e al 20 per cento in Italia. Un problema per i clienti di passaggio che provengono da altri Paesi è prender dimestichezza con i diversi orari di apertura dei negozi. Da un'indagine compiuta da una società specializzata, la Nielsen, risulta che in Francia la maggior parte dei negozi sono aperti alle 8,30 del mattino e non chiudono prima delle 9 di sera. In compenso i negozi francesi di solito hanno una chiusura piuttosto lunga a metà giornata — fino a tre ore — e possono restare chiusi, o aprire più tardi, il lunedì. In Germania i negozi aprono alle 8,30 ma chiudono alle 6 e mezzo il pomeriggio, con apertura limitata il sabato e praticamente senza affari. Le chiusure a metà giornata sono più brevi che in Francia, da una a due ore. In Italia i negozi aprono alle 8,30 e normalmente restano aperti fino alle otto di sera. La chiusura a metà giornata varia dalle due alle tre ore. L'apertura di domenica è molto rara. In Gran Bretagna i negozi aprono in genere più tardi che altrove, intorno alle nove del mattino e chiudono alle 6 e mezzo del pomeriggio. Nella Tabella 2 sono elencati i venditori al dettaglio di generi alimentari più importanti nei quattro Paesi; si nota che i gruppi tedeschi Albrecht e Tengelmann-Kaiser sono i maggiori per volume di vendite. Teseo, Casino, Carrefour, Sainsburys e Cavenham seguono tutti a breve distanza. Nel caso di Cavenham & A.B.F. (Associated British Foods) e, in misura minore, di Carrefour, considerare la sola vendita al dettaglio nei rispettivi Paesi non dà l'esatta dimensione dei gruppi. Cavenham, per esempio, oltre a possedere magazzini di vendita come Liplon, Moores e Presto in Gran Bretagna, è anche proprietario di Grand Union in America ed ha società manifatturiere e commerciali in molti altri Paesi, Francia compresa, attraverso la Generale Alimentaire, e Germania, dove è proprietaria della Wittman. Se si tien conto di tutte queste attività, il giro d'affari totale sale a 1390 milioni di sterline, facendone 'il gruppo più importante della tabella. La principale attività dell'Associated British Foods è nelle Allied Bakeries, ma A.B.F. è anche proprietaria della Twinings, la società per il commercio del tè e del caffè. I proventi principali delle vendite in Gran Bretagna derivano tuttavia dalla proprietà della Fine Fare. Il giro d'affari dell'intero gruppo nel 1974 è stato di 1070 milioni di sterline, facendo dell'A.B.F. il secondo gruppo, tra i maggiori, della tabella. Carrefour ha interessi relativamente minori in Belgio, in Italia e Spagna. Tuttavia possiede soltanto una partecipazione del 10 per cento negli ipermercati che operano sotto il suo nome in Gran Bretagna. L'incidenza degli ipermercati si nota dal fatto che nel 1974 Carrefour ha venduto prodotti per quasi 14 sterline per ogni sterlina spesa in personale, mentre la cifra corrispondente per Casino è stata di sole 8 sterline. La cifra per i venditori inglesi, in base a queste statistiche, è stata di 10 sterline, mentre per l'italiana Standa è stata appena di 5. Oltre i gruppi più complessi è anche interessante la posizione dei magazzini « Coop ». Dei quattro Paesi di Europa, la Gran Bretagna ha il più forte movimento cooperativo, che copre il 16,5 per cento del commercio di generi di drogheria e circa il 12 per cento di tutte le vendite di generi alimentari. In termini assoluti, le cooperative sono più deboli in Italia, dove controllano soltanto il 3 per cento circa del commercio di alimentari. Si deve tuttavia tener presente che in Italia la catena dei grandi magazzini è piuttosto debole, cosicché le cooperative hanno una parte maggiore del piccolo commercio non indipendente rispetto agli altri tre Paesi. fames Rothman Tabella 2 I piu importanti venditor! di alimentari 1974 Vendile nel proprio Paese, in milioni di sterline GERMANIA Albrecht 620 Tengelmann Kaiser 570 FRANCIA Carrefour 460 Casino Epargne 460 Radar 360 ITALIA Standa 350 GRAN BRETAGNA Tesco 510 Sainsburys 450 Cavenham 440 A.B.F. 360 Fonte: «International Associaton of Departmental Stores*, Retail Newsletter. Tabella 1 Le drogherie nei Paesi di " Europa " Abj[anti 1974 Rlparllzione delle vendite per rlvendita Vendile Societa e Grandi per negozio cooperative magazzini FRANCIA 475 £ 87,000 67 % 54 % GERMANIA 475 £ 96,000 42 % 24 % GRAN BRETAGNA 525 £ 59,000 62 % 25 % ITALIA 310 £ 28,000 17% 19% Fonte: A.C. Nielsen Co.

Persone citate: Casino, Kaiser, Moores, Royer, Wittman