Assassini a soli 17 anni per rapinare 8000 lire

Assassini a soli 17 anni per rapinare 8000 lire L'agghiacciante delitto di ieri sera a Milano Assassini a soli 17 anni per rapinare 8000 lire (Dal nostro corrispondente) Milano, 13 maggio. Si chiama Luigi Buricelli e non ha ancora 17 anni il rapinatore che ieri sera ha ucciso un uomo e ne ha ferito gravemente un altro per un bottino di ottomila lire. Quando la polizia, su indicazione del suo complice, di pochi mesi più vecchio, lo ha arrestato nella sua casa di Vimodrone, l'assassino ha detto: « Ma si può sapere che cosa avrei fatto? ». Solo più tardi, in questura, messo a confronto con il suo amico, Mauro Miccoli, arrestato subito dopo il delitto, ha capito che era inutile insistere e ha ammesso tutto: il ferimento a scopo di rapina del tassista Angelo Rusinenti, 57 anni, e l'uccisione dell'impiegato Fabrizio Cappelletti, 36 anni, che era accorso alle invocazioni di aiuto dell'autista. La tragica assurda aggressione è avvenuta poco prima delle 22 alla periferia Ovest della città. Mauro Miccoli e Luigi Buricelli. In piazzale Baracca, dietro il carcere di San Vittore, fermano l'autopubblica di Angelo Rusinenti e gli dicono di volere andare nella zona del Lorenteggio. Una buona parte del percorso si svolge normalmente, ma quando la macchina giunge in via Soderini, una zona poco frequentata, i due passano all'azione. «Ecco, fermi qui», dice il Miccoli all'autista che obbedisce accostando al marciapiede. Mentre l'autista rallenta Luigi Buricelli estrae la pistola, l'appoggia allo schienale e spara con una ferocia agghiacciante nella schiena del tassista. Angelo Rusinenti riesce a bloccare l'auto e i giovanissimi banditi, presi dal panico, scendono al volo dalle portiere senza neppure frugare il tassista che ha in tasca appena ottomila lire. Il ferito tenta un inseguimento, ma si accorge di non farcela, chiama aiuto e si accascia. Dietro l'angolo, sotto l'abitazione di Renzo Molinari, figlio dell'industriale rapito e rilasciato nei giorni scorsi, c'è un amico di famiglia, Fabrizio Cappelletti, con la moglie Anna, di 32 anni. Il citofono è rotto, si sono fermati davanti al portone numero 3 di via Perosi, incerti se telefonare o attendere che qualcuno scenda ad aprire. In quel preciso momento odono lo sparo, sentono le invocazioni di aiuto e scorgono i due ragazzi in mezzo alla strada. L'impiegato non ci pensa un attimo e scatta. Fa pochi metri di corsa, raggiunge il Miccoli, riesce a farlo cadere a terra con uno sgambetto. Buricelli è pochi metri più avanti, si gira, prende calmo la mira e spara un solo colpo che fulmina il Cappelletti. Per qualche minuto i rapinatori, hanno l'illusione di riuscire a far perdere le tracce. Mentre nella zona arriva la polizia cercano riparo in un portone di via Soderini, dove ci sono gli uffici dell'assessorato regionale all'istruzione. Ma il Miccoli viene affrontato dal metronotte Vincenzo Vitali, 49 anni, che lo riduce all'impotenza e lo consegna agli agenti, mentre Luigi Buricelli, riesce a fuggire. Intanto, il Cappelletti e il Rusinenti vengono portati all'ospedale San Carlo, dove però l'impiegato cessa di vivere, il tassista viene sottoposto ad una lunghissima operazione. E' grave, m. f. Milano. Luigi Buricelli, il ragazzo che ha sparato (a sin.) e Anna Cappelletti, moglie dell'impiegato ucciso (Soncini)

Luoghi citati: Milano, Vimodrone