I siriani preparano l'ultimo attacco

I siriani preparano l'ultimo attacco Libano, si tenta ancora un accordo, ma la situazione è grave I siriani preparano l'ultimo attacco Beirut. 4 giugno. Le sinistre libanesi e i guerriglieri palestinesi hanno ignorato l'ultimatum, lanciato ieri sera dai siriani, di evacuare le roccheforti montane nel Libano centrale. Era stato il comandante delle truppe d'invasione ad ordinare alle forze del « leader » delle sinistre Kamal Jumblatt di abbandonare le loro posizioni lungo il settore orientale dell'enclave cristiano, a nord di Beirut. Ma l'ordine è rimasto senza risposta ed i siriani non hanno ancora attuato quelle misure militari preannunciate ieri. Ma un grosso successo gli invasori lo hanno registrato su un altro fronte. Il comandante della base aerea di Ryak, la principale del Libano, tenente colonnello Fahìm Haj, ha assicurato il suo pieno appoggio ai siriani. L'ufficiale ha il controllo dì una decina di caccia Hawker Hunter nella base che si trova nella valle del Bekaa. Egli ha detto che lui ed i suoi 500 uomini appoggiano i siriani, perché non c'è altro modo per por fine a questa lotta fratricida. Le truppe siriane hanno occupato oggi un'altra base aerea a Kleiaat, a nord. In tal modo l'aeronautica libanese — 36 aerei, fra cui 10 « Mirage » inservibili — è ora sotto il loro- controllo. Oggi i carri armati siriani sono stati dislocati agli incroci sulla principale rotabile che congiunge Beirut a Damasco e sulla strada che porta a Zahle, una vicina cittadina cristiana di 50.000 abitanti. Altri reparti si sono spostati a sud, ed hanno praticamente circondato le roccaforti dei guerriglieri palestinesi nei pressi di Nabatiyah, Sidone e Hasbaya. Queste due azioni combinate ed il fatto che sinistre libanesi e guerriglieri palestinesi siano rimasti senza l'appoggio dell'aviazione fa pensare che i siriani preparino l'ultimo attacco, quello che gli aprirebbe la straad di Beirut. Ma qualcuno ancora spera che si possa giungere alla pacificazione del Paese senza un nuovo bagno di sangue. Secondo alcune fonti di Beirut, infatti, l'offensiva siriana mira a sostenere politicamente il presidente eletto Elias Sarkis, che ha l'appoggio di Damasco, perché si arrivi finalmente a un negoziato che ponga fine a 14 mesi di guer- ra civile. Se i dirigenti musulmani e cristiani si uniranno a Sarkis nei negoziati di pace le truppe siriane rimarranno dove sono. Ed a questo proposito si fa osservare che oggi il capo dei servizi di sicurezza militari colonnello Ali Modani, e il colonnello Ahmed Holi, del servizio segreto militare della Siria, sono stati ricevuti dal presidente Suleiman Frangie, dal leader della falange Gemayel e dal reverendo Citarbel Kassis, capo di un ordine monacale maronita. La situazione a Beirut sta divenendo intanto sempre più drammatica anche a causa della mancanza di elettricità. La popolazione è rimasta senz'acqua per il terzo giorno consecutivo, dato che gran parte della capitale è alimentata da pompe elettriche che hanno cessato di funzionare. La mancanza di elettricità implica inoltre la chiusura di quasi tutte le panetterie, che dispongono dì forni elettrici, e la putrefazione di enormi quantitativi di prodotti alimentari e farmaceutici a causa del mancato funzionamento degli impianti frigoriferi. Sono anche paralizzate quasi del tutto le comunicazioni telefoniche. Il primo ministro sovietico Kossighin, conclusa la sua visita ufficiale di quattro giorni in Siria, ha lasciato stasera Damasco. Nel comunicato conclusivo sui colloqui avuti con i dirigenti siriani si afferma che i due Paesi si impegnano a proseguire gli sforzi intesi a riportare la pace e la sicurezza nel Libano e ad assicurarne l'integrità territoriale. La visita di Kossighin ha coinciso con l'invio delle truppe corazzate siriane nel Libano. Il comunicato parla inoltre di « cooperazione bilaterale » per rafforzare il potenziale di¬ fensivo della Siria, e ciò viene interpretato dagli osservatori come un'indicazione che Mosca invierà altro materiale bellico a Damasco. L'Unione Sovietica è il principale fornitore di armi per la Siria ed ha ricostituito l'arsenale militare di Damasco fortemente intaccato dalla guerra contro Israele dell'ottobre 1973. L'Unione Sovietica collaborerà infine alla costruzione di una centrale idroelettrica sull'Eufrate e dì una ferrovia in Siria, nonché alla realizzazione di altri progetti. (Ap)

Persone citate: Ahmed Holi, Elias Sarkis, Fahìm Haj, Gemayel, Jumblatt, Kamal, Kossighin, Suleiman Frangie