I Fassio le banche e la legge
I Fassio le banche e la legge I Fassio le banche e la legge "Code" giudiziarie del fallimento del gruppo genovese Genova, 15 maggio. (p.l.) Avvio dell'azione revocatoria nei confronti delle banche che hanno avuto in garanzia una grossa parte delle azioni delle società di assicurazione, e sequestro dei titoli azionari di due società immobiliari di proprietà di Alberto Fassio e che, non entrando nel novero dei beni dati in garanzia, erano finora sfuggiti all'esame dei curatori fallimentari: queste le novità odierne degli sviluppi giudiziari conseguenti alla dichiarazione di fallimento della «Villaìn e Fassio». La prima notizia non potrà non far piacere ai dipendenti delle aziende del gruppo: l'azione revocatoria, avvinta dai legali del fallimento, consentirà, sia pure tra qualche mese, il pagamento delle competenze arretrate e delle indennità di liquidazione. Ma la causa civile non si prospetta facile né breve, in quanto è pressoché certo che le banche interessate {Cassa di risparmio di Genova e Imperia e Banca Popolare di Novara) si opporranno alla richiesta di consegnare le azioni in loro possesso, per cui dovrà decidere il tribunale. Quanto alle azioni immobiliari sequestrate ad Alberto Fassio, si tratta delle società «Ligustri» e «Orti»: la prima è intestataria della villa in Albaro dove abita l'armatore, ed il suo capitale è di 160 milioni; la seconda à la proprietaria dei terreni adiacenti, ed ha un capitale di 40 milioni, ma è chiaro che in entrambi i casi i valori reali delle due società sono superiori: si parla di circa un miliardo e mezzo, complessivamente, che potranno essere utilizzati per il soddisfacimento dei creditori, e che fino ad oggi erano sfuggiti all'attenzione dei curatori fallimentari in quanto non entravano nel novero dei beni dati in garanzia.
Persone citate: Alberto Fassio, Fassio
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