Perché in Polonia il governo ha frenato l'aumento prezzi di Ferdinando Vegas
Perché in Polonia il governo ha frenato l'aumento prezzi Calma dopo le manifestazioni di protesta Perché in Polonia il governo ha frenato l'aumento prezzi Varsavia, 26 giugno. Dopo il discorso pronunciato ieri sera dal primo ministro Piotr Jaroszewics (col quale il governo polacco ha annullato il pesante aumento dei prezzi dei generi alimentari, deciso giovedì) la calma sembra tornta nel Paese. La seduta (prevista per oggi pomreiggio) durante la quale il parlamento avrebbe dovuto esaminare i risultati delle consultazioni svoltesi ieri nelle fabbriche e negli altri luoghi di lavoro, è stata annullata. La soluzione del problema, come ha detto ieri sera Jaroszewicz, dovrà essere cercata per altre vie e richiederà molti mesi. Ci si chiede, tuttavia quale potrà essere la via d'uscita dalla difficilissima posizione nella quale il rifiuto popolare ha posto il governo. Infatti ne-sun osservatore sembra dubitare che l'aumento fosse inevitabile per poter continuare la politica di sviluppo dinamico promossa cinque anni fa dal primo segretario comunista Edward Gierek, dopo che il suo predecessore Gomulka era caduto a causa della stagnazione nella quale si trovava il Paese e che aveva avuto come innesco, ma in condizioni assolutamente diverse, un analogo aumento dei prezzi dei generi alimentari. Oggi la situazione è tornata alla normalità sia nel sobborgo industriale di Ursus, alla periferia di Varsavia (dove ieri ci fu un vero e proprio sciopero nella locale fabbrica di trattori agricoli), sia in altre zone nel Paese dove anche ci sarebbero state sospensioni del lavoro (così, nei cantieri navali di Danzica e Stettino, ad Olsztyn ed in diversi impianti industriali nella regione della capitale). Funzionari delle ferrovie hanno comunicato che il movimento dei treni è ripreso regolarmente. Le proteste inscenate ieri dai lavoratori polacchi non hanno provocato né atti di violenza né vittime. Oggi alcuni operai della fabbrica di trattori di Ursus, dove ieri c'erano stati anche sabotaggi alle rotaie delle vicine linee ferroviarie, hanno avuto parole di lode per la moderazione dimostrata dalle autorità, moderazione che essi hanno attribuito al primo segretario del partito operaio, Edward Gierek; ma hanno avuto altresì parole di biasimo per consiglieri dello stesso Gierek, cioè per coloro ai quali si attribuiscono i piani (in un primo tempo adottati dal governo e poi revocati) per l'aumento dei prezzi dei generi alimentari. (Ansa-Upi) dal cambio al vertice, evidentemente non aveva ancora potuto offrire una precisa caratterizzazione del nuovo indirizzo. Nei quattro anni (1971-75) intercorsi fra i due congressi, Gierek ha sviluppato un programma organico, sulla base della «politica del consenso» (per evitare il distacco tra dirigenti c popolo che era stato fatale a Gomulka), con l'obiettivo finale di realizzare quella che Gierek medesimo chiamava la «seconda Polonia». In sostanza, se gli insorti del dicembre '70 avevano chiesto pane e libertà, Gierek si impegnava intanto a rifornire la nuova Polonia di pane con abbondante companatico, speran¬ do che i suoi concittadini, soddi sfatti nelle loro aspirazioni con. sumistiche, avrebbero almeno attenuato le rivendicazioni di libertà. Dal canto suo, sia riguardo agli intellettuali, sia riguardo ai rapporti con la Chiesa, il regime si comportava in maniera da evitare tensioni e frizioni, riuscendovi fino a poco tempo fa. Solo procedendo con molta cautela, infatti, Gierek poteva rassicurare l'Unione Sovietica, condizione preliminare e capitale per portare avanti l'esperimento senza rischi di interruzio. ni brutali dall'esterno. Personalmente, del resto, Gierek non è per nulla un «liberale», ma un «tecnocrate» e un politico prag- matico; sicché, convinto che l'economia polacca avesse bisogno di un rigoroso rilancio, ha agito in conseguenza, senza molto preoccuparsi degli inevitabili contraccolpi negativi. Così la Polonia si è fortemente indebitata all'estero (circa sei miliardi di dollari) per acquistare prodotti alimentari, per migliorare il programma di costruzione di alloggi e per rinnovare il proprio apparato industriale. Infine, per colpa anche dell'avversa congiuntura mondiale i nodi sono venuti al pettine e si è imposta la necessità di limitare il ritmo di sviluppo economico ed insieme di frenare il miglioramento del livello di vita. La reazione popolare ai provvedimenti presi a questo fine, dimostra che le autorità, di Stato e di partito, non avevano compiuto efficacemente l'opportuna opera di persuasione di massa circa i sacrifici da affrontare nell'interesse generale. Ferdinando Vegas 6-14-76
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