Le pagelle di San Siro
Le pagelle di San Siro Le pagelle di San Siro ZOFF: Vede crearsi tre palloni-gol romeni nel solo primo tempo. Forse prova qualche brivido davvero esagerato, data la differenza che dovrebbe passare tra gli azzurri e i nostri avversari: ma è una differenza «storica» che per 45 minuti il Club Italia non riesce a dimostrare. Nella ripresa, almeno il secondo gol romeno dipende da un suo errore di posizione: chiudiamo un occhio, per lui è la fine dell'anno. TARDELLI: E' stanco, ma si batte, seppur con qualche cattiveria eccessiva. Come diversi nostri peloteri, non ha più la lucidità necessaria in un finale di stagione troppo intenso. La sua ripresa lascia a desiderare, ma è giovane, e notoriamente accanito, e certamente saprà costruirsi un avvenire atletico più cospicuo. ROCCA: Cerca di lanciarsi da solo, a volte con intuito, talora con abnegazione ma anche notevole cecità. Il suo avversario non è certo un asso, ma lo intriga abbastanza, finché il retro finale di « Kawasaki » lo stronca in maniera davvero brutale. Negli ultimi minuti il terzino azzurro rischia addirittura di andare due volte in gol. BENETTI: E' patetico, sbaglia appoggi elementari, fallisce triangoli da semplice allenamento. Evidentemente gli anni e la stanchezza non sono riscattabili con la sola volontà. Cerca di battersi ma la «sua» San Siro lo guarda sbigottita. Il futuro del Club Italia è ormai un miraggio per il rude zoccolo del buon Romeo. ROGGI: Un valore internazionale non lo sarà mai. Deve sostituire Bellugi, malgrado lo stopper titolare si sia fatto iniettare di novocaina. Il fiorentino è un'autentica mezza cartuccia (e pericolosa: al 50' batte persino Zoff in uscita pur di scalciare in corner una palla morta). Che gli dei pallonari lo perdonino. FACCHETTI: Fiutando il vento, non esce dall'area. Si muove attentamente, preoccupato della «salute» e della lucidità dei compagni. Nessuno più di lui conosce certe fatiche di giugno, anche se ricreate dal venticello d'un pomeriggio temporalesco. Mi pare una balia, il buon Giacinto, sempre tesa a misurar la culla in pericolosa altalena. Il primo gol romeno viene fuori da un suo «takle» tardivo: abbiamo chiuso gli occhi per Zoff, facciamolo anche per l'ottantottenne immedagliato Giacinto. CAUSIO: E' il migliore, con lanci e ap¬ poggi, invenzioni e proiezioni. Ma per tutto il primo tempo l'attacco azzurro non dimostra autentico peso atletico e spreca diverse felici mosse del «barone». Causio fa quello che può, almeno smentendo certi fischi antisportivi del pubblico: finisce con conquistare San Siro e fornire tocchi talentuosi. PECCI: Parte bene, poi s'insabbia un poco nella ragnatela della manovra. Cerca e riesce ad inventare alcuni appoggi precisi, ma il suo lavoro, per varie fasi, è un po' oscuro: tuttavia « piedone » ha dimostrato diligenza, il che nel Club Italia è sempre dote da lodare, per chi non dimentica le antiche improvvisazioni del centrocampo. GRAZIANI: Pochi palloni da lavorare, qualche corsa inutile, almeno all'inizio. Non è al meglio (ma altri sono peggio) e mentre i romeni badano solo a non rischiare, proprio lui. centravanti di manovra, dimostra certe incapacità « estive » del nostro calcio. Nella ripresa si dibatte in ottima intesa con Bettega, fa il gol e non rinuncia anche a palloni ormai persi. Un applauso, almeno con una mano sola, se lo merita. ANTOGNONI: Genio per alcuni minuti secondi, sregolatezza e cecità per molti quarti d'ora. Crederlo intoccabile non è più una mossa tattica intelligente. Non fa mai sua la partita, anche se talora dimostra sprazzi notevoli di capacità. Ma un « atipico » non significa vittoria: fa un gol stupendo di « prima », col sinistro, tanto che uno vorrebbe calare in campo a rimproverargli gli sbagli precedenti. PULICI: Poche cose e non buone. Fosse in salute, darebbe sei metri al suo diretto avversario. Invece si presenta con un solo colpo di testa (al 19') e con una « gittata » clamorosa (al 55', anche se era in fuorigioco). Rigenerarlo è importante, se lo si vuole pedina azzurra decisiva. ZACCARELLI: Sostituisce Benetti, inizia con qualche cattiveria anche per conquistar la maglia. Poi cerca di operare come perno del centrocampo, mentre la partita si fa più veloce. Non demerita: bisognerà insistere su di lui, e soprattutto immedesimandolo nel ruolo. BETTEGA: E' intelligente e lo dimostra negli scambi con Graziani, sorreggendo meglio la nostra manovra in attacco e nei recuperi. Due gol di ottima fattura e un terzo fallito d'un soffio. E' pedina utile nel Club, e lo si sapeva. g. arp.
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