La banca, "leva,, per la ripresa di Renzo Villare

La banca, "leva,, per la ripresa A colloquio con Luciano Iona, presidente del San Paolo La banca, "leva,, per la ripresa L'Istituto torinese ha lavorato bene nel '75: la "raccolta" è aumentata del 46% sul '74, i crediti del 53% - Cinquecento nuovi posti di lavoro - Il sostegno alle industrie esportatrici La stagione dei «rendiconti» è praticamente conclusa e questo rende possibili le prime considerazioni. Per le banche si sono riscontrati, sulla base dei bilanci 1975, alcuni tratti comuni, ma sono state poste in evidenza anche differenti dinamiche di sviluppo che ne caratterizzano l'azione. In questo quadro i risultati conseguiti dall'Istituto Bancario San Paolo di Torino testimoniano un significativo sforzo aziendale. Abbiamo chiesto al presidente dell'Istituto, professor Luciano Jona, di illustrare i principali aspetti del consuntivo con alcune proiezioni sugli sviluppi futuri Le risultanze dell'esercizio 1975 — ha affermato il professor Jona — «si presentano positive e sembrano corrispondere, in modo stretto, a quei favorevoli segni di reazione prima e di inizio di ripresa poi, che hanno caratterizzato Il sistema produttivo, con particolare riguardo a quello industriale, di cosi determinante Importanza nelle aree ove l'Istituto è presente In modo più capillare». A fine 1975 1 mezzi complessivamente amministrati dal San Paolo ammontavano a 6259 miliardi di lire, con un aumento di 1824 miliardi sul 1974. Il totale degli impieghi, comprese le sezioni speciali, raggiungeva l'importo di 4109 miliardi con l'incremento di 1157 miliardi rispetto all'esercizio precedente. L'utile, dopo pli ammortamenti e gli accantonamenti di legge, è stato di 3,2 miliardi, di cui un miliar¬ do e mezzo sarà devoluto ad iniziative assistenziali, culturali e di pubblico interesse I fondi patrimoniali e le riserve sono saliti da 165 a 201,6 miliardi di lire. Inoltre la raccolta del credito ordinario è aumentata da 3 mila UlUlliailU C ilumc.KiilU Ua <J lima a 4407 miliardi con un aumento dlì deJo^ltT.'nelVatiuale "periodo record del 46 per cento. Ha però fatto notare il presidente del San Paolo che (da grande massa di tempo, non è costituita da "risparmio", ma da mezzi llquldi che vengono lasciati in "custodia" In attesa di impegno. E' un dato di fatto da tenere sempre presente e che comporta massima prudenza nell'Impiego della liquidità bancaria». Sempre con riferimento alla raccolta, Jona ha specificato che «non possono essere taciute le distorsioni che derivano dalla tendenza In atto di far gravare sul deposito bancario pressoché l'Intero ammontare delle attività finanziarle del sistema. E' evidente il rischio di un eccessivo irrigidimento del quadro generale In cui operano le banche». Per quanto riguarda l'impiego, i risultati 1975 appaiono particolarmente lusinghieri. Il totale dei crediti era, al 31 dicembre scorso, di 2242 miliardi con un incremento nell'anno di 782 miliardi di lire (53 per cento). «Per conseguile questi risultati — ha detto il presidente del San Paolo — si è reso necessario compiere, durante l'Intero esercizio, uno sforzo continuo ed Intenso da parte delle filiali. Le erogazioni hanno interessato fasce di clientela dislocate in tutto il Paese, I poiché ormai II San Paolo opera su area nazionale». A questo proposito ha ricorda! to come l'espansione dell'attività | abbia permesso di creare l'anno \ scorso, 211'lnterno dell'Istituto, oltre 500 nuovi posti di lavoro , nnn *nnr <nel quinquennio 1970-1975 ne so¬ no stati creati duemila), attività che si è affacciata su sempre nuovi e più vasti orizzonti operà- j tivl- Di 1,ui l^pertura di un'altra 1 agenzia in Torino (la numero i j \ ! i ! 28), di un'agenzia ad Allignano e l'avvio delle succursali di Piacenza e Prato che hanno consolidato la presenza nelle regioni centrali del Paese. All'inizio di quest'anno è stata inoltre inaugurata l'agenzia di Vado Ligure (Savona) ed è prossima l'apertura della sede di Bari. La presenza direttr. dell'Istituto nel Mezzogiorno «corona quel processo che ha condotto il San Paolo, In questi ultimi anni, ad assumere le caratteristiche di banca a carattere nazionale». L'impegno posto dall'Istituto nel sostenere l'attività economica ha assicurato al nostro sistema produttivo i mezzi indispensabili per fronteggiare la recessione ed avviare la ripresa attraverso «un Indirizzo nettamente selettivo volto a privilegiare nel finanziamenti le Imprese con i più dinamici plani produttivi». A scanso di equivoci il professor Jona è stato molto chiaro sul'.'assistenza creditizia a quegli enti pubblici che presentano esposizioni in continuo aumento par il cronico disavanzo che, di anno in anno, assume proporzioni sempre più allarmanti. «Il San Paolo — ha detto — ha piej na e completa consapevolezza \ dei particolari compiti che un | istituto di diritto pubblico ha I l irso gli enti territoriali, ma è i anche conscio dei limiti e delle I finalità che devono essere proprie alla sua azione di ente bancario e non può trascendervi. Mentre deve agevolare, con il solo limite delle proprie possibilità operative, il finanziamento delle opere pubbliche, non può e non deve distogliere mezzi destinati all'Incremento della produttività per la copertura di deficit di enti in crescente aumento». Uno specifico impegno è stato assunto, nel 1975, nel settore dell'intermediazione con l'estero. Il disavanzo della bilancia dei pagamenti, lasciato in eredità dal 1974, imponeva uno sforzo eccezionale da parte dell'intero Paese per il ripristino di una situazione più controllabile. «L'intervento dell'Istituto — ha detto Jona — è avvenuto su questa linea e con la chiara coscienza della necessità di affiancare le imprese in questa azione, soprattutto quelle che, per la prima volta, si aprivano al mercato internazionale. Lo studio dei mercati, con la conseguente specializzazione dei servizi, ha avuto particolari cure e si è cosi potuto attuare l'intervento in tutta una gamma d> operazioni capaci di fare ac- . °^tare. ali economia italiana, il ! massimo di possibilità di presen za e tenuta sui mercati internazionali». Questa politica ha aiutato il Paese a ricuperare quel volume di vendite all'estero raggiunto negli anni migliori del nostro sviluppo industriale. «Gli avveni- menti più recenti hanno posto in ombra questo risultato ma, nel momento in cui si pone in drammatica discussione la presenza stessa dell'Italia in Europa, esso acquista un profondo significato. Le imprese italiane anche dì pìccola e media dimensione hanno accettato e positivamente fronteggiato la sfida dell'integrazione internazionale, riaffermando cosi la necessità, per uscire dalla crisi, di una comune risposta europea». Il professor Jona ha concluso rincontro con una breve panoramica sull'attività del mercato obbligazionario e sui mutui fondiari, due settori in cui il San Paolo svolge un ruolo preminente Sul primo punto «l'istituto ha conseguito un notevole successo, collocando un volume di titoli nettamente superiore a quello dell'anno precedente». Degno di rilievo il ruolo assunto nelle contrattazioni con numerose aziende di credito. «A questo proposito — ha detto — occorre però essere estremamente chiari. Solo una moneta stabile che permetta di adeguare II reddito del titolo obbligazionario al tasso d'interesse corrente, potrà nuovamente convogliare il risparmiatore verso questo tipo di investimento. L'attività edilizia non può essere finanziata se non con prestiti a lunga scadenza ed applicando tassi d'interesse che rimangano nei limiti della normalità. Nel passato la "cartella fondiaria" ha operato positivamente in questo senso. Occorre perciò creare posizioni analoghe a quelle di un tempo». Per concludere, Jona ha ricordato che le sezioni di credito speciale dell'istituto hanno registrato un sensibile rilancio ed infatti il complesso dei mutui fondiari ed edilizi, agrari di miglioramento e per opere pubbliche ha superato i 373 miliardi di lire. Renzo Villare

Persone citate: Luciano Iona, Luciano Jona