Centinaia di edifici sequestrati al Circeo

Centinaia di edifici sequestrati al Circeo La zona rovinata dagli abusivismi Centinaia di edifici sequestrati al Circeo (Dalla redazione romana) Roma, 7 giugno. Il saccheggio del Circeo, le cui bellezze naturali sono state irrimediabilmente distrutte dalla speculazione edilizia, è stato finalmente bloccato. La magistratura, dopo una approfondita indagine, è intervenuta con un'azione coordinata dal sostituto procuratore generale della corte di appello, dottor Pasquale Pedote, e dal sostituto procuratore della Repubblica Luciano Melisi, distaccato per questa complessa indagine alla procura generale. Diretti dai due magistrati, i carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria, comandati dal colonnello Ruggero Placidi, hanno cominciato il sequestro di centinaia di edifici costruiti apparentemente con tutti i crismi della legalità e nel rispetto delle norme edilizie emanate per il comprensorio del Circeo, ma in realtà sorti all'insegna dell'abusivismo più sfrenato. In questa azione, secondo le denunce, gli imprenditori hanno avuto la complicità di coloro che hanno retto o reggono il comune del Circeo dal 1971. L'inchiesta si svolge sulla base di una serie di denunce e di « libri bianchi » che, inviati alla pretura di Terracina ed alla procura della Repubblica di Latina, non ebbero alcun seguito. Perciò gli speculatori hanno avuto via libera nell'opera di « saccheggio » del Circeo dove, in un breve arco di tempo, soprattutto per la mancanza di un piano regolatore, si sono moltiplicate con impressionante crescendo le costruzioni che era che sono sequestrate. Le imprese edilizie, assicuratisi i terreni e le licenze, hanno cominciato ad invadere la zona con il cemento, senza stipulare preventivamente con l'amministrazione comunale le previste convenzioni. In base alle leggi vigenti, gli imprenditori avrebbero dovuto assegnare una zona a verde pubblico, predisporre i servizi generali, creare i servizi di primaria necessità, come gli impianti per l'erogazione di luce ed acqua. Inoltre, a garanzia di questi impegni, avrebbero dovuto depositare in banca cospicue somme di danaro rapportate al presumibile valore degli immobili. Ma tutto ciò non è avvenuto proprio per la presunta complicità di esponenti dell'amministrazione comunale, i quali avrebbero anche favorito gli imprenditori nella concessione delle licenze. Secondo l'accusa, ogni impresa è riuscita ad ottenere per ciascun lotto più licenze edilizie: ogni area è stata suddivisa in più porzioni, che i costruttori hanno fatto passare per lotti regolari. Ciò ha permesso che nello spazio in cui doveva esserci un solo edificio ce ne siano oggi fino a cinquanta. Sarebbero più di mille le licenze ottenute dal 1973 ad oggi dagli imprenditori con questo sistema. Ad operare in questo settore è stato soprattutto la società « Maiora terza », della quale risulta amministratore unico Antonio De Majo. Questi, all'inizio del 1970, chiese la licenza per poter costruire in località « Torre Cervia », compresa nel settore di « Quarto Caldo », una trentina di ville. La commissione comunale negò il permesso, ravvisando nel progetto una lottizzazione irregolare. In seguito i proprietari del terreno, che risultano essere i Galeazzi-Lisi, riproposero la domanda con successo, ottenendo anche il frazionamento dell'area. Il permesso però sarebbe stato strappato all'autorità comunale con un espediente che è riuscito grazie ad oppoggi all'interno del comune. L'estensione dei terreni dei Galeazzi-Lisi infatti, non sarebbe stata sufficiente per poter avere le licenze di lottizzazione e edificatorie; perciò si fece apparire sulle domande che essi erano contigui a quelli di Camillo Crociani (coinvolto nell'inchiesta Lockheed) nonostante che li dividesse una strada comunale. Scoperto il « raggiro », nell'estate del '75 la Regione Lazio intervenne con un fonogramma per bloccare l'attività edilizia, motivando il provvedimento con la necessità di impedire ulteriormente lo scempio della zona di « Quarto Caldo ». Non ci fu però alcuna indagine penale.

Persone citate: Antonio De Majo, Camillo Crociani, Galeazzi, Lisi, Luciano Melisi, Maiora, Pedote, Ruggero Placidi

Luoghi citati: Latina, Regione Lazio, Roma, Terracina