Falso vigile ferisce in casa un gioielliere forse per sequestrare la figlia di 18 anni

Falso vigile ferisce in casa un gioielliere forse per sequestrare la figlia di 18 anni Episodio di violenza in un alloggio alla periferia romana Falso vigile ferisce in casa un gioielliere forse per sequestrare la figlia di 18 anni Entrato in casa con un complice, ha narcotizzato la domestica e colpito con il calcio della pistola l'uomo che tentava di opporsi - I due banditi sono stati costretti alla fuga dai vicini Roma, 3 giugno. E' stato un tentativo di rapina o un sequestro fallito quello messo in atto stamattina da due banditi ai danni di un commerciante di preziosi? Il dubbio rimane ancora, sebbene gli inquirenti sembrino orientati verso la prima ipotesi. Il fatto è accaduto poco dopo le 9,45 nel quartiere dell'Aurelia Vecchia, una zona residenziale alla periferia nordoccidentale della città. A quell'ora un uomo in divisa da vigile urbano ha avvisato al citofono la domestica di casa Bilgoraj, in via S. Pancrazio 11, che sarebbe salito per notificare una contravvenzione. Nella casa, al terzo piano, abita Chaim Bilgoraj, un polacco di 65 anni che commercia all'ingrosso in orologi e preziosi, la moglie Elena e la figlia Diana di 18 anni e la domestica Alfonsa Ieranò di 55. Al momento della chiamata la ragazza dormiva nella sua stanza da letto, la madre era già uscita per la spesa e il gioielliere stava lavorando nel suo studio. Appena il falso vigile suona alla porta la domestica, dopo aver controllato attraverso lo spioncino ed essersi rassicurata nel vedere un uomo in divisa, apre. Il «pizzardone» ha un foglio in mano, ma sotto il foglio c'è una pistola spianata. «Non gridare, sennò t'ammazzo». In quel momento arriva di corsa un complice, vestito in borghese ma con il viso coperto da un passamontagna che afferra la donna, la spinge nell'interno e le irrora naso e bocca con uno spray narcotizzante. La donna s'accascia ma lo stordi mento dura solo qualche istante e mentre i due si diri gono verso le camere interne incomincia a gridare per attirare l'attenzione. I due ritornano e la narcotizzano una seconda volta. Richiamato dal trambusto e dalle grida, Chaim Bilgoraj esce dallo studio. «Non ti muovere o ammazziamo tua figliti» gli grida uno dei due malviventi. Ma lui tenta di afferrare il bandito più vicino, quello in borghese. Ne nasce una breve colluttazione, durante la quale il falso vigile lo colpisce violentemente e ripetutamente al capo con il calcio della pistola. Il gioielliere cade tramortito e incomincia a perdere sangue. Intanto però la domestica si è riavute ed è corsa sul pianerottolo: grida, chiama aiuto, suona i campanelli degli inquilini vicini. I due banditi si rendono conto che il loro tentantivo è fallito e fuggono precipitosamente per le scale. In strada li aspetta una Fiat 127 verde targata Lucca, con la quale si allontanano velocemente. L'ipotesi del tentativo di rapina sembra avvalorata dal fatto che il Bilgoraj aveva in casa un ricco campionario di orologi e di gioielli. Mentre l'ipotesi del sequestro pare autorizzata dal fatto che i due malviventi sapevano benissimo che il Bilgoraj aveva una figlia e forse erano decisi a rapirla per chiedere poi un riscatto. La Fiat 127 verde, ritrovata poco dopo nello stesso quartiere e con la divisa da vigile abbandonata a bordo, è risultata rubata. Bruno Ghibaudi mone. Gli uomini si sono affrontati, sono stati esplosi da una parte e dall'altra colpi di rivoltella: Ceravolo è rimasto ucciso, Conversano ferito a una spalla. Alcuni amici della vittima, invece, ehm,hi un'altra versione dei fatti. Dicono che i loro colleghi erano in costume da bagno, quindi disarmati, perché stavano scaricando i pacchi dal natante che era ormeggiato ad alcuni metri dalla riva. Gli agenti invece di esplodere in aria alcuni colpi a scopo intimidatorio, avrebbero puntato le canne delle armi ad altezza d'uomo con le tragiche conseguenze. (Ag. Italia)

Persone citate: Aurelia, Bruno Ghibaudi, Ceravolo, Chaim Bilgoraj

Luoghi citati: Italia, Lucca, Roma