Vengono assolti tre ginnasiali per una inchiesta sul "sesso"

Vengono assolti tre ginnasiali per una inchiesta sul "sesso" Lo scandalo esploso all'istituto Visconti di Roma Vengono assolti tre ginnasiali per una inchiesta sul "sesso" Perché il fatto non costituisce reato - Avevano diffuso un questionario agli studenti (Dalla redazione romana) Roma, 9 giugno. Chiedere a studenti ginnasiali e liceali notizie sul loro comportamento sessuale non costituisce reato: lo hanno riconosciuto i giudici del tribunale assolvendo tre ragazzi che qualche mese fa, all'istituto «Visconti», avevano diffuso tra i loro compagni un questionario nel quale tra l'altro si trattava di sesso. L'iniziativa del «test» fu di Alberto Angiolini, Cecilia Castellani e Giuseppe Biamante i quali, rinviati a giudizio per direttissima, oggi sono stati prosciolti con formula ampia dall'accusa di aver diffuso una pubblicazione oscena tra gli adolescenti, un reato che prevede più di tre anni di reclusione. Il questionario, ben 23 domande, molte di natura incima, era cominciato a circolare sui banchi del Visconti nel novembre del 1975. I difensori dei giovani, Paolo e Guido Canevacci, Giorgio Gippone e Franco Di Gioia, nel chiedere l'assoluzione più ampia, avevano spiegato ai giudici che affrontare argomenti impegnativi come quello riguardante il sesso da parte degli studenti dimostra la loro maturità di fronte a problemi che non possono più essere considerati «tabù». Roma. Da sinistra, Antonio Biamonte, Cecilia Castellani e Alberto Angiolini (Tel. Ap)

Persone citate: Alberto Angiolini, Antonio Biamonte, Cecilia Castellani, Franco Di Gioia, Giorgio Gippone, Giuseppe Biamante, Guido Canevacci, Visconti

Luoghi citati: Roma