Il delitto Coco: ora si cerca un giovane amico di Curcio di Remo Lugli

Il delitto Coco: ora si cerca un giovane amico di Curcio Perquisizioni, interrogatori, confronti Il delitto Coco: ora si cerca un giovane amico di Curcio E' un certo Gildo - Il nome era in un biglietto trovato in tasca al capo delle Brigate rosse - Arrestato il figlio di un agente di p.s. per alcuni messaggi di minaccia (Dal nostro inviato speciale) Genova, 15 giugno. L'obiettivo principale nelle indagini per la strage di via Balbi continua ad essere il covo. «Ci dev'essere in città un appartamento che è servito di base per le azioni genovesi — dice il dottor Antonio Esposito, dirigente dell'Antiterrorismo per la Liguria —: se noi riusciremo a localizzarlo verremo a conoscere certamente altri elementi utili». La città viene setacciata, non tutta, ovviamente, ma certi settori dove si ritiene più probabile che i brigatisti possano essersi accasati. Agenti in abiti civili vanno a parlare con i cittadini, a chiedere se sono a conoscenza di inquilini un po' particolari che hanno preso in affitto un alloggio l'anno scorso, dall'estate in poi. Dice Esposito: «Questi brigatisti possono es¬ sere notati per le ragioni opposte a quelle che di solito fanno risaltare la presenza dei vicini: questi cercano di essere discreti al massimo, di non farsi vedere, non farsi sentire. Abbiamo bisogno della collaborazione della gente. Può darsi che in un certo alloggio da qualche giorno sia scomparso ogni segno di vita: può essere anche quello un elemento utile, meglio andare a dare un'occhiata anche se per nulla». L'inchiesta, come si vede, è ancora in alto mare. Si conoscono, è vero, tre nomi: Giuliano Naria e Rocco Micaletto, come quelli di presunti assassini, e Antonio Savino, che sarebbe stato visto in via Balbi il giorno innanzi il delitto, ma andare a trovarli non è certamente un compito facile: già erano clandestini prima di commettere reati, figurarsi ora se è vero che sono assassini o loro complici. Si cercano anche un Gildo e un Sergio. Il nome Gildo abbinato a Genova era su un biglietto in tasca a Renato Curcio quando egli fu arrestato l'ultima volta. Già allora la polizia aveva cercato di capire che cosa significasse «Gildo Genova» e le ricerche erano rimaste infruttuose. Ora, dopo l'omicidio del dott. Coco, del brigadiere Saponara e dell'appuntato Dejana, quell'appunto assume una ben diversa importanza e individuare il Gildo potrebbe aprire altre prospettive. Il nome Sergio è legato a una vicenda dell'agosto scorso a Imperia. In quella città, nel corso della perquisizione in una casa, erano stati rinvenuti in una cassa armi e ordigni appartenenti alle «Brigate rosse». C'era una rivoltella di Giuliano Naria e c'era un timer per bomba. Il titolare dell'appartamento aveva ceduto la stanza nella quale c'era la cassa a un certo Sergio, non meglio identificabile; e infatti non fu mai identificato, ora si riprendono in mano gli elementi cogniti, per cercare di chiarire il mistero. Marginalmente all'inchiesta sulla strage c'è da registrare un arresto. E' un fattorino della Piaggio-Vespa, Enzo Corrente, 22 anni, figlio di un agente di p.s. I carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria, avendo avuto sentore che questo Corrente è un elemento «politicamente turbolento», hanno ottenuto dal magistrato di turno, dottor Olivieri, un mandato di perquisizione e hanno visitato la sua abitazione e il suo posto di lavoro. Sono così venuti in luce degli appunti relativi a messaggi minacciosi. Uno era rivolto ad Agnelli: «Padrone Agnelli, stai attento per la compagna Agnese, fischia il vento». Questa Agnese sarebbe una operaia che è stata licenziata. E, dietro una foto che riproduce la sagoma di due persone, c'era questa scritta: «Per il 27 giugno '76 uccisione di due camicie nere davanti all'ascensore al terzo piano della Piaggio». Per la data del 27 giugno è fissata, in quello stabilimento, una assemblea di dirigenti. I carabinieri hanno considerato questo appunto come un piano terroristico e hanno fermato il Corrente per sospetta appartenenza a bande armate e minacce gravi. Il magistrato sta ora vagliando la sua posizione. Il procuratore capo della Repubblica, dottor Grisolia, ha comunque precisato che l'episodio è a sé, non c'entra con l'inchiesta sulla strage. Remo Lugli

Luoghi citati: Genova, Imperia, Liguria