L'impresario liberato a Roma ha versato seicento milioni
L'impresario liberato a Roma ha versato seicento milioni Lamburghini prigioniero per 14 giorni L'impresario liberato a Roma ha versato seicento milioni I banditi avevano chiesto oltre un miliardo - Il costruttore racconta: "Mi hanno sempre tenuto legato a un letto e sono stato narcotizzato " (Nostro servizio particolare) Roma, 10 giugno. (s. m.) «Finalmente è finita.», ha detto Alessandro Lamburghini, il costruttore liberato ieri sera dai suoi rapitori, alla moglie Mirella, appena ha potuto riabbracciarla. Per rivederlo la sua famiglia ha pagato nei giorni scorsi un riscatto di seicento milioni. Alessandro Lamburghini è stato rilasciato dopo quattordici giorni di prigionia. I banditi l'hanno abbandonato intorno alle 22 di ieri nella zona di Spinaceto, quartiere periferico a sud di Roma. Ancora stordito (i suoi rapitori l'hanno narcotizzato perché non ricordasse il tragitto percorso dalla prigione al luogo del rilascio), Alessandro Lamburghini ha raggiunto un bar della zona ed ha telefonato alla famiglia. «Sono Alessandro — ha detto alla moglie — sono al distributore della Esso sulla Pontina, venitemi a prendere». Poco dopo il costruttore riposava nella sua villa di via Tullio Passerelli, un quartiere residenziale a Tor de' Cenci. A mezzanotte sono arrivati in casa Lamburghini il magistrato incaricato delle indagini e il maggiore dei carabinieri Cornacchia che hanno breve mente interrogato il rapito. Il medico di famiglia l'ha poi visitato e gli ha riscontrato un forte stato di choc e una certa debolezza fisica. «Sono stato sempre legato ad un letto» ha spiegato Lamburghini ai familiari. «Non potevo muovermi e, forse per questo, i miei muscoli sono indeboliti». E' stato impossibile incontrare il costruttore ma, portavoce della famiglia, si è fatto l'avvocato Della Lunga. «/ banditi avevano chiesto molto di più, oltre un miliardo — ha detto il legale — le trattative le hanno portate avanti i Lamburghini, ma so che sono state lunghe e penose perché i rapitori non accettavano assolutamente di venire a patti. Del resto la famiglia non poteva pagare di più e alla fine si sono convinti». L'avvocato Della Lunga ha poi riferito i particolari che Alessandro Lamburghini ha raccontato sulla sua prigionia. Il costruttore è stato tenuto in un corridoio dal soffitto basso, forse un seminterrato. Ha mangiato regolarmente, anche se non bene, ed è stato trattato civilmente. Non ha visto in faccia nessuno dei suoi carcerieri sempre mascherati; non ricorda nessuna voce in particolare. Gli parlavano poco o nulla. Solo ieri un uomo gli ha detto verso le 8 di sera: «Preparati, vai a casa». «Fra qualche giorno tornerò a lavorare», ha detto stasera Lamburghini, «non voglio rimanere inattivo perché mi tornerebbe alla mente questo terribile incubo». Al momento del rilascio, il costruttore indossava gli stessi abiti della sera in cui è stato rapito. I banditi gli hanno lasciato la catenina, ma non gli hanno restituito né l'orologio da polso né il borsetto con i documenti.
Persone citate: Alessandro Lamburghini, Cornacchia, Della Lunga
Luoghi citati: Roma
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