Uno zuccherificio sotto inchiesta vendeva a sofisticatoli: 22 arresti

Uno zuccherificio sotto inchiesta vendeva a sofisticatoli: 22 arresti Il traffico scoperto a Brindisi dopo lunghe indagini Uno zuccherificio sotto inchiesta vendeva a sofisticatoli: 22 arresti (Dal nostro corrispondente) Brindisi, 14 giugno. (v.m.) Lo Zuccherificio del Molise, con sedi a Termoli e Bologna, di cui risulta presidente l'aw. Nicola Rotolo (alcuni dicono che sia dimissionario da qualche settimana) democristiano e presidente della giunta regionale pugliese, nel giro di un paio di anni avrebbe venduto ad una rete di sofisticatori di vino, ben 20 mila quintali di zucchero. A queste conclusioni è giunto il sostituto procuratore della Repubblica di Brindisi, dott. Mario Zezza, dopo complesse indagini che hanno portato all'emissione di 26 ordini di cattura, 22 dei quali già eseguiti. Tra gli arrestati, figurano il direttore commerciale dello Zuccherificio del Molise, Santino Gazzotti, 35 anni, di Bologna, impiegati, produttori vinicoli, commercianti e autotrasportatori. Sono accusati di associazione per delinquere e falso in atto pubblico. Le indagini presero l'avvio nello scorso autunno, quando un industriale brindisino, Francesco Bardaro, 42 anni, titolare di una fabbrica di acque gassate e bibite, comprò zucchero per un ammontare di circa 200 milioni di lire nonostante in quei giorni, presso il tribunale, fosse in corso la procedura per dichiarare fallita la sua azienda. Il Bardaro non pagò la grossa partita di zucchero e il 30 marzo scorso venne arrestato sotto l'accusa di bancarotta. Indagando sull'episodio, il sostituto procuratore Zezza si rese conto che nella fabbrica del Bardaro, stando almeno ai carteggi sequestrati, circolava un'immensa quantità di zucchero, del tutto ingiustificata per quella che era la dimensione e la natura della produzione. Si pensò subito alle sofisticazioni di vini Dopo due mesi e mezzo d'indagini serrate, sono saltati fuori i primi nomi, ed è stato chiarito nei particolari il meccanismo per eludere i controlli che la legge impone per la vendita dello zucchero. Francesco Bardaro ed altri operatori economici pugliesi ed emiliani, compravano a proprio nome grosse partite di zucchero. Invece d'introdurle interamente nei propri stabilimenti, le distribuivano a tutta una fitta schiera di vinificatori della zona e intascavano somme ingenti. I più grossi fornitori del Bardaro e compagni sono risultati lo Zuccherificio del Molise ed una società «fantasma», la So.Co.Fi. (Società Commerciale Fiorentina). Quando i clienti si rivolgevano alla società molisana, spesso veniva¬ no dirottati alla ditta satellite, sostenendo che le scorte di zucchero erano tutte esaurite ed impegnate, perché vendute alla So.Co.Fi. Qui la richiesta veniva subito evasa, ma dietro pagamento di una consistente maggiorazione del prezzo del prodotto ed in contrasto con quanto stabilito dalla legge. Ma non basta: il Gazzotti, che era contemporaneamente direttore commerciale dello Zuccherificio del Molise e della So.Co.Fi., per ogni operazione percepiva una tangente che variava dalle 2 alle 4 mila lire al quintale di zucchero. Simili accordi, è stato accertato, sono stati portati a termine anche con altre società, finora sconosciute. Il giudice dott. Zezza ha dichiarato che, al momento, non sono emerse responsabilità penali relativamente alla posizione degli amministratori dello zuccherificio. Nel Consiglio di amministrazione, oltre al presidente avv. Rotolo, figurano come consiglieri delegati il dott. Bonfiglio Tesi e l'ing. Luigi Tesi, mentre consiglieri sono: Antonio Bello, Amedeo Boschini, Girolamo Cappiello (direttore generale dell'ente di sviluppo di Puglia, Basilicata e Molise, di cui è presidente sempre il democristiano Rotolo) ed Ernesto Martuscielli.