Massacra la moglie, le due figlie e fa saltare la casa: tutti morti di Giuliano Marchesini

Massacra la moglie, le due figlie e fa saltare la casa: tutti morti Tragedia della follia vicino a Cavalesa, nel Trentino Massacra la moglie, le due figlie e fa saltare la casa: tutti morti L'uomo aveva 47 anni, la moglie 50 e le bimbe 12 e 10 - Sterminata la famiglia a colpi di martello, l'omicida ha cosparso la casa di benzina, tranciato il tubo del gas e dato fuoco (Dal nostro inviato speciale) Trento, 1 giugno. La moglie e le due figlie uccise a colpi di martello, il cannello della bombola del gas reciso, l'alloggio dato alle fiamme, una violenta esplosione. Così un uomo, evidentemente travolto dalla follia, ha distrutto la famiglia. E' morto nello scoppio, lo spostamento d'aria lo ha scaraventato nel mezzo del cortile. Sul momento s'era creduto che si fosse trattato d'una sciagura, ma poi i carabinieri hanno potuto ricostruire l'allucinante sequenza. Le vittime sono Fortunata Giacomuzzi, cinquantenne, Anna Giulia, di dodici anni, e Carla, di dieci. L'omicida si chiamava Lorenzo Ceol, aveva 47 anni. Abitavano in una casa a due piani a Varena, un paesino poco distante da Cavalese. Stavano al pianterreno: una stanza da letto, la cucina e il bagno. Gli altri locali li tenevano a disposizione, per affittarli ai turisti nel periodo invernale e in quello estivo. La loro vita era trascorsa senza sussulti fino a poco tempo fa, quando Lorenzo Ceol cominciò a mostrarsi inquieto, irascibile. Quest'uo- mo aveva lavorato per una quindicina d'anni nelle cave di Prestavel, in Val di Fiemme. L'aveva aggredito la silicosi, e non c'era stato più niente da fare: aveva dovuto rassegnarsi ad andare in pensione. T rirenzo Ceol s'arrangiava a fare il muratore saltuariamente: andava qui e là per qualche riparazione, quando lo chiamavano. La malattia contratta nelle cave lo fiaccava. Dicono che le sue condizioni mentali non abbiano mai dato pensieri ai familiari. Ma c'era qualcosa che lo tormentava: forse quello stare in disparte, la sensazione che la vita normale fosse già finita a 47 anni. Ma non era soltanto stranezza. Lorenzo Ceol, a volte, perdeva la testa: litigava con i fratelli, si mostrava scontroso con altri parenti. E cadde in preda alla furia quel giorno che sferrò un calcio alla cognata incinta: per quell'episodio vi fu una denuncia dei carabinieri, quindi una lieve condanna inflitta dal pretore di Cavalese, notificata ieri. Forse anche per questo Lorenzo Ceol s'è fatto ancora più cupo. Probabilmente, nessuno s'è accorto che ormai si portava dentro una follia che stava per esplodere da un momento all'altro. La gente non parla di litigi violenti fra quest'uomo e sua moglie, ma si sa che parecchie giornate sono passate cariche di tensione. Che cosa sia accaduto ieri sera, in quella casa, nessuno è in grado di stabilirlo. Chissà se c'è stata una discussione tra Fortunata Giacomuzzi e il marito, oppure se Lorenzo Ceol è rimasto in disparte ad inseguire i suoi pensieri orrendi. Nella notte, verso 1*1,30, lo scoppio squarcia una parete dell'alloggio, manda in briciole la porta d'ingresso, scon- quassa la stanza da letto. Si sveglia tutto il paese. Si precipitano gli inquilini delle case vicine, mentre dalla cucina dei Ceol vengono fiammate. In pochi minuti sono sul posto i vigili del fuoco di Cavalese. Non ci vuole molto a spegnere l'incendio, ma quando i pompieri entrano, la scena è sconvolgente: Fortunata Giacomuzzi e le bambine giacciono sui loro letti, il capo cosparso di ferite. Lorenzo Ceol, completamente vestito, è riverso nel cortile, oltre un mucchio di masserizie: accanto a lui, c'è un fucile da caccia con le cartucce in canna. Mentre cominciano le indagini, la gente di Varena si affolla davanti alla casa dei Ceol. «Che disgrazia», ripetono le donne. Ma non è una disgrazia. Il capo della piccola Carla e quello di sua madre mostrano i segni evidenti di colpi violenti. Madre e figlia devono essere morte in pochi | istanti. E sul lettino della I bambina c'è un martello da muratore, insanguinato. L'ispezione dei carabinieri è agghiacciante: nel ripostiglio dove è sistemata la bombola del gas che alimenta la stufa e lo scaldabagno, il cannello è tranciato, e sul pavimento c'è una tanica di benzina vuota. Che cosa ha fatto, in questa notte d'incubo, Lorenzo Ceol? Probabilmente, incalzato dalla follia, ha aspettato che la moglie e le figlie si addormentassero, poi è piombato su di loro con il martello in pugno, ha colpito furioso ora l'una ora l'altra, senza lasciare scampo. Quando le ha viste esanimi, ha afferrato una trancia e ha tagliato il tubo del gas. Ha versato qui e là la benzina, sui mobili e sul pavimento, ha acceso un fiammifero. Pochi istanti, e l'esplosione lo ha fatto volare attraverso la breccia del muro, mandandolo a morire nel cor- tile. Giuliano Marchesini Cavalese. La casa di Varena dove è avvenuta la tragedia (Telefoto Ansa) Fortunata Giacomuzzi Anna Giulia Ceol Clara Ceol

Luoghi citati: Cavalese, Trentino, Trento, Varena