"Talvolta basterebbe un gesto, una parola,,

"Talvolta basterebbe un gesto, una parola,, "Talvolta basterebbe un gesto, una parola,, Lettera di un padre con la figlia bocciata per la seconda volta nella scuola d'obbligo Giorni di scrutini, drammi grandi e piccoli nelle scuole dove purtroppo 1 ragazzi non sempre trovano la compenslone e l'aiuto che dovrebbero. Setola nuova, ma ancora bardata di tante pastoie, ancora repressiva malgrado lo neghi — e spesso in buona fede — ancora emarginante. Tra le molte lettere che ci sono giunte in questi giorni, dopo la pubblicazione dela « caso limite » della Peyron di Torino dove uno studente è stato bocciato per una parolaccia detta alla professoressa, ne abbiamo scelta una particolarmente significativa. « Ho letto l'articolo a proposito delle ingiustizie che si verificano nella nostra scuola e vorrei raccontarvi quanto è successo a mia figlia Beatrice nella classe 3° I della Scuola Camillo Olivetti di Torino. « Premetto che mia figlia è affetta da diabete mellito e pratica come quasi tutti i giovani diabetici una terapia insulinica. Il suo metabolismo, anche per le trasformazioni naturali del fisico (Beatrice ha ora quasi 15 anni) è molto difficile da equilibrare ed un rilassamento momentaneo sia muscolare che intellettivo si può verificare durante le lezioni proprio a causa, ripeto, dell'insulina assunta che può provocare crisi momentanee di Ipoglicemia. « Questo stato di cose ha tatto si che gli insegnanti abbiano scambiato per pigrizia il sintomo di una piccola crisi che probabilmente ripetutasi svariate volte è stata il viatico ad un giudizio dt svogliatezza, pelandrontte ecc. Beatrice si è trovata quindi a combattere due battaglie già perdute In partenza: la cronicità della sua malattia e la ostinata incomprensione degli insegnanti « Morale: mia figlia non ha più studiato e forse ne aveva anche il diritto. Non ammessa agli esami di terza media sia per l'anno 74-75 che per quest'ultimo appena trascorso. « Ora, tutto questo potrebbe anche starmi bene, (si fa per dire). Se non avessi riscontrato che in altre sezioni della stessa scuola, vi sono ragazzi ammessi all'esame con sette-otto ed anche dieci insufficienze: mia figlia, con sei insufficienze, non lo è stata. « Ed io me la tengo bocciata, nella scuola dell'obbligo, per il secondo anno consecutivo, bollata per di più da un giudìzio di immaturità. Ma me la tengo soprattutto con tanta tristezza in più e con il ricordo di due anni scolastici di incubo, vissuti tra persone incapaci di instradarla, interessarla e soprattutto incapaci di comprendere il piccolo dramma che si portava dentro, mascherato, magari da un atteggiamento di sfida, di ribellione ma sempre un dramma. « Forse sarebbe bastato, appoggiandole una mano sulla spalla dirle, "forza Bea, datti da fare e vedrai che ce la facciamo". « Ebbene io che purtroppo non sono nessuno e tanto meno un docente e uno psicologo, mi permetto dt appoggiare simbolicamente la mano sulla spalla di ogni ragazzo "immaturo" e dico loro "forza ragazzi, ce la farete lo stesso con o senza quanto la scuola vi ha dato perché la vita è di tutti anche degli immaturi, e forse questa scuola guarirà anche per merito vostro". « Vi ringrazio per avermi ascoltato e vi saluto rispettosamente ». Segue la firma

Persone citate: Camillo Olivetti, Peyron

Luoghi citati: Torino