Deficit dello Stato di Natale Gilio
Deficit dello Stato Deficit dello Stato (Segue dalla 1' pagina) salari italiani raggiungano i livelli europei. Ci si dimentica che si tratta di un obbiettivo già raggiunto, a fronte del quale si è assistito da una parte ad un aumento dei costi del lavoro, ormai superiori agli altri Paesi, dall'altra al mantenimento di un reddito medio per abitante molto più basso. «Tra reddito e salario — ha detto Carli — si è creato così un divario crescente che si è riflesso sullo sviluppo produttivo e su un abbassamento ulteriore del tasso di attività della popolazione ». Il quadro di questa situazione, tenuto anche cónto del pesante disavanzo del settore statale, mostra che la crisi italiana è ormai strutturale e non più risolvibile con terapie congiunturali. Uno dei punti nodali da affrontare, ha proseguito Carli, riguarda l'industria. « Una volta si criticava il ricorso all'autofinanziamento, perché attribuiva all'impresa una quota notevole di potere. Allora, si è ricorsi all'indebitamento con il sistema bancario, criticato anch'esso per il potere che dava alle banche. La soluzione ottimale sarebbe quella di un ricorso al mercato, ma essa cozza attualmente contro due ostacoli: una situaI zione patrimoniale che moI stri un equilibrio tra capita- li propri e indebitamenti; un alto tasso di profitto ». Quali, allora, le soluzioni da adottare? Anzitutto, ha sottolineato l'ex governatore della Banca d'Italia, «occorre ricostituire gli equilibri genenerali, per poter perseguire il traguardo di un'economia efficiente». A questo proposito Carli ha ricordato le vicende della Francia di Luigi XV: « Questay, medico di corte, dimostrò al Re che il governo del Paese era intollerabile, nella misura in cui a carico della borghesia produttiva si veniva instaurando un sistema di imposte sempre più alte, per soddisfare le esigenze delle classi privilegiate. Il re non dette ascolto al suo consigliere e a lungo andare la produttività della borghesia diminuì, aumentando le tensioni sociali e sfociando, infine, nella rivoluzione del 1789. La situazione in cui versa l'economia italiana, ha concluso Carli, non è molto diversa dalla Francia del 1750». Natale Gilio
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