Genova sarà la capitale nucleare di Paolo Lingua
Genova sarà la capitale nucleare Forse il risveglio economico, dopo anni di attesa Genova sarà la capitale nucleare "Conferenza" di produzione all'Ansaldo, il gruppo che dovrebbe progettare e realizzare due delle quattro centrali nucleari commissionate dall'Enel (le altre affidate forse alla Fiat-Breda) (Dal nostro corrispondente) Genova, 15 maggio. Le societtà di progettazione del gruppo «Ansaldo» (meccanico nucleare Nlra e Crai), che dispongono di oltre un miglialo tra ingegneri, fisici e progettisti — oltre che degli stabilimenti e delle officine, con qualche migliato di operai — forse stanno per uscire dal cono d'ombra dell'«ozio forzoso» nel quale, da anni, sono confinate. Sembra che, entro pochi mesi, decolleranno i lavori per la realizzazione di almeno due centrali nucleari (ad acqua leggera, con uso di «uranio arricchito»), che fanno parte dell'ormai «famoso» pacchetto di quattro centrali nucleari commissionate dall'Enel e per le quali l'ente elettrico ha già disposto alla Finmeccanica un «versamento» anticipato di 24 miliardi di lire. Due centrali dovrebbero essere progettate e realizzate appunto dal gruppo «Ansaldo», le rimanenti toccherebbero alla Fiat-Breda. Genova diverrebbe, allora, dopo un decennio d'attesa la capitale nucleare italiana: del resto la città e le sue strutture sono le più adatte a questo settore produttivo. Si creerebbe, secondo i calcoli meno ottimistici, un «volano» di lavoro che garantirebbe l'occupazione e la produzione a ritmo serrato (anche con un incremento degli attuali livelli occupazionali) all'aAnsaldo» per oltre dieci anni, aprendo comunque poi prospettive di sviluppo e di trasformazione alla società che dovrebbero sfiorare i programmi del decennio 1990-2000. Dì tutto questo s'è parlato, questa mattina, a Genova, nella sede dell'Ansaldo meccanico nucleare, nel corso d'una «conferenza» di produzione che è stata indetta dal partiti dell'arco costituzionale e dalle tre federazioni unitarie. E' stato sottolineato, nella relazione dì base, che è importante, in Italia, stante l'attuale crisi delle fonti di energia, diversificare la produzione dell'energia stessa: questo perché il costo attuale del petrolio incide pesantemente, com'è noto, sulla bilancia dei pagamenti. I tecnici dell'Ansaldo, che hanno parlato, alter¬ nandosi a polìtici e sindacalisti, hanno chiarito che una centra le nucleare può portare un risparmio medio annuo pari a 100 milioni di dollari. In Italia — è stato poi notato polemicamente — dal 1963, quando esplose lo «scandalo Ippolito», esistono aziende e quadri che studiano, progettano ed esaminano queste prospettive che porterebbero a dei vantaggi innegabili l'economia italiana, senza contare che la realizzazione delle quattro centrali, la cui ubicazione è quasi certamente destinata alle regioni meridionali (si parla dell'alto Lazio, delle Puglie, degli Abruzzi, della Campania), provocherebbero un rilancio ed una riqualificazione d'un centro industriale del Nord, come Genova, in fase di recessione, e porterebbero nel Mezzogiorno nuove realtà e nuove iniziative, certamente preferibili a quelli che ormai sono indicati come «errori storici», quali la «costituzione dell'Alfasud» oppure Il «centro siderurgico di Gioia Tauro». Il discorso tecnologico svllup- pato questa mattina s'è portato anche più innanzi, perché i progettisti hanno spiegato che l'escalation nucleare dovrà, per necessità di cose, passare per tre fasi. Adesso è il momento necessario delle centrali «ad acqua leggera, con impiego di uranio arricchito». Successivamente, però, occorrerà disporsi a progettare e realizzare le cosiddette «filiere ad acqua pesante» che impiegano come combustibile l'uranio naturale: questa soluzione oltre che dettata da motivazioni tecnologiche, ha a monte una precisa esigenza politica. I Paesi produttori di «uranio arricchito» sono pochissimi: potrebbero, perciò, sorgere nuovi «sceicchi» che controllerebbero il mercato se non addirittura il sistema di produzione dell'energia. L'uso dell'uranio «naturale» porterebbe paesi come l'Italia a margini più che rispettabili di autonomia. Questa progressione dovrebbe poi portare, secondo i tecnici dell'Ansaldo, alla realizzazione dopo il 1985 di «centrali veloci», considerate le migliori in assoluto per l'alto rapporto che vi è tra l'uranio impiegato e l'energia elettrica prodotta. In una nota riservata, che circola a livello di progettisti e dirigenti, infatti, a proposito di questi progetti si sostiene: «La struttura organizzativa compatibile con tale programma è necessariamente basata su una concentrazione del software (impresa e ingegneria) da un lato e della manifattura dall'altro cosicché: delle competenze non sia richiesta un'impossibile moltiplicazione; l'esperienza su una filiera "ricada" sulle successive; non si abbiano nel tempo organismi che si afflosciano ed altri che crescono ma solo organismi che maturano. L'intero programma va avviato con gradualità perché non accada che una partenza esplosiva costringa le strutture esistenti ad un puro ruolo di rappresentanza commerciale delle multinazionali Usa. Ciò è del resto possibile essendo l'effettiva "sete" di energia ben inferiore a quella normalmente dichiarata». Paolo Lingua
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