Uno certo fra i killers di Remo Lugli

Uno certo fra i killers Uno certo fra i killers (Segue dalla 1a pagina) per Santillo è molto chiaro e sicuro, di Naria In questa vicenda sono emersi un borsello e una piantina topografica della zona di Genova, elementi che ne! corso della conferenza stampa con il dottor Santillo hanno costituito un motivo un po' polemico. Circa un anno fa, a Ragusa, in una cassetta postale veniva rinvenuto un borsello che conteneva dei documenti di identità intestati a un napoletano, Claudio Carbone, risultato poi nappista. E c'era anche, disegnata a pennarello, la piantina di un settore di Genova comprendente via Balbi e la piazza Acquaverde. Di quel borsello e di quei documenti, finiti nelle mani dei carabinieri, non seppe mai nulla l'Antiterrorismo. Santillo ha ammesso di averne appresa l'esistenza soltanto ieri. E' corretto questo comportamento? Il dottor Santillo si è sentito rivolgere dai giornalisti molte domande a questo proposito; taluni hanno so- cumesj prattutto manifestato la con vinzione che se l'Antiterrorismo fosse stato messo a conoscenza dell'esistenza di quella piantina relativa a Genova, proveniente da un nappista, e rappresentante anche via Balbi, forse si sarebbe potuto prendere misure più efficaci per proteggere la vita del dottor Coco. Santillo ha respinto l'insinuazione di un disaccordo tra carabinieri e polizia, anzi, ha sottolineato la perfetta collaborazione con la quale sono state condotte in questi ultimi tempi important:. operazioni in campo antiterroristico. «Di mappe se ne trovano tante — ha detto —;1 i carabinieri quando hanno rinvenuto questa, hanno certamente svolte le debite indagini dalle quali non è emerso alcun elemento per attribuirle particolare importanza. E' da notare che via Balbi era indicata soltanto per una piccola parte e nello schizzo non figurava la salita Santa Brigida, dove abitava il dott. Coco e dove è stato assassinato ». «D'altronde — ha concluso il dottor Santillo — la conoscenza da parte nostra di quella piantina non avrebbe \ cambiato nulla, perché già da un anno il dottor Coco aveva una scorta continua». Claudio Carbone attualmente è in carcere a Napoli, ed è facile supporre che sarà sottoposto a interrogatorio su quella sua mappa, alla luce di quanto è accaduto martedì. Sono rimbalzate qui diverse voci relative ad altre identificazioni di brigatisti rossi. Con insistenza si è parlato di un medico milanese, Antonio Moccia, che sarebbe stato fermato a Gorgonzola; ma Santi Un lo esclude, come ha escluso un fermo a VentimiSlia. Anche se molte voci sono infondate, è evidente che l'attenzione degli inquirenti si volge, in tutta Italia, non solo •'ti brigatisti schedati che vivono nella clandestinità (quanti j sono cinquanta, 100? Santillo non si è voluto pronunciare, ha detto: «Diversi»), ma anche a coloro che sono sospettati di essjre simpatizzanti o conniventi con il movimento. «I nostri tredici nuclei antiterrorismo in Italia — ha detto il capo dell'ispettorato — raccolgono tutte le foto dei membri dell'eversione, sia nera che rossa; convogliate al centro, esse sono poi ridistribuite alle sedi periferiche, per cut ognuna è in grado di riconoscere il quadro generale». La cattura di Renato Curcio, ritenuto il capo delle Brigate rosse, e di altri elementi di primo piano, sembrava aver messo l'organizzazione in difficoltà; questa improvvisa virulenza significa forse che c'è stato un proselitismo? Santillo risponde: «Dev'esserci stato un indebolimento, che ora viene ovviato con l'unificazione delle Brigate rosse e dei Nap, già constatata». Un'ultima domanda: ritiene che tra oggi e la scadenza elettorale del 20 giugno possa accadere ancora qualcosa di grave, come qualcuno ipotizza? «Non so rispondere. Certo, non si può escludere che possano verificarsi altre situazioni pericolose e preoccupanti. D'altra parte le stesse Brigate rosse, nel loro volantino di ieri, fanno un esplicito riferimento alle elezioni e alla necessità della lotta armata». Remo Lugli

Luoghi citati: Genova, Gorgonzola, Italia, Napoli, Ragusa, Santa Brigida