La giornata elettorale del manager Olivetti

La giornata elettorale del manager Olivetti Le fatiche dei candidati La giornata elettorale del manager Olivetti L'appuntamento è per le 9,30 in albergo. Ma alle 9,30 Roberto Olivetti, candidato al Senato per il pri, è sul «minibus dell'incontro», in piazza S. Rita. « La puntualità è un dovere verso gli elettori — si scusa la signora Anna, infaticabile organizzatrice al fianco del candidato — e poi Roberto non resiste a restare inattivo ». Sull'autobus infatti è già all'opera. C'è un giovane incerto, « uno dei tanti Indecisi », che cerca di chiarirsi le idee: « C'è troppa confusione tra 1 partiti e tutti dicono le stesse cose. A chi cre- dere? ». .Roberto Olivetti, manager, vicepresidente dell'Olivetti, propulsore di nuove iniziative industriali nel Mezzogiorno tramite la « Finanziarla meridionale », quarantott'anni, il sorriso del gentleman e la voce persuasila, spiega, con calma e convinzione, « la credibilità del partito repubblicano ». Gli occhi nocciola sorridono ogni tanto all'ingenuità delle domande dei cittadini. Si accalora con la donna che denuncia rincari, assistenza sanitaria, lassismo e permissivismo, abusi e privilegi di categorie. Chiarisce il punto di vista del pri sulla politica fiscale con il pensionato. Nega con decisione — al giovanotto che la sostiene — che la pena di morte sia una soluzione ai problemi della delinquenza. Confessa: « Sto vivendo un'esperienza kafkiana. Continue riunioni, Incontri, dibattiti, discorsi. E la vita appare così sfaccettata. Ogni uomo come me dedica tutto il suo tempo al lavoro, frequenta amici e conoscenti, sempre la stessa gente; poi ad un tratto esce dal guscio e si immerge nella società. Forse è stato un errore non farlo prima. Ogni giorno nel minibus è un esame di vita ». In fondo ne è contento. Abituato ai problemi di organizzazione aziendale, alle discussioni con i sindacati, il colloquio con gli elettori per lui è una novità stimolante. In albergo è di nuovo al lavoro: telefonate, inaiti: « Non posso, mi spiace, ma vedo nella mia agenda che sono già impegnato ». L'agenda è una cartellina di cartone consunto, nel cui interno è scritta la vita del candidato, giorno dopo giorno, fino alle elezioni. Mentre Roberto Olivetti si concentra su un articolo, la moglie Lisa organizza, decide, prende appunti su un quadernetto a righe. « E' il quaderno del problemi pratici — spiega ridendo — questi sono 1 miei compiti ». Su un tavolino lì accanto una foto ricordo d'altri tempi: nonno Olivetti, fotografato un lontano 1° maggio, segue con lo sguardo severo tutta l'attività del nipote candidato. Il pranzo è una colazione di lavoro, politica naturalmente, con amici del partito; il riposo del primo pomeriggio è la preparazione di una mozione per il convegno con Guido Carli; poi si corre al Ceep (Centro studi problemi economtei) e ancora si discute e si organizza. Roberto Olivetti, cerca di passare inosservato. E' timido? « Schivo di natura, riservato ». Certamente non polemico, nà engressivo. Chiede a tutti: «Che ne dice? Le pare chiaro? ». Cerca consensi, ma accetta le critiche. Ancora politica ed elettori sul minibus. Una ventina di persone, parlano tutt". insieme, proposte, denunce, timori. « Anche stavolta c'è un comunista — commenta sornione Olivetti — c'è ogni giorno, fa il suo piccolo comizio e pare soddisfatto. Segno che l'Iniziativa del minibus è un successo, non le pare? Altrimenti non verrebbero a passare qualche ora con me, tutti i giorni ». La sera viene presto. St va in auto fino a Tavagnasco, nel Cartavese. La sede più giovane del partito (« ha solo sei mesi di vita ») ha preparato v;: incontro con il candidato al Senato. Sul muro di una casa, all'ingresso del paese, un manifesto lo annuncia. Roberto Olivetti lo scopre con un pizzico di vanità. « Guarda — dice alla moglie — mi hanno messo persino i manifesti e con il mio nome ». Alla sede del pri, strette di mano e pacche sulle spalle. C'è chi lo chiama « dottore » e chi gli dà del « tu »: « Roberto, lo sapevi che tuo padre diceva " MI spiace, 'sto ragazzo non ha il gusto per la politica"? ». E alla politica, occasione dell'incontro, si uniscono ricordi d'infanzia e di famiglia. Appena il candidato incomincia a parlare, scoppia un temporale. La luce va e viene, poi si spegne. Una voce nel buio: « Non è sabotaggio, dottore. Continui a parlare che sentiamo. Noi intanto cerchiamo le candele». E a lume di candela si svolge l'ultimo comizio della giornata di Roberto Olivetti e termina in allegria con un bicchiere di vino buono, salame, formaggio. « Non è questo 11 contatto umano che ci fa sentire uomini vivi? » conclude Olivetti e sorride contento. Simonetta Conti Roberto Olivetti

Luoghi citati: Tavagnasco