L'eco degli applausi sprone per il futuro

L'eco degli applausi sprone per il futuro Per il Torino, a un mese dallo scudetto, festa al Palazzo del lavoro L'eco degli applausi sprone per il futuro La festa dello scudetto torinese si è spostata dai saloni degli alberghi del centro al Palazzo del Lavoro, dal clima compassato e un po' scontato delle cerimonie bianconere (conseguenza dell'abitudine...) a quello da serata folk che la società granata ha voluto creare, un mese dopo la conquista sul campo del titolo italiano. Mille-millecinquecento persone, chissà. Gente del football, è ovvio, addetti ai lavori ed una rappresentanza di tifosi, di tutti quei sostenitori che il presidente Pianelil avrebbe voluto ringraziare di persona per il prezioso contributo (di soldi, di sacrifici e di entusiasmo) che hanno dato alla stagione granata. L'idea della maxi-serata è maturata di giorno in giorno. Duecento soci più le signore fa quattrocento, trecento amici e consorti fa altri seicento, un po' di giornalisti, giocatori vecchi e nuovi, ecco che si è largamente superato ai primi conteggi la capienza massima di un locale tradizionale. Così via verso il Palazzo del Lavoro, ma se il dott. Bonetto non poneva certi logici limiti si sarebbe arrivati al Palazzo dello Sport o, chissà, allo stadio comunale per un colossale picnic notturno, una ripetizione della festa dello scudetto, che rimane comunque la vera e commovente celebrazione della vittoria, con l'happening fi¬ nale al vecchio Filadelfia. L'esplosione di gioia, allora, è stata tale che ha poi finito per sorprendere la rapidità e la compostezza con la quale l'onda dell'emozione è calata sino a quietarsi. Tutto nel giro di pochi giorni, dopo la salita a Superga per un omaggio che era rivolto ai vecchi campioni, un ringraziamento per il loro esempio. Del resto, la gente granata sulle gradinate di casa e nelle trasferte lo scudetto l'aveva desiderato, combattuto, sognato di domenica in domenica; tutte le energie erano state consumate. Ieri sera, è ovvio, la festa se è stata grande non ha potuto essere altrettanto corale. Se quella sera allo stadio e per le vie della città è stata una cosa « loro », tutta granata, sotto le ampie volte del Palazzo del Lavoro qualcuno ha detto « bravi » a mezza voce, augurandosi di non avere troppo spesso appuntamenti del genere. Ma lo sport è fatto di questi contrasti: per quanto il Torino festeggi e celebri, per quanto i suoi fans saltino e gridino, non sarà mai abbastanza se si pensa alla lunga attesa che società e tifosi hanno dovuto patire. Chi non capisce questo, il significato di una vittoria sospirata ventisette anni, non è un uomo di sport ma solo un cieco che non ha occhi salvo che per il proprio cortile. Per que- sto ci ha sorpreso non diciamo l'amarezza, comprensibile e giustificata, ma l'astio di parte dell'ambiente tifoso bianconero nei giorni del dopo-scudetto. Ed anche ci ha sorpreso il cercare il pelo nell'uovo su vari fronti, ultimo quello dei tifosi — certo meritevoli come altri — esclusi dalla festa di ieri sera per reale impossibilità, non certo per cattiva volontà. Sfumature, comunque. La serata di ieri sera, caotica e festosa, ha offerto l'occasione di un ultimo brindisi a gente — dirigenti, tecnici, giocatori, tifosi — che è ormai orientata sul futuro, un futuro da affrontare con le maggiori responsabilità che derivano dal pezzetto di stoffa tricolore attaccato alle maglie sociali. E' sin troppo facile dire sinora che la prossima stagione sarà difficilissima per il Torino. Gigi Radice dovrà dimenticare il verbo realizzarsi che tanto gli ha fatto gioco la scorsa stagione, la squadra non potrà più contare sul fattore sorpresa, la Coppa dei Campioni aggiungerà fatica a fatica, gli avversari giocheranno con altra concentrazione, ed i più forti (la Juventus soprattutto) sarano spinti da uno stimolante desiderio di rivincita. Soprattutto in campo internazionale i granata troveranno ossi duri. Il sorteggio per la Coppa dei Campioni avverrà ai primi di luglio, ma al massimo si può contare su un solo turno di media difficoltà. Ormai in Europa ogni avversario è serio. E certi schemi che hanno dato le ali al Torino sui nostri campi, potrebbero non essere applicabili oltre confine con la medesima disinvoltura. Per questo, Gigi Radice convoca per tempo la squadra e la impegnerà in una serie di gare all'estero; rodaggi durissimi, ed anche in questo il Torino (che già fece un tentativo del genere, ma contro avversari di rango inferiore) si dimostra società d'avanguardia. Ale granata, quindi, con un applauso (l'ultimo) per lo scudetto ed auguri Der il futuro. Bruno Perucca

Persone citate: Bonetto, Bruno Perucca, Gigi Radice

Luoghi citati: Europa, Filadelfia