Una legge a sorpresa condannerà Venezia di Claudio Cerasuolo

Una legge a sorpresa condannerà Venezia Polemiche per la "licenza di inquinare,, Una legge a sorpresa condannerà Venezia Nuove norme modificano le disposizioni del '73 - Nove anni di tempo per adeguarsi alle tabelle di polluzione massima - Assolte tutte le industrie che per anni hanno scaricato fumi velenosi (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 15 maggio. Tutti i processi per inquinamento in fase istruttoria o dibattimentale anteriori al 30 aprile scorso sono virtualmente finiti con l'assoluzione degli imputati. Basterà che i trasgressori delle vecchie norme che male tutelavano l'inquinamento delle acque dei nostri fiumi e del mare, si adeguino alla nuova normativa, entrata in vigore con legge della Repubblica italiana, approvata dal Parlamento alle 18 dell'ultimo giorno dei suoi lavori, il 30 aprile scorso. Nelle disposizioni finali e transitorie della legge, all'art. 25 si legge: «Quando si verifichi l'osservanza delle norme della presente legge, non sono punibili i fatti connessi con l'inquinamento delle acque di cui all'art. I (disciplina degli scarichi di qualsiasi tipo), previsti come reato da precedenti disposizioni di legge». La proposta di una organica normativa per la tutela delle acque dall'inquinamento era stata presentata il 10 agosto del 1974. E' rimasta nel cassetto fino ad aprile di quest'anno ed è rivenuta alla luce quando ha cominciato a profilarsi la possibilità di una chiusura anticipata delle Camere. Il 14 aprile è stata approvata dalla IX commissione permanente della Camera. Il 28 aprile è stata modificata dalla Vili commissione del Senato, approvata e trasmessa alla presidenza della Camera. Il 30 aprile, tra la marea di leggi e leggine passate tra l'indifferenza e l'ignoranza generale, è stata definitivamente approvata dal Parlamento. Questi i deputati che se ne sono fatti promotori: Merli, Cuminetti, De Meo, Fioret, Marzotto Caotorta, Marocco, Pezzati, Pisoni, tutti della de; Faenzi, Busetto, del pei; Della Briotta e Querci del psi; Orlandi del psdi; Compagna del pri; Quilleri e Giannini del pli. «E' un colpo di spugna per tutti i peccati commessi in passato in materia di inquinamento», ha commentato il sostituto procuratore della Repubblica di Venezia, dottor Ennio Fortuna, che dirige la inchiesta sull'inquinamento dei fanghi rossi e grigi di Porto Marghera, scaricati a quindici miglia dalla costa nell'Alto Adriatico, su un fondale profondo in media dai 30 ai 35 metri. Della sanatoria generale prevista dalla legge beneficerà, tra gli altri, Eugenio Cefis, presidente della Montedison. Condannato in primo grado per i fanghi rossi di Scarlino, è stato processato in appello all'inizio di aprile ma il dibattimento è stato rinviato. Adesso non è più imputato. Assoluzione anche per i dirigenti della Montedison di Venezia, dell'Alumetal (alluminio) e dell'Animi (minerali metallici) di Porto Marghera, due industrie con capitale maggioritario dello Stato, e per tutti i dirigenti di stabilimenti industriali e di raffinerie che in questi anni in Italia hanno scaricato nei fiumi o in mare, sul suolo o nel sottosuolo, tutto quello che «avanzava» dal processo di lavorazione. «Per il modo in cui è stata approvata —, alle sei di sera dell'ultimo giorno dei lavori della Camera —, e per il contenuto — ha detto l'ex-assore all'ecologia del Comune di Venezia, Casellati — la nuo- va legge in materia di inquinamento è un vero e proprio scandalo. Per i veneziani, ha aggiunto Casellati, la sconfitta è ancora più grave, perché stavano per scadere i termini concessi alle industrie di Porto Marghera per adeguarsi con gli impianti di depurazione alle norme della legge speciale per Venezia. Ora i termini ripartono da zero: si parla di otto anni di tempo per passare dai valori della tabella "A" a quelli della tabella "C"» (le tabelle annesse alla legge stabiliscono i nuovi parametri dell'inquinamento, il "pH" che misura il grado di acidità, il "Bod" la richiesta di ossigeno, le quantità di minerali metallici e di altri veleni consentiti). La nuova legge approvata dalla Camera prevede tra l'altro contributi da parte delle Regioni alle imprese che al primo gennaio del 1975 avessero realizzato impianti di depurazione o di pretrattamento delle acque di scarico (fra queste sicuramente c'è la Montedison). Nell'inchiesta per i fanghi di Porto Marghera, quelli rossi della bauxite dell'Alumetal, grigi dell'« Ammi » e i gessi della Montedison, si è registrata proprio in questi giorni una ferma presa di posizione del medico provinciale dottor Magri, del comandante la Capitaneria di Porto, ammiraglio Vignani e del magistrato Fortuna. L'« Alumetal » è stata costretta a ridurre la produzione per diminuire la quantità scaricata in mare. Le navi addette al trasporto del materiale devono uscire al tramonto. Si evitano così i danni allo « zooplancton » e al « fitoplancton » provocati dalla nuvola rossa (i fanghi scaricati sul fondo) che impedisce alla luce del sole di filtrare nell'acqua. Anche i punti di scarico devono cambiare, per evitare l'accumulo del materiale sul fondale (c'è già uno spessore di due centimetri). Ora, in base alla nuova legge, l'autorizzazione agli scarichi passa ad un Comitato di ministri (Lavori pubblici, Sanità e Marina mercantile), «in attesa dell'esecutività della Convenzione di Londra del 1972 e di una organica disciplina internazionale per la salvaguardia del Mediterraneo (art. 11) ». Claudio Cerasuolo

Luoghi citati: Comune Di Venezia, Italia, Londra, Scarlino, Venezia