Alla Fiat per quest'anno niente Cassa integrazione

Alla Fiat per quest'anno niente Cassa integrazione Le vendite delle auto sono in aumento Alla Fiat per quest'anno niente Cassa integrazione «Nelle aziende automobilistiche della Fiat (compresa l'Autobianchi e la Lancia), se non interverranno fatti nuovi negativi, non ci saranno contrazioni degli orari dì lavoro nel secondo semestre di quest'anno». Questa la dichiarazione che il direttore delle Relazioni industriali, Paolo Annibaldi, ha fatto ieri ai sindacalisti della Firn, nel corso dell'incontro svoltosi all'Unione industriale di Torino per discutere le prospettive del settore automobilistico. Che non ci sia pericolo di Cassa integrazione per i 110 mila lavoratori dell'auto e quindi anche per le decine di migliaia di dipendenti delle ditte fornitrici, è un fatto di tutto rilievo se si considera che, l'anno scorso, le giornate di sospensione dell'attività furono da 20 a 25 a seconda dei settori. La Fiat ieri ha anche ribadito che non è possibile accogliere la richiesta, presentata dal sindacato, di fare quattro settimane di ferie in agosto (invece delle tre settimane tradizionali) perché una setti- marni di ferie in più significherebbe perdere la produzione di circa 25 mila macchine nel momento in cui il mercato «tira». Poiché i clienti non sono disposti ad aspettare si lascerebbe spazio alla concorrenza estera rinunciando a delle occasioni di lavoro che non si è sicuri di ricuperare in futuro: «Oggi vendiamo — hanno detto i rappresentanti dell'azienda — ma non siamo certi se ad ottobre venderemo ancora con lo stesso ritmo». La quarta settimana di ferie significherebbe perdere vendite di auto specialmente all'estero dove il mercato non conosce pause nei mesi estivi. I sindacalisti hanno insistito nella richiesta della quarta settimana in agosto e le parti hanno concordato di rivedersi il 30 giugno o l'I luglio per proseguire la discussione. Il coordinatore del settore auto, Antonio Zilli, che guidava la delegazione sindacale ha dichiarato: «La richiesta della quarta settimana di ferie vie j ne in prevalenza dagli stabilimenti di montaggio. Si tratta di vedere com'è possibile trovare una soluzione che tenga conto dell'esigenza della Fiat di non perdere tutta la produzione di 25 mila macchine e della richiesta dei lavoratori di utilizzare collegialmente la quarta settimana di riposo» Nei prossimi giorni i sindacalisti terranno assemblee dei lavoratori e riunioni dei consigli di fabbrica per approfondire il problema. La delegazione Fiat (della quale facevano parte il direttore del marketing auto, Giuliano Lonardi e il responsabile delle Relazioni industriali del settore automobilistico, Annibaldi) ha fornito ai sindacalisti un quadro che può essere così sintetizzato. Sul mercato mondiale dell'auto, nel '76, c'è stata una ripresa superiore al previsto (5-10 per cento in più) con un anticipo rispetto al 1977. In Italia la ripresa è stata più debole, anche perché si sono perdute circa 75 mila auto a causa degli scioperi per il contratto di lavoro. In Europa il mercato dell'auto conta di tornare ai livelli (ottimi) del 1973 entro l'anno prossimo. In Italia invece bisognerà attendere fino al 1980 per tornare alle quote del 1973. L'anno prossimo sarà ancora buono per il mercato europeo e mondiale. Nel 1978 le azioni deflazionistiche potrebbero, invece, creare danni all'auto. Per quanto riguarda i modelli, si sta notando che il pubblico torna verso vetture di dimensioni più grandi. Negli Stati Uniti, per esempio, l'orientamento è di nuovo per le vetture di prestigio e solo i giapponesi resistono con le vetturette a prezzi assolutamente concorrenziali. La Fiat, negli Stati Uniti, collocherà quest'anno circa 80 mila auto invece delle 100 mila dell'anno scorso. Sul mercato italiano la Fiat, nei primi quattro mesi di quest'anno, ha dovuto cedere terreno alla concorrenza estera ed è scesa dal 48,5 al 46 per cento; come Gruppo (Fiat, Autobianchi, Lancia), sempre sul mercato italiano, è scesa da 56,5 al 54 per cento. In Europa è riuscita a te| nere le posizioni: come Fiat rappresenta il 5,2 per cento del mercato europeo; come Gruppo (Fiat, Autobianchi, Lancia) ha il 5,6 per cento. — Lo stock (cioè il numero delle auto nei magazzini) è oggi di circa 210 mila vetture. Si tratta di un livello quasi normale. Però è uno stock sbilanciato, nel senso che alcuni modelli scarseggiano mentre di altri c'è abbondanza. I modesti ma frequenti aumenti dei prezzi derivano dall'assoluta necessità di adeguarsi ai costi crescenti evitando però grossi traumi ai clienti. I prezzi della Fiat restano concorrenziali. — In materia di occupazione la Fiat ha informato i sindacalisti di aver già completato «con sei mesi di anticipo sulle date stabilite negli incontri del novembre scorso» l'assunzione di 1800 persone negli stabilimenti torinesi (in base all'accordo avrebbero dovuto essere soltanto 1400). Non sono previste altre assunzioni per i restanti mesi di quest'anno. Negli stabilimenti del Meridione gli occupati sono cresciuti di circa 500 unità da 13.262 a 13.732. A Termini Imerese (Sicilia) entro la seconda metà del 1977 sarà completato l'ampliamento per concentrare tutta la produzione di «126», modello nel quale «la Fiat ha ancora molta fiducia». Entro la prima metà del 1978 i lavoratori, a Termini Imerese, saliranno a 1900 contro i 900 attuali. A Napoli sarà destinata la produzione del veicolo commerciale «850 T» che oggi viene prodotto a Suzzara. Lo stabilimento di Napoli sarà a pieno regime verso la fine del 1977, con 100 posti di lavoro in più rispetto agli attuali. A Cassino erano previste, in base all'accordo di novembre con i sindacati, 530 assunzioni; ne sono già state effettuate 730 e, prima della fine dell'anno, saranno assunti altri 200 operai. Al tavolo del negoziato ieri si è parlato anche del progetto che la Fiat aveva studiato per dar lavoro alla Innocenti. «Il fatto grave — ha detto il coordinatore Zanisi — è che questo vrogetto, risolto il caso della Innocenti, è completamente sparito. La Fiat ha escluso che allo stato attuale possa essere realizzato. Noi, invece, chiediamo che sia concretato e dislocato nel Meridione». s. d. v.

Persone citate: Annibaldi, Antonio Zilli, Giuliano Lonardi, Paolo Annibaldi