Altri 83 milioni dei lettori distribuiti nei paesi colpiti

Altri 83 milioni dei lettori distribuiti nei paesi colpiti Gli aiuti de "La Stampa,, a migliaia di sinistrati Altri 83 milioni dei lettori distribuiti nei paesi colpiti Il denaro a gente di Vito d'Asio, Forgaria, Spilimbergo, Travesio e di altri comuni - "Vorrei ringraziare tutti" - Mancano ancora tende per chi non ha più casa ■ Episodi commoventi (Da uno dei nostri inviati) Udine, 14 maggio. «Stavo lavando i piatti quando mio padre è venuto a chiamare Giuseppe e Annamaria perché lo aiutassero nella stalla. Non li ho più rivisti». Jole Dean Matteusic, moglie di un muratore inabile al lavoro, non ha più lacrime. Il terremoto le ha portato via il padre, un fratello e i due figli più grandi (avevano l'uno quattordici anni, l'altra tredici), schiacciati sotto le macerie, mentre la madre e un altro dei sei figli sono in ospedale. «No vin plui nuie», abbiamo perso tutto, dice suo marito. Abitavano a Bearzi, borgata di Vito d'Asio, uno dei comuni della destra "ragliamento più colpiti dal sismo. Adesso sono nell'infermeria della Caserma «De Gasperi», a Vacile. Moglie e marito si guardano sconsolati. La loro famiglia è distrutta. Al dolore per la perdita dei propri cari si aggiungono le difficoltà per l'immediato futuro. Hanno perduto ogni cosa: la mucca, le galline, i conigli; sotto le macerie sono rimasti anche i risparmi e i poveri mobili. Tre bambini giocano accanto a loro. Sono i figli più piccoli. Corrono fra i letti, allegri, ma basta un rumore qualsiasi (un autocarro che parte, una porta che sbatte) perché negli occhi ritomi il terrore di quella notte. A questa famiglia «La Stampa» ha consegnato oggi 2 degli 83 milioni distribuiti durante la giornata. Casi come questi sono purtroppo numerosi. Nella stessa Caserma di Vacile i militari hanno accolto oltre cinquanta persone, soprattutto anziani rimasti in un attimo senza un tetto. Ufficiali e soldati si sono prodigati per essere loro di aiuto. Giovani di venti anni che hanno scavato fra le macerie, faticato per ore e ore nei paesi semidistrutti, ritornando in caserma trovano la forza di confotare i civili. Anche due infermiere, Berenice Zavagno e Giovannina Rovetìo, si sono prodigate per aiutare le famiglie. Dietro di ognuna un dramma. Lucia Barazzutti, che abitava a San Rocco di Forgaria, ha fatto l'emigrante per sedici armi, quattro in meno del marito. I due hanno risparmiato lira su lira per farsi la casa. «L'abbiamo costruita un po' alla volta. Adesso non c'è più». La donna è viva perché il crollo è avvenuto mentre col marito stava uscendo di casa per recarsi dai genitori. Le loro uniche ricchezze sono gì* abiti che portano indosso. Abbiamo consegnato un milione. Non lo volevano: «C'è tanta gente che sta peggio di noi». E' stato necessario insistere a lungo, dire che il denaro viene dai lettori della «Stampa» proprio per aiutare famiglie come la loro. «Non so cosa rispondere — ha mormorato, fra i singhiozzi, la donna —. Vorrei ringraziare i tutti, anche questi soldati. Vorrei che tutto il mondo sapesse come e quanto ci hanno ; confortato». Venti milioni al Comune di Spilimbergo, dodicimila abitanti, cinquemila dei quali costretti ad abbandonare le case. Evacuato l'intero centro storico; anche gli uffici del Comune sono stati trasferiti d'urgenza in una scuola. Il Sindaco, gli Assessori e gli impiegati si muovono fra banchi e lavagne che recano ancora disegni e titoli di temi. «Ci mancano tende e teli di nailon per coprire le masserizie portate fuori dalle macerie»: dice l'assessore Morassutti. L'avv. Capalozza, il sindaco, non dorme da giorni: incontra tecnici e soccorritori per fronteggiare la situazione d'emergenza. Portiamo venti milioni anche a Travesio, 1950 abitanti, nessuna vittima ma il 60 per cento delle case inagibili. Sono andati distrutti stalle, negozi, piccole fabbriche. Visto dall'alto, il paese appare disseminato di macerie e polvere. «Abbiamo tanti problemi», commenta il sindaco, Bianca Tositti, che, firmando la ricevuta del denaro, cancella il «cav.» scritto da un solerte funzionario. «Ci consola il fat¬ to che non abbiamo morti da contare». Diciassette, invece, le vittime di Vito d'Asio (quattro, come abbiamo detto, in una sola famiglia). E' inagibile il 90 per cento degli stabili delle cinque frazioni che compongono il comune (1700 abitanti). Danilo Zancani, consigliere comunale, è fra le tante persone che si prodigano in questi giorni per alleviare i disagi della popolazione. «Non c'è un momento di pace: dopo il terremoto, ieri sera un temporale, che ha sconvolto le tendopoli. L'acqua era alta un palmo, non sapevamo dove mettere la gente. Per fortuna, oggi è tornato il sole e abbiamo ripreso a lavorare, per ricostruire il nostro paese. Cominceremo dal municipio e via via rifaremo le case e le nostre botteghe». Prima di partire da Udine per raggiungere alcuni comuni della destra Tagliamento (in altri ci recheremo domani), abbiamo portato dieci milioni della Camera di commercio di Torino alla Camera di commercio di Udine e cinque milioni dell'Associazione commercianti di Torino all'Associazione consorella di Udine. Nel settore del commercio la situazione è difficile. Nella sola provincia di Udine, su quattordicimila posti di lavoro, ne sono stati persi oltre tremila. Brutte notizie giungono dall'estero: i turisti (francesi, tedeschi, inglesi, austriaci) disdicono le prenotazioni per la prossima estate. E' un duro colpo per l'industria del turismo, una delle più fiorenti se non la maggiore fonte di ricchezza del Friuli. Ancora un aiuto dai lettori: questa volta si tratta di due tende e di medicinali trasportati da un privato all'aeroporto di Campoformido. Da qui l'Aeroclub friulano ha provveduto, per conto de La Stampa, a trasportarli a Resia, dove la notte scorsa s'è scatenato un temporale ed è nevicato vicinissimo alle tendopoli. L'Aeroclub è uno dei tanti enti che si prodigano per aiutare i sinistrati. Sei piloti hanno compiuto in una settimana circa trenta voli ciascuno da Udine fino a Torino, Milano e altre città, per caricare viveri, coperte, medicinali. Alla base il lavoro è stato affrontato da altri soci del sodalizio: avvocati, commercianti, impiegati, che hanno lasciato il lavoro per portare il loro contributo, la loro pietra all'opera di ricostruzione del Friuli. Renato Romanelli

Persone citate: Bearzi, Berenice Zavagno, Capalozza, Casi, Danilo Zancani, De Gasperi, Jole Dean Matteusic, Lucia Barazzutti, Renato Romanelli