Paul Getty elegante e impassibile di fronte ai suoi presunti rapitori di Silvana Mazzocchi

Paul Getty elegante e impassibile di fronte ai suoi presunti rapitori A Lagonegro il processo per il miliardario sequestrato Paul Getty elegante e impassibile di fronte ai suoi presunti rapitori n , e i e è , e i a , a o a e a e é a i 5 e. - ; o o ae, à. o¬ (Dal nostro inviato speciale) Lagonegro, 12 maggio. Lo mutilarono il giorno del suo diciassettesimo compleanno, nel novembre del '73. Gli tagliarono l'orecchio destro per inviarlo da monito alla famiglia e costringerla a pagare il riscatto: un miliardo e 700 milioni. I suoi presunti rapitori, quelli che forse furono i suoi carcerieri e i suoi aguzzini per 5 mesi, Paul Getty III, non ancora ventenne, se li è visti comparire davanti questa mattina, nell'aula dove è iniziato il processo contro nove persone rinviate a giudizio per il suo sequestro. Li ha guardati impassibile, ma sembrava non vederli. Sul banco degli imputati sono saliti in sette: mancavano, però, proprio i due personaggi più importanti, quelli ritenuti «il braccio e la mente» del rapimento del nipote dell'uomo più ricco del mondo, i nomi che rinviano alla mafia l'«operazione Getty». Latitante è Saverio Mammoliti, 34 anni, definito «l'organizzatore esecutivo del sequestro». Assente ingiustificato, Girolamo Piromalli, detto «don Mommo», 58 anni, di Gioia Tauro. La sentenza di rinvio a giudizio lo vuole «boss mafioso, organizzatore e capo della societas scelerum». «E' malato — dicono i suoi difensori —, e verrà per il suo interrogatorio». Sono sfilati in manette: Vin. | cenzo e Pasquale Mammoliti, ' Domenico Barbino, Giuseppe Lamanna, Antonio Femia, Antonio Mancuso e Pietro Selli. L'altro «boss» e capofamiglia, definito il secondo «cervello» del sequestro Getty, Antonio Macrì, è morto il 20 gennaio scorso. La prima udienza si è aper- ta alle 9 in punto. Paul Getty III e sua madre, Gail Harris, si sono costituiti parte civile. Il ragazzo ha subito gravi lesioni (oltre cinque mesi di prigionia, ha perso in parte l'udito all'orecchio destro) e la signora Harris aveva la patria potestà di Paul quando egli venne rapito. Li patrocina l'avv. Giovanni Jacovoni, che in aula annuncia ai giudici la loro decisione. Il padre del ragazzo, Paul Getty II, e il nonno, Paul Getty Senior, che pagarono 850 milioni ciascuno per mettere insieme il totale del riscatto, hanno fatto sapere di non voler fare altrettanto: il primo perché «non ritiene necessaria questa iniziativa», il secondo perché vecchio e malato. Paul Getty III e Gail Harris firmano il documento di costituzione dell'accusa privata, quindi escono dall'aula. Sono testimoni nel processo e non possono assistere al dibattimento. Capelli rossi, colorito pallido, Paul Getty III sembrava emozionato, nervoso. Indossava un doppiopetto marrone gessato, una camicia rigata e una cravatta « regimental » e ancora stivaletti a punta, bicolori, oome avesse le ghette. Un abbigliamento decisamente snob, eppure quasi mesto. Non ha detto nulla a nessuno. Solo, ha ripetuto più volte: «Non voglio parlare di questi fatti, mai più ». Qualcosa ha detto invece sua madre. Una bella donna, un po' triste, i capelli con qualche filo grigio, Gail Harris ha raccontato che suo figlio vuole solo dimenticare e che spera con questo processo di chiudere per sempre la sua orribile esperienza. Paul Getty III vive ora a New York, con Martine Zacher, la ragazza tedesca che ha sposato appena libero in un paesino vicino a Siena. Hanno un bimbo, Paul Getty IV, che ha un anno e tre mesi. « Io vivo a Londra — aggiunge la signora Harris — con gli altri tre miei figli, che vanno a scuola ». « Ve ne siete andati via tutti dall'Italia, dunque », chiediamo. « Sì, dopo quindici anni », risponde Gail Harris, gentile. Improvvisamente interviene Paul: « Non ci piace più », dice seccamente, e va via di nuovo. Nei pressi di Londra vive anche il vecchio nonno. In città abita il marito di Gail, Paul Getty II collezionista di libri antichi. Nella sua casa il ragazzo, sua moglie Martine e il piccolo sono stati ospiti per un mese prima che Paul Getty III e sua madre partissero per l'Italia. Sono arrivati a Roma, a Fiumicino, venerdì mattina e da allora vengono continuamente scortati da un funzionario della Squadra Mobile, che li segue giorno e notte. A Lagonegro vegliano su di loro anche tre carabinieri in borghese. Del resto, questa mattina, sulla strada d'accesso per Lagonegro, i carabinieri controllavano i documenti di chiunque entrasse in paese, e lo stesso rito si è ripetuto all'ingresso del tribunale. La prima udienza non è stata all'altezza di tanto schieramento di forze. Dopo la nomina dei rispettivi difensori da parte degli imputati, il presidente del tribunale, Ernesto Raffaelli, ha letto la sua relazione del processo: 92 cartelle dattiloscritte, con il racconto dell'intera inchiesta, dal rapimento al rinvio a giudizio degli imputati. La recita è durata quattro interminabili ore, più tre pause da dieci minuti l'una. Subito dopo gli avvocati Tommaso e Vincenzo Spaltro, i difensori di Giuseppe Lamanna, 52 anni, ritenuto dal giudice istruttore Casale « uno dei principali concorrenti nell'organizzazione e nella esecuzione del seque¬ stro Getty », hanno annunciato per domani ben quattro eccezioni. Tra queste la presunta incompetenza del tribunale di Lagonegro a celebrare il processo. I due legali lo vorrebbero a Roma. Silvana Mazzocchi Lagonegro. Paul Getty con la madre in aula (Telefoto Ansa)