Agostini stavolta perde l'autobus

Agostini stavolta perde l'autobus In un Gran Premio di Jugoslavia con cadute in gruppo ma senza drammi Agostini stavolta perde l'autobus In testa nella "350" dopo un pauroso ruzzolone a dodici per una collisione fra Cecotto e Braun Mino deve ritirarsi nel finale per un guasto elettrico - Anche Villa tradito dalla moto mentre è al comando nella "250" - Successo di Bianchi nella "125" - Confermata la pericolosità del circuito (Dal nostro Inviato speciale) Abbazia, 23 maggio. Il circuito di Abbazia aveva spianato la strada a Giacomo Agostini, tenendo fede alle proprie premesse e promesse. Mino era partito a bomba grazie alla maggior rapidità all'avvio del suo quattro tempi e dietro, quando II gruppo è arrivato al tornante in discesa, c'è stata un'ammucchiata generale. Sono passati Indenni Chevalier e Drapal che erano davanti, poi Cecotto è entrato lungo, ha voluto far la curva egualmente ed ha cozzato contro Braun che seguiva la propria linea. Con lo sbarramento al centro della pista costituito dal due corridori caduti e la strada larga 5 metri non c'era più lo spazio per nessuno e così sono caduti in dodici, altri hanno proseguito per la via di fuga. S'è fatto il vuoto dietro ad Agostini e la corsa è parsa finire prima ancora di entrare nel vivo. Mino tirava a fondo per parecchi giri poi, quando il vantaggio era salito a 20", ha cominciato a lasciare 500 girl di tolleranza al motore e qualche soddisfazione a chi inseguiva. Deciso, sicuro, fuori gli avversari del mondiale Cecotto e Villa, per il Mino nazionale sembrava arrivato il giorno buono e invece a dieci giri dalla fine il rombo potente moriva di colpo. Un guasto elettrico alla bobina di un cilindro, la ripetizione di un guaio da poco che obbliga al ritiro melanconico come sempre, ma ancora più amaro per il successo che questa volta era proprio cosa fatta. Finiva invece al primo posto Olivier Chevalier, uno dei tanti francesi venuti fuori con la politica degli abbinamenti, davanti a Mortimer e Katayama che corrono anche loro per una scuderia transalpina, la Sarome. Dal mucchio iniziale ad uscire malconcio era il solo Braun, che probabilmente ha una clavicola incrinata, mentre a Cecotto (che ha raggiunto quota otto nel numero delle cadute per tenere fede al proprio soprannome, « Cascotto ») si è riaperta la ferita sulla mano destra. Braun dopo aver vinto in precedenza la gara delle 250, aveva detto al microfono dello speaker: « Questo circuito è come sempre. Gli organizzatori fanno quel che possono, ma non possono molto ». Alla fine della seconda gara ha tenuto fede a se stesso e ha preferito farsi medicare alla meglio dal medico Italiano Costa per ripartirsene poi alla volta di casa e farsi curare come si deve. Non è successo nulla di grave sul tracciato, ma in compenso le gare sono state condizionate dagli incidenti e ancor prima dalla paura di che cosa poteva succedere. Da noi si discutono i tempi dei soccorsi e la qualità delle ambulanze, qui i posti fissi erano dotati di una barellino in tela tipo militare e guardati da poliziotti più disposti a procurare le lesioni che a curarle. Anche nella 250 c'è stato, al secondo giro, un urto tra Bonera e Katayama che aveva coinvolto parecchi altri, sfoltendo le file alle spalle di Villa. Katayama si ritirava, Bonera no, anzi cominciava un inseguimento furioso che lo portava a migliorare il record sul giro e a finire a ridosso dei primi. Davanti, Villa guidava con un quarto di pista di vantaggio fin oltre la metà gara, poi grippava un cilindro ed era la prima sconfitta Italiana della giornata, in favore di Braun, che preludeva a quella di Agostini. Vincevano le Morbidelli, Invece, nella 125, ma questa volta senza strafare. Nieto, che ha ereditato alla spagnola Bultaco i progetti elaborati sotto la sigla Plovaticci da Lazzarinl, teneva II comando per parecchio. Cadeva poi alla veloce « esse » della parte alta del tracciato per cavarsela miracolosamente in uno slalom volante fra piante e pali di cemento. Bianchi, da secondo, passava primo e manteneva il margine su Van Kessel, olandese di buona applicazione, e su Pileri. Certo, molto ha giocato in sfavore della Morbidelli anche il timore dei piloti nel confronti di questo circuito per loro inedito. Bianchi, che è uno scricciolo ma non le manda a dire a nessuno, allo stesso microfono che già aveva ospitato le critiche velate di Braun, ha detto esattamente: • lo penso soltanto che questo è uno del circuiti che non si dovrebbero fare ». L'omino parlava dall'alto del podio per migliaia di spettatori, per la maggior parte locali. Non c'è stato un fischio, un campione, se è anche un uomo, piace dl più- Giorgio Viglino Classe 50: 1. Graf (Svi), Kreidler, 43'09", media km 128,113; 2. Rittberger (Germ), ld., a 5"; 3. Nieto (Sp), Bultaco, a 21 "4; 4. Dorflinger (Svi), Kreidler, a 21 "9; 5. Kunz (Germ), id., a 1' 09"1; 7. Pero (It), Morbidelli, a 2'06"3. Classe 125: 1. Bianchi (It), Morbidelli, 47'23"01, media km 144,319; 2. Van Kessel (Ol), Yamaha, a 7"9; 3. Pileri (It), Morbidelli, a 11 "2; 4. Dorfrlnger (Svi), Morbidelli, a 2'38"3; 5. Tschannen (Svi), Maico, a un giro. Classe 250: 1. Braun (Germ), Ya¬ maha, 59'19"8, media km 150,208; 2. Herron (Irl), id. a 6"7; 3. Chevalier (Fr), id., a 7"; 4. Fernandez (Fr), id., a 14"9; 5. Mortimer (Gb), id., a 16"9; 7. Bonera (It), Aermacchi H.D., a 29"7. Classe 350: 1. Chevalier (Fr), Yamaha, 57'52"4, media km 155,512; 2. Mortimer (Gb), id., a 10"6; 3. Katayama (Giap), id., a 17"; 4. Kneubuehler (Svi), id., a 1'23"4; 5. Herron (Irl), id., a 1' 56"; 10. Loigo (It), id., a due giri. Mondiale classe 50: 1. Kunz punti 28; 2. Rittberger 27; 3. Nieto 25; 4 a pari merito Dorflirrger e Graf 24; 6. Lazzarini 15. 125: 1. Bianchi p. 45; 2. PMeri 34; 3. Van Kessel 20; 4. Nieto 18; 5. Tschannen 13. 250: 1. Villa p. 30; 2. Koronen 23; 3. Chevalier 20; 4. Herron e Bonera 16. 350: 1. Cecotto p. 42; 2. Villa 31; 3. Chevalier 25: 4. Dodds 21; 5. Katayama 19. Agostini ha perso una grande occasione per guadagnare punti nel mondiale della 350

Luoghi citati: Cecotto, Jugoslavia