Francia, per la siccità in crisi l'agricoltura di Paolo Patruno

Francia, per la siccità in crisi l'agricoltura Mentre scarseggia l'elettricità Francia, per la siccità in crisi l'agricoltura (Nostro servizio particolare) Parigi, 15 giugno. Cielo terso, sole, caldo da piena estate: eppure si lamentano in tanti, gli agricoltori, in prima fila, ma ormai anche i cittadini. E la Francia ha riscoperto un termine, siccità, che sembrava confinato a commentare le disavventure del Sahel africano o del profondo Sud americano. Non piove da settimane, ormai nelle regioni del Nord sull'Atlantico, dalla Bretagna alla Normandia, fino alle Ardenne, i contadini denunciano « un disastro » per i raccolti di cereali, foraggio, verdure, gli allevatori sostengono che le bestie non trovano più erba da mangiare; i giornali pubblicano fotografie di terreni riarsi, segnati da crepe profonde, come se si trattasse dell'Africa, e invece sono lande neo-desertiche a poche ore d'auto da Parigi. E' cominciato già il gran consulto, attorno a quest'agricoltura minacciata dalla siccità, il governo hs. affrontato il problema, i ministri fanno a gara nel rassicurare contadini e allevatori che il loro lavoro sarà protetto, i loro redditi garantiti dalla « solidarietà di tutto il Paese ». Ma ormai da giorni s'avvertono gli effetti pratici della penuria d'acqua. I prefetti delle zone più colpite hanno già impartito severe disposizioni: non si innaffiano più i giardini, sono sospesi i lavaggi delle automobili; altri invitano i cittadini a preferire la doccia al bagno, perché si spreca meno acqua. Nessuno pensa al razionamento, ma a volte la siccità spinge la gente alla protesta: a Saint Mard, villaggio della regione parigina, la popolazione, dopo due giorni di rubinetti a secco, ha occupato il municipio e ha ottenuto di essere rifornita con camion-cisterna. Ma i guai maggiori sono altri: la siccità sta dando una mano all'inflazione perché in pochi giorni, frutta e ortaggi, pur non toccati dalla mancanza d'acqua, sono rincarati di colpo, e da lunedì prossimo l'Edf (l'Enel francese) ha disposto un calo su scala nazionale della tensione erogata, per la diminuita potenza delle centrali d'origine idrica. Gli impianti di questo tipo assicurano in Francia il 30 per cento della produzione elettrica (contro il 60 per cento delle centrali a nafta e a carbone e il 10 per cento di quelle nucleari), ma l'abbassamento dei livelli d'acqua, nei laghi e nei fiumi, ha già portato a una diminuzione di potenza del 25-30 per cento. Non si prevedono, almeno attualmente, interruzioni nell'erogazione della corrente, ma l'Edf ieri è ricorsa a un stito» di 600 megaWatts dalla Germania, e conta in aiuti simili dal Belgio e dall'Inghilterra, mentre Den poco ha da sperare da Italia, Spagna e Portogallo, tre Paesi alle prese con eguale penuria d'acqua. La scadenza alla quale l'Edf deve arrivare è il 15 luglio, giusto un mese, che segna per molti la data di partenza per le vacanze e la chiusura di numerose industrie, con conseguente diminuzione nel consumo d'elettricità. Quanto all'altro motivo di preoccupazione, il rialzo fulmineo dei prezzi di frutta e verdura, non c'è rapporto diretto, almeno per ora, fra gli effetti della siccità sulle coltivazioni e il costo di ciliege, pesche, albicocche, patate, pomodori, insalata e zucchini. Fino a pochi giorni fa, anzi, gli agricoltori lamentavano una super-produzione, con calo dei prezzi interni soprattutto a causa delle massicce importazioni da Spagna, Grecia, Turchia e Italia, ora parzialmente bloccate. Ma adesso tutti questi prodotti sono rincarati, nella psicosi della siccità. Anche se si tratta di normalissima speculazione ai danni di chi consuma: per fronteggiare questa insidia non basta sperare che piova il più presto. Paolo Patruno