A Udine la gente s'è riversata nelle strade poi nna eelenna d'ante ha laseiate la città

A Udine la gente s'è riversata nelle strade poi nna eelenna d'ante ha laseiate la città Quando scende la sera ritornano i fantasmi della paura A Udine la gente s'è riversata nelle strade poi nna eelenna d'ante ha laseiate la città (Da uno dei nostri inviati) Udine, 12 maggio. E' l'alba. Nei bar e davanti alle edicole dei giornali soltanto facce stanche. Gli occhi sono venati dal sonno non goduto. « Sono sei giorni che non faccio una dormita degna di questo nome », si sfoga Aurelio Contessi, gemonese trapiantato a Udine. Come lui migliaia di persone: non riescono a prendere sonno. La notte non è più occasione di riposo; da giovedì scorso suscita fantasmi di paura e di tensione. E' accaduto anche l'altra sera. Un boato improvviso, tintinnare di vetri, scricchio¬ lii sinistri. Le finestre si sono illuminate di colpo, poi la gente si è riversata per le strade. Era di nuovo il terremoto. Una violenta scossa ha risvegliato timori che in molti credevano (o si sforzavano di credere) sopiti. Le strade del centro — era circa mezzanotte — si sono animate come in pieno giorno. Lunghe code di auto si sono messe in moto spingendosi verso la periferia. Ancora una volta gli udinesi abbandonavano la città. Erano appena rientrati; solo nella mattinata i negozi avevano riaperto le saracinesche, chiù- se per alcuni giorni di seguito. La nuova scossa ha provocato un altro esodo. Diecimila persone, almeno, dormono di notte a Lignano, in faccia ai mare, nelle case private o nelle pensioni che solitamente si riempiono soltanto in piena estate. Intere famiglie ormai hanno preso dimora fissa nel centro balneare friulano. Chi non può allontanarsi dalla città, ed è la massa, se ne sta all'aperto, davanti alla porta di casa. Una sedia in mezzo alla strada, una coperta: nessun altro conforto per un riposo che sarà co¬ munque sempre agitato e soprattutto insufficiente. La gente ha vegliato ancora una volta in piazza Duomo, lungo via Carducci, nei giardini di via Dante e di piazza del Patriarcato, in piazzetta del Pozzo, sulle aiuole spartitraffico del cavalcavia in viale Palmanova. Sono ricomparse le tende. Alle prime luci la gente si è rimessa in piedi, ha arrotolato le coperte affollando i bar per prendere un caffè e rimettersi al lavoro. In ufficio o in fabbrica con la ferma volontà di tener duro. Ma fino a quando? Renato Romanelli

Persone citate: Aurelio Contessi, Lignano, Renato Romanelli

Luoghi citati: Udine