Sette progetti per realizzare una sostanziale riforma

Sette progetti per realizzare una sostanziale riforma Sette progetti per realizzare una sostanziale riforma Una nuova media superiore Riforma si o riforma no? Da quanti anni ci si chiede quando verrà il momento per rinnovare la media superiore? Da almeno un decennio, cioè da quando è stata riformata quella dell'obbligo, sembra prendere consistenza ad ogni ottobre la prospettiva concreta di un cambiamento anche nelle secondarie, salvo la puntuale delusione all'ultimo momento. Questa volta, però, i tempi sembrano maturi. Soltanto la crisi di governo ha fermato in primavera la riforma che, sia pure fra tanti contrasti, stava prendendo corpo. Dalla « base » insegnanti, studenti, genitori, quartieri, sindacati, avevano già preparato una serie di proposte, da presentare ai responsabili In modo da adattare i progetti di riforma prima di arrivare a quello definitivo, in modo da rispondere alle istanze di tutti. Vediamo che cosa è stato fatto di concreto e le prospettive per il prossimo futuro. Cinque disegni di legge per la secondaria furono presentati un anno fa: socialista, democristiano, socialdemocratico, repubblicano, anche missino. I comunisti confermarono quello del 1972, i liberali avevano fatto proprio il disegno di legge presentato nel 1973 da Scalfaro ed elaborato con la loro collaborazione. Sette proposte in totale, accomunate dall'ansia del rinnovamento. In settembre la Camera cominciò la discussione. Ad un comitato ristretto venne affidato il compito di unificare tutti i documenti. Il lavoro si concluse nel gennaio scorso, ma non soddisfo. Toccò al presidente della commissione, Ballardini, abbozzare un altro documento nel tentativo di mettere tutti d'accordo. Infine una proposta Malfatti, ministro dell'Istruzione. Quale sarà la vera riforma? Impossibile dirlo oggi: è certo però che la base di ogni progetto è comune: la nuova scuola, intende rompere una secolare tradizione di privilegi, non solo culturali, ma ci¬ vili. Diventa unitaria, abolisce (o almeno tenta di abolire i ghetti). Tende ad una acculturazione integrata. Sarà compito della prossima legislatura superare le divergenze che ancora sussistono fra i vari progetti. Le linee principali su cui si baserà la futura scuola superiore italiana saranno, in linea di massima, le seguenti. Prolungamento dell'obbligo. Nella disputa i repubblicani lo vogliono fermo a 14 anni, i comunisti lo fanno coincidere con l'espletamento del primo biennio; gli altri con il compimento dei 16 anni. Obbligatorio solo il primo anno della scuola media superiore, purché non si siano scontati, sui banchi di scuola, almeno nove anni: non si tratti cioè di pluriripetenti. Una soluzione non ancora certa, in quanto obbligherà schiere di « forzati » ad una permanenza casuale, inquinando, con questo inceppo, l'ordinato e finalizzato corso dell'istruzione. Al parcheggio del primo anno, segue un triennio, quindi un ultimo anno, ben delimitato rispetto ai precedenti. Qui si apprenderanno discipline esclusivamente specifiche, di tipo vocazionale. La maturità dovrebbe restare strutturalmente immutata, con il suo valore per il diploma o per l'accesso ai corsi universitari. La scuola « unitaria » verrebbe così a ridursi al triennio centrale. In base ai progetti la scuola si dilata. Vengono infatti previste scuole professionali post-secondarie, che tendono ad assicurare i tecnici intermedi qualificati. Il progetto in questo senso non è ancora chiaro: pare che si vogliano sfruttare o istiftwionalizsas» strutture aziendali, in qualche caso imponenti, ma per la maggior parte inesistenti. E' previsto inoltre, da istituire con decreto, il nascere di diplomi universitari di « primo livello » della durata massima di un biennio. Ne dispongono, in pa- rallelo con la laurea, i paesi più progrediti. Che cosa produrrà la scuola nuova? Che cosa significa per gli studenti? Potrà dare molto o niente a seconda dello spirito con cui verrà realizzata. Anche la migliore riforma non potra raggiungere traguardi «|~*positivi senza un rinnovamento delle mentalità. Annullare la suddivisione, lo schema per settori, dell'at¬ tuale struttura superiore non sarà facile. Soprattutto non sarà facile superare il concetto del nozionismo, pure necessario entro certi limiti, in questo tipo di scuola. Un buon contributo verso il rinnovamento potrà derivare dalla nuova suddivisione amministrativa data dai dipartimenti regionali scolastici. Si tratta di un decentramento che avrà anche riflessi su tutto il buon andamento della scuola. Ad esempio le nomine degli insegnanti per evitare ritardi nell'avvio delle elezioni. Soprattutto la riforma richiede una concezione diversa della didattica, uno spirito di collaborazione della base che coinvolga studenti, insegnanti, genitori, ma anche enti locali, esperti, gli stessi Atenei. In sostanza bisogna arri- vare ad una maggiore maturità e preparazione al lavoro. Nei cinque anni sono previste materie comuni professionali ed una « area elettiva ». Comune sarà l'insegnamento dell'italiano, della matematica, della lingua straniera, della storia. Comprende tre gruppi: umanistico, scientifico-matematico, sociale-giuridico-economico più un quarto a sé, l'artistico. Ogni gruppo è diviso in canali, in tutto una decina. Ad esempio il gruppo umanistico ha due canali, filosofico-classico e moderno; quello scientifico-matematico comprende periti, geometri, ecc. Ogni canale è di cinque anni, però Mtimo permette nel suo interno ulteriori, specifiche specializzazioni. Si è detto che alcune materie sono comuni, ossia che lo stesso testo di letteratura italiana può servire sia per il gruppo umanistico, sia per i gruppi scientifico-matematico e sociale-economico; ben inteso che per quest'ultimo ci sarà una doverosa aggiunta, come doverosa aggiunta ci sarà di matematica per il secondo gruppo. Una nuova scuola, dunque che si preoccupa della formazione del cittadino, che tende a rimettersi in un suo equilibrio, che mira alla professionalità, che guarda agli sbocchi di lavoro, che tiene conto di un nuovo modello di sviluppo, che guarda ai programmi e non soltanto alla struttura riformata. Ed è qui il punto più delicato. Il Consiglio d'Europa ha condotto un'analisi dei sistemi scolastici prendendo come base dieci insegnamenti fondamentali impartiti in scuole parallele dei vari Paesi. Il risultato è sconfortante anche per le materie che sembrerebbero meno opinabili: gli esperti hanno sottoposto ai professori dei vari Paesi un elenco dei problemi di fisica per domandare quali corrispondessero alle possibilità di risposta dei loro allievi: l'indice di corrispondenza è stato del cinque per cento; dell'undici per cento quello della matematica. Ma sia pure fra tante discussioni e tante incertezze, la riforma della scuola non è più dilazionabile, se non riuscirà subito perfetta, sarà sicuramente perfettibile, l'importante è dare il via al processo di rinnovamento. m. v. Colloquio tra insegnanti e parenti degli alunni mentre si sfollano i corridoi delle scuole

Persone citate: Ballardini, Scalfaro

Luoghi citati: Europa